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Aftersun recensione
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Aftersun

Aftersun è una piccola perla diventata grande, arrivata fino agli Academy Awards dalla lontana Scozia.

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Sophie ha 11 anni ed è in vacanza in Turchia con suo padre Calum, proprio nei giorni in cui lui compirà 31 anni. Tra un bagno al mare ed una cena fuori, i due parleranno d’amore, famiglia, paure e di cosa succede quando cresci. Si divertiranno anche tanto, consolidando un rapporto puro e intimo che possono vivere solo tra di loro. La Sophie adulta ha sempre in mente quei giorni trascorsi col padre che hanno segnato in maniera indelebile la sua vita.

 

La regista e sceneggiatrice scozzese Charlotte Wells ha presentato nel maggio 2022 Aftersun, il suo esordio cinematografico, al Festival del Cinema di Cannes all’interno della settimana della Critica.
Chissà se la giovane regista classe 1987 avrebbe mai pensato che sarebbe tornata a casa dalla Francia con un premio della Giura ma che, soprattutto, sei mesi dopo il suo attore protagonista, Paul Mescal, sarebbe stato addirittura candidato come Miglior Attore Protagonista agli Oscar 2023.
A volte i sogni diventano realtà, come per questa pellicola che grazie ad un passaparola fittissimo è riuscita a conquistare il cuore di pubblico e critica. La distribuzione del film, infatti, ha seguito un percorso abbastanza travagliato: è uscito nelle sale USA a ottobre del 2022,
a novembre in UK e solo il 6 gennaio 2023 in Italia, ma al cinema è resistito pochissimo. Infatti, come accade ultimamente, il suo distributore MUBI lo ha rilasciato quasi subito sulla sua piattaforma streaming (per chi volesse vederlo può iscriversi al servizio e fare un periodo gratis di prova).
Aftersun è dunque la dimostrazione che il cinema indipendente ha ancora qualcosa da dire e che conserva la sua cerchia di amatori.

UN GIOCO DI ASSENZE


La forza di Aftersun si gioca tutta sul ricordo e sul non detto. L’autrice infatti è riuscita a creare un sentimento di forte malinconia proprio utilizzando le pause e i silenzi di una vacanza estiva tra padre e figlia. Quasi tutti possono colmare quegli spazi vuoti che Charlotte Wells ha lasciato apposta per lo spettatore, cosi che ognuno potesse riempirli con la propria storia.
Non è facile scrivere e girare un film dove tanto di quello che succede è nella testa dei protagonisti, ma le splendide interpretazioni di Paul Mescal e della piccola Frankie Corio hanno contribuito alla riuscita di questa impresa.
Calum (Paul Mescal) è un padre molto giovane, non è più impegnato in una relazione sentimentale con la madre di sua figlia, anche se i due hanno un ottimo rapporto, ed è in un momento difficile della sua vita, caratterizzata da frequenti crolli emotivi che cerca di controllare praticando Tai Chi. La paternità gli reca gioia e sollievo e ha un ottimo rapporto con sua figlia, ma chiaramente questo non può essere abbastanza per essere felice. Sophie è una bambina divertente, giocosa, ama molto il padre e vorrebbe averlo più vicino. Anche se è piccola si rende conto che Calum è una persona diversa dalle altre, ma questo invece di allontanarla la avvicina ancora di più.
Il film in pochi e semplici dialoghi, cosi intimi che sembrano registrati direttamente da un reale momento padre-figlia, riesce a restituire allo spettatore una gamma di sensazioni molto ampia. Questa è la dimostrazione che quando un autore ha qualcosa da dire e delle idee su come farlo, non serve poi tanto per girare un buon film.

AVERE STILE


Charlotte Wells ha dichiarato che Aftersun ha qualcosa di autobiografico e questo agli occhi dello spettatore appare molto chiaro. La Wells è andata davvero in profondità e lo ha fatto rendendo ogni inquadratura del suo film ricercata, voluta e studiata.
Il ricordo e la malinconia di qualcosa che si è consumato troppo in fretta sono i due aspetti che anche registicamente vengono messi più in luce. Non è un caso che tutte le scene della vacanza abbiano una fotografia retrò e che siano spesso alternate a frammenti di video girati con una telecamera dell’era pre-smartphone.
I momenti chiave del film sono tutti giocati su questa alternanza tra riprese della telecamera diegetica e inquadrature del regista, come se anche lo spettatore fosse portato a ricordare, piuttosto che guardare. Questo stile è contrapposto alle poche scene del presente dove la protagonista, ormai adulta, sogna di essere in una discoteca in cui cerca tra la folla suo padre trentunenne.
Tutti questi elementi rendono più concreto il risultato di un film che si distingue proprio in fatto di stile: la regista ne ha uno molto chiaro per essere un’esordiente e il risultato è che lo spettatore si ritrova catapultato in un ricordo collettivo, dove ognuno può identificarsi.


È bello quando a diventare virale non sono solo i memes ma anche i film, soprattutto se così ben fatti. Aftersun è una piccola perla diventata grande, considerando che è arrivato fino agli Academy Awards dalla lontana Scozia.
Questo successo è meritato ed è una goduria osservare i film indipendenti che escono dai loro circoli privati per arrivare ad un pubblico più ampio. Il grande pregio di Aftersun è quello di essere un’opera molto equilibrata, dove chiunque abbia avuto una relazione con un genitore o una figura di riferimento simile possa identificarsi e commuoversi, senza sentimentalismi da lacrime facili.
Charlotte Wells è riuscita nell’ambizioso scopo di smuovere la pancia dello spettatore tramite l’originalità e il talento. Si spera che questo film apri una nuova stagione di opere indipendenti di grande qualità.

 

TITOLO ORIGINALE: Aftersun
REGIA: Charlotte Wells
SCENEGGIATURA: Charlotte Wells
INTERPRETI: Paul Mescal, Frankie Corio, Celia Rowlson-Hall
DISTRIBUZIONE: MUBI
DURATA: 100′
ORIGINE: USA, 2022
DATA DI USCITA: 21/05/2022 Festival del Cinema di Cannes

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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
Mi piacciono molto i cani e amo le mezze stagioni, anche se non ci sono più.

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