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Altered Carbon 2×06 – Bury Me DeadTEMPO DI LETTURA 4 min

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Quellcrist:They thought I was dead, but I had only dried up.

Dopo la lotta con se stesso, a conclusione dell’episodio precedente, la versione di Takeshi Kovacs al centro della scena è quella interpretata da Will Yun Lee. La resa ci guadagna, perché l’attore è più carismatico di Anthony Mackie. Quest’ultimo, comunque, offre la scena ai limiti dell’inverosimile in cui sviene ma resta aggrappato ad una parete di roccia (alla faccia dei riflessi di sopravvivenza insiti nelle sleeves) e ha un suo perché nel fare da contrappunto alla sua “versione originale” fornendo, per così dire, uno sguardo più puro sulla situazione, meno complicato da ricordi e rapporti di amicizia e fedeltà.
Il ritorno del Takeshi primario offre anche l’occasione per rivedere il posto dove furono uccisi tutti gli Envoys-Spedi (tranne lui, ovviamente). Si sottolinea così, una volta di più, il valore magico e sacro degli alberi, ricorrente in questa serie ma già caro alla mitologia norrena. Nel caso in questione, essi sono un lascito, un’emanazione degli Antichi, ovvero una razza intergalattica molto più potente ed evoluta di quella umana.
Notare come, sia in questo episodio che in “Nora Inu”, dove si era visto per la prima volta il luogo di cui sopra, sia assente Poe. Qui però viene citato quando si parla di “nascondere una cosa in bella vista”, tema al centro del racconto di Edgar Allan Poe “La lettera rubata”. Forse è un modo per bilanciare il lungo tempo concesso all’intelligenza artificiale nell’episodio precedente, con il suo viaggio in un mondo virtuale fin troppo pieno di colori saturi, in netto contrasto con l’ambientazione buia della maggior parte delle altre scene.
Parlare di alberi offre anche l’occasione di spiegare gli incubi da cui è afflitta Quellcrist, ricchi di rami e radici pronti a soffocarla e stritolarla. Miss Falconer è grande protagonista dell’episodio, a partire dalle sequenze iniziali in cui, grazie ai ricordi, ne riconquista la pienezza sia di essi che dei suoi poteri, per proseguire sempre sul viale dei ricordi poco piacevoli, con la rievocazione dei suoi lunghi decenni di ibernazione sotto lo sguardo tra il sadico e il divertito di Reileen (la sorella gelosa della fidanzata del fratello: niente di nuovo né di particolarmente intrigante. Si poteva fare di meglio).
Tornata dunque al top della forma, Quellcrist è pronta a ricevere l’omaggio dei ribelli e prendere le redini della rivolta contro il Protettorato. Si prende anche il tempo di smascherare un traditore con l’aiuto di Trepp, per la quale purtroppo la sceneggiatura non prevede un’uscita dal cono d’ombra.
Per il resto, si nota l’uso di un cliché ben noto sin dai tempi dei cartoni animati anni ’70: i buoni vincono e sono tali perché sono uniti, mentre i cattivi perdono perché sono in conflitto fra di loro. Qui ci sono scarsa stima e diffidenza tra Danica e il colonnello Carrera. Peccato, perché lui è un personaggio con un suo interesse: per esempio, dovrebbe avere la pila del mentore di Takeshi, ma questo non viene approfondito, come il 99,9% degli spunti proposti dalla narrazione. I due non riescono a mettere da parte le loro divergenze, anche se, almeno a parole, sanno benissimo che il Protettorato protegge solo se stesso e che “la guerra è una menzogna a cui crede solo la manovalanza”. Tanto per stare sempre nella confort zone dei cliché narrativi ben noti e sperimentati.
Quanto meno, c’è un finale con i fuochi artificiali, o meglio con l’Angelfire, per dare appuntamento alla prossima puntata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Will Yun Lee
  • Quellcrist
  • Finale con l’Angelfire
  • Troppi cliché
  • Poco mordente
  • Spunti buoni non approfonditi

 

Non basta l’Angelfire a fare grande fantascienza se la storia di base è quella di due innamorati che lottano contro i cattivacci di turno. Il vedere tanti spunti non sviluppati ha un brutto sapore di occasione sprecata. Per fortuna, il personaggio di Quellcrist alza il valore della puntata. Al momento, non si sa se ci sarà una terza stagione dello show, per completare la trasposizione della trilogia scritta da Richard K. Morgan. Se però ci fosse con un’ulteriore semplificazione delle trame, come c’è stata tra la prima e la seconda stagione, si sconsiglia il passo.

 

I Wake Up Screaming 2×05 ND milioni – ND rating
Bury Me Dead 2×06 ND milioni – ND rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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