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Black Mirror 5×01 – Striking VipersTEMPO DI LETTURA 4 min

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It’s not cheating. It’s not real. It’s like porn, or something.

Appare sempre più evidente quanto Black Mirror, quantomeno il Black Mirror delle prime due stagioni, sia oramai soltanto un lontano ricordo. Col passare degli anni la serie ha progressivamente perso il suo fascino iniziale e, nonostante resti comunque uno show piacevole da seguire, è impossibile non percepire la sensazione che, nelle ultime stagioni, qualcosa di importante si sia perso durante il tragitto. Considerata questa premessa, possiamo comunque guardare positivamente questo “Striking Vipers”, un episodio che in più di un’occasione ci ricorda qualcosa di già visto, ma che con il suo messaggio di fondo risulta molto più attuale di quanto possa sembrare.
Costruito a partire dal classico confronto tra uomo sposato, oramai abituato alla routine della vita familiare, e quarantenne rampante refrattario ai legami duraturi, l’episodio prende presto la classica piega da romanzo distopico trasformandosi in un’evidente critica all’attuale strumentalizzazione sessuale del media videoludico. Da qui la pertinenza del messaggio sotteso a “Striking Vipers” che, in pratica, vuole dirci che in questo mondo, il nostro, quello reale, tutto finisce con l’essere connesso, direttamente o inconsciamente, al sesso. Volendo semplificare, potremmo catalogare questa premiere come tentativo di mostrarci quale sarà il futuro del porno interattivo, attualmente in fase di incubazione ma ben presente sulla rete grazie al sempre più crescente utilizzo di tecnologie di realtà virtuale o realtà aumentata quali dispositivi VR, Google Glasses e affini.
Volendo invece scavare, nel tentativo di cercare un significato meno generale legato a questo episodio, è impossibile non captare una certa critica nei confronti di un mondo, quello videoludico e in generale quello relativo al mondo Nerd, Geek e altri acronimi vari per descrivere quelli che un tempo venivano etichettati semplicemente come “sfigati” – gruppo che il recensore che scrive conosce fin troppo bene – letteralmente sfruttati per un guadagno economico da cosplayer che riescono a denudarsi anche facendo il cosplay di Buzz Lightyear o da gamer di sesso femminile che finiscono bannate su Twitch per aver “accidentalmente” mostrato i capezzoli. Ed ecco che fare sesso con Roxette, nonostante dietro il suo avatar si nasconda un amico di vecchia data, diventa ben presto una vera e propria dipendenza, esattamente come quella da porno o, andando nel soft, quella relativa al guardare tonnellate di foto o video della classica bella ragazza su Instagram che ad un certo punto capisce di poter utilizzare la sua fisicità per vestire i panni di un qualche personaggio fittizio, il più delle volte senza alcun tipo di riferimento sessuale, tramutandolo nell’ennesimo feticcio da masturbazione.
Il sesso virtuale diventa così una prigione dal quale Karl non riesce più a uscire, il sesso tradizionale diventa noioso, perdendo di significato di giorno in giorno e in breve tempo anche Danny comincia a percepire che, per quanto strano e grottesco possa essere fare sesso con una donna virtuale che in realtà è il suo migliore amico, il mondo reale non è più così interessante una volta equiparata alla realtà virtuale. Tanto da arrivare, sul finale, ad un compromesso: sulle note di Not One Minute More di Earl Grant, Theo concede a suo marito, nel giorno del suo compleanno, quella che non possiamo definire con certezza “l’ultima volta” nei panni del suo alter ego virtuale, ma che vuole simboleggiare la rassegnazione di una moglie alla dipendenza di suo marito. Un compromesso che nasce dalla paura di perdere la stabilità familiare tanto sudata e che, nella sua oggettiva tristezza di fondo, rappresenta una dinamica abbastanza comune ai giorni nostri, a prescindere dalla distopia messa in scena in questo episodio.
Emergono diversi dubbi in merito alle dinamiche del videogioco, ad esempio non è chiaro perché un picchiaduro consenta la possibilità di fare sesso, a maggior ragione viste le esperienze di Karl con orsi polari o multyplayer gangbang, oppure come un videogioco basato sul picchiarsi indiscriminatamente sia programmato in maniera così accurata dal punto di vista del piacere sessuale, a tal punto da emulare un orgasmo femminile tanto per cominciare. Si tratta comunque di pignolerie. L’episodio non è certo uno dei più belli visti fin qui nel corso della serie, ma bene o male fa il suo lavoro e, oltre che intrattenere, ci offre degli spunti interessanti su cui riflettere. Un inizio non brillante ma, diciamolo, poteva andare peggio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Consueta atmosfera alla Black Mirror, ma meno ansiogena
  • Riflessione sulla dipendenza da porno
  • Riflessione sulla strumentalizzazione sessuale del comparto videoludico
  • Picchiaduro programmati per simulare orge e rapporti sessuali zoofili?
  • Episodio un po’ lento
  • Finale un po’ deludente abituati al Black Mirror del passato

 

Una premiere un po’ sottotono rispetto al solito, ma in TV abbiamo decisamente visto di peggio. Buona l’intenzione, non un granché il risultato finale. Nel complesso, comunque, ci sentiamo di salvare l’episodio.

 

Black Mirror: Bandersnatch ND milioni – ND rating
Striking Vipers 5×01 ND milioni – ND rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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