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Brooklyn Nine-Nine 8×09 – The Last Day (Part One)TEMPO DI LETTURA 4 min

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Brooklyn Nine-Nine si appresta a chiudere i battenti e, per celebrare la fine di un viaggio spettacolare durato otto anni e 153 episodi, la serie decide di chiudere in bellezza con un doppio series finale incentrato sull’oramai iconica halloween heist. Un finale costruito in maniera tale da ripercorrere i momenti salienti delle stagioni passate grazie al ritorno di personaggi storici e alla riproposizione di alcune delle gag che hanno fatto la fortuna della serie in questi anni, il tutto naturalmente condito con una buona dose di malinconia.

IT’S HEIST TIME!


Non poteva che finire in questo modo, con la consueta lotta per la conquista dell’ambito titolo di amazing human/genius. Brooklyn Nine-Nine non ci pensa due volte e, utilizzando come motore narrativo la decisione di Jake di abbandonare il distretto per stare più vicino a suo figlio Mac, fa leva sull’elemento forse più iconico per i fan della serie, l’halloween heist appunto, per lanciarsi lungo il viale dei ricordi.
La caccia al tesoro organizzata da Terry, escluso “legalmente” dalla competizione per poter così presenziare al colloquio necessario alla sua promozione a Capitano, parte esattamente da questo presupposto: ripercorrere i momenti più memorabili degli ultimi otto anni. Si parte così da Caleb, ex compagno di cella cannibale di Jake, per poi andare a ritrovare l’arcinemesi di Holt, Madeline Wuntch, o quantomeno la sua lapide, adornata dallo stesso Holt dal tanto adorato arco di palloncini, passando quindi per personaggi storici come fake Charles, Pimento e Gina. C’è tempo anche per ricordare una delle sequenze forse più iconiche, quella della “cover” di Tell Me Why dei Backstreet Boys improvvisata dai cinque sospettati di omicidio, divenuta famosa soprattutto grazie ai social; ma c’è tempo anche, e soprattutto, per la rivelazione forse più attesa, riguardante il tatuaggio misterioso di Holt, un mostruoso ibrido Kevin/Cheddar meraviglioso nella sua incontestabile bruttezza.
Insomma, una mezz’ora che nonostante la frenetica necessità di bombardare lo spettatore di ricordi scorre molto piacevolmente e che funge da “felice distrazione” prima del grande addio che andrà in scena nella seconda parte.

A TRIP DOWN MEMORY LANE


Prima o poi doveva accadere. Brooklyn Nine-Nine giunge quindi alla fine e decide di dare l’addio ai suoi fan con un doppio finale elaborato nella sua costruzione (soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione del colpo da parte di Jake), ma molto semplice nelle intenzioni. La decisione di Jake di lasciare il distretto sancisce definitivamente l’ingresso del ragazzo nell’età adulta; l’infantile detective conosciuto nel pilot lascia spazio ad un padre di famiglia disposto a sacrificare la cosa che ama di più, il suo lavoro di detective, per stare vicino al figlio e non commettere gli stessi errori del padre. Una conclusione coerente col processo di crescita attuato dal personaggio da almeno un paio di stagioni a questa parte, nonché pretesto narrativo per l’allestimento del colpo probabilmente più elaborato visto finora.
Le storie degli altri character scorrono invece sullo sfondo, utilizzate anch’esse come stratagemmi per contestualizzare tutti i grandi ritorni di puntata. Raymond Holt, come sempre, ci delizia con poche ma ben piazzate perle televisive (Cheddar la spia addestrata, l’arco di palloncini sulla tomba della Wuntch, i dialoghi con Gina), confermandosi personaggio chiave della serie e vederlo ancora una volta alle prese con la follia della sua ex assistente, ora influencer multimilionaria alla guida di un mezzo corazzato, non può che suscitare un po’ di malinconia nei fan di lunga data.
Unico rimpianto, almeno per quanto riguarda questa puntata (ma in generale un po’ tutta l’ottava stagione) è lo scarso minutaggio dedicato a Boyle, personaggio che recentemente – fatta eccezione per Game Of Boyles – è stato un po’ trascurato, e che qui in pratica funge soltanto da mero pretesto narrativo per far saltare il piano di Jake e alimentare il dramma di fine puntata. Un appiattimento del personaggio che sicuramente vuole mostrare, indirettamente, la crescita di Charles, sia umana che professionale, non più ossessionato in maniera maniacale dal suo partner/migliore amico e decisamente più sicuro di sé rispetto a qualche anno fa. Ma che purtroppo priva lo spettatore del lato migliore di Boyle, quello fatto di frasi sessualmente ambigue, incredibili peripezie culinarie e pluridecorate arcinemesi equine.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • It’s Heist Day!
  • La camminata finale della sigla integrata nella trama
  • Tante facce conosciute come Gina, Pimento, Caleb il cannibale e fake Charles
  • Tante gag storiche, in primis quella di “Tell Me Why” dei Backstreet Boys
  • Holt che mette un arco di palloncini ogni settimana sulla tomba di Wuntch
  • Il tatuaggio di Holt
  • Boyle lasciato completamente fuori fino al secondo finale
  • La riproposizione a raffica di personaggi e gag per strizzare l’occhio allo spettatore rende tutto molto frettoloso

 

Una prima parte decisamente positiva, anche se decisamente improntata sul fan service e sulla lacrimuccia facile. La riproposizione di gag e personaggi a raffica, quasi senza prendere fiato tra una scena e l’altra, rende tutta l’azione un po’ frenetica, ma ad ogni modo si tratta di una puntata che scorre molto piacevolmente nonostante l’enorme coefficiente di malinconia sotteso alla narrazione.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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