A metà della sua sesta stagione, DC’s Legends Of Tomorrow pone un punto fondamentale nella sua trama orizzontale, chiudendo un ciclo narrativo e ponendo le basi per il prossimo.
Tutto questo con un episodio-filler costruito ad hoc per il mese del Pride, il che potrebbe apparire come qualcosa di forzato, ma in realtà si rivela in linea con lo “spirito” dello show. Soprattutto è uno degli episodi migliori visti finora, riportando così la serie ai fasti delle origini e alla sua “filosofia”.
OLD LEGENDS VS NEW LEGENDS
“A planet of clone Avas and Saras? Are we sure we want to stop that?”
L’episodio è interamente strutturato su due storyline principali, che scorrono parallele ed indipendenti pur intersecandosi verso il finale.
- Storyline della “vecchia guardia” ossia il duo Mick Rory-Sara Lance. Non si può non scorgere, in questa, un omaggio implicito proprio ai due co-protagonisti principali. I quali si prendono la storyline più intensa e densa di significato. Una storia che omaggia tutto un filone della fantascienza cyberpunk con annessi temi bioetici. E che presenta un villain finalmente degno di nota (la cui “morte” è un chiaro omaggio a 2001: Odissea Nello Spazio) e un’estetica vintage e kitsch che richiama alla mente gli episodi del miglior Doctor Who.
- Storyline della “nuova guardia”, con il resto del Team-Legends impegnato nell’ennesima “missione impossibile” che, anche in questo caso, ha un preciso riferimento cinematografico, anche se qui prevale il tono più parodico e scherzoso, dovuto al fatto che i personaggi sono di tutt’altro livello.
BACK TO THE LEGENDS
Rimane il fatto che l’episodio rappresenta un vero e proprio “ritorno alle origini” per lo show di Berlanti e soci che qui si sbizzarriscono fra le continue citazioni cinematografiche (bello Nate in versione Jena Plissken), divertissement meta-seriali e loop temporali assurdi.
Un’atmosfera intrisa di cameratismo e goliardia come non se ne vedeva da tempo, in cui più o meno tutti i personaggi vengono finalmente coinvolti e ragionano come se fossero un unico corpo.
Ci sono alcuni buchi di trama e forzature, ovviamente. Ma bisogna dire che gli autori ormai giocano con questi difetti, al punto da farli diventare addirittura oggetto di derisione negli stessi dialoghi dei personaggi (l’incontro fra Spooner e Sara al concerto). Un’autoironia non comune in prodotti del genere.
LEGENDS E IL #CWPRIDE
Momento clou di tutta la vicenda è sicuramente la tanto attesa reunion di Sara con il resto delle Leggende e la conseguente dichiarazione di matrimonio ad Ava. Il tutto dopo un intero episodio in cui il leitmotiv principale è l’accettazione di sé e della propria natura. La Sara Lance presente da adesso in poi sarà infatti un ibrido clone-alieno (seguendo il geniale plot twist di “Bishop’s Gambit“), elemento che apre a diverse possibilità e che sarà uno dei principali oggetti d’interesse nella seconda parte di stagione.
Non si può non vedere, in ciò, una metafora delle tematiche LGBTQ+, molto care all’interno di tutte le serie del Berlanti-Verse (in cui l’hashtag #CWPride campeggia a tutto schermo), di cui questo episodio si rivela un’ottima rappresentazione.
“When I was up there in space floating further and further away, I realized something. No matter where I go or where I am, I will never be lost because I have you. You are my guiding light, and wherever you lead me, that’s my home. […] Ava Sharpe, will you marry me?”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’attesa reunion fra Sara Lance e il resto delle Leggende è uno degli episodi migliori visti finora in questo show, capace di risollevare, da solo, un’intera metà di stagione.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!