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Doctor Who 7×08 – Cold WarTEMPO DI LETTURA 3 min

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Yowza! Il mio urlo di giubilo è dovuto ovviamente alla perfetta riuscita di questo episodio, il primo riuscito veramente bene in questa seconda parte di stagione, God bless Mark Gatiss! Finalmente torna il dottore come lo conoscevamo, con un crescendo di tensione suggellato da un perfetto finale; la location claustrofobica del sottomarino ha sicuramente aiutato molto a ricreare l’atmosfera dark carica di ansia e l’ice warrior ha dato il tocco di classe in più. L’abitante del pianeta Marte, che troviamo nella serie classica, crede di essere rimasto l’unico della sua specie non avendo ricevuto risposta alla sua richiesta di aiuto vedendosi attaccato vuole vendicarsi e scatenare così una guerra nucleare: nonostante l’ice warrior sia geneticamente programmato per la guerra si percepisce il profondo dolore dovuto al fatto di essere rimasto l’unico della sua specie, dolore che ha affrontato anche il dottore. Torna anche il discorso sulla pietà che ogni essere dell’universo dovrebbe avere nei confronti di altre razze e specie; il doctor è stato divino, e senza monologhi particolarmente plateali è riuscito comunque a fare breccia nel cuore del guerriero e nel nostro con i suoi discorsi nei quali trapela il grande amore che lui nutre per il genere umano e per il pianeta Terra.
Questa è stata una puntata squisitamente fine a se stessa, durante la quale non si scopre nient’altro riguardante Clara ma in compenso vediamo delle reazioni umane da parte sua, vediamo insinuarsi in lei la paura della morte e il dubbio, come è giusto che sia, e finalmente comincia a fare domande sulla possibilità di morire prima che si nasca e capisce quasi a spese di tutti che la guerra fredda sarebbe potuta sfociare in una vera e proprio guerra nucleare perché il tempo può essere riscritto: questa è una nozione che noi tutti conosciamo, ma lei no e sarebbe stato quasi ridicolo continuare a farla viaggiare nel Tardis senza che si fosse posta le giuste domande. Inoltre il Doctor si prende la briga di spiegarle che la matrice del Tardis traduce tutte le lingue dell’universo e lei ne rimane piacevolmente sorpresa, piccolo grande particolare che in “The Rings Of Akhaten” avevano bellamente ignorato facendo parlare Clara con gli alieni come se nulla fosse.
Quando si parla del Doctor Who, tralasciando ovviamente la serie classica, si parla sempre di “era Moffat” e di “era Davis”; nonostante Moffat sia un grandissimo sceneggiatore delle volte la vera essenza del dottore si perde, come del resto è accaduto in questa ultima stagione in particolare, ovviamente non lo sto denigrando, ma, per fare un esempio, certamente le atmosfere di Russel T. Davies erano molto più drammatiche, sarà anche per via di questa rigenerazione interpretata da Matt Smith, grande attore tra l’altro, che dona al personaggio una freschezza e una giovinezza da far quasi dimenticare quanto vecchio sia in realtà; ma questo episodio l’ho trovato veramente “vecchio” stile. L’unica pecca, se proprio si vuole andare a trovare il pelo nell’uovo, forse è stata proprio il fatto che non sia andata avanti la storia di Clara, ci hanno rivelato un particolare importante in tutta fretta e poi ci hanno lasciato a mani vuote.

PRO:

  • Clara è una companion meravigliosa.
  • L’ice Warrior.
  • L’atmosfera claustrofobica del sottomarino.
CONTRO:

  • Peccato che non si sia fatto nessun riferimento alla storia di Clara.

 

Puntata meravigliosa, mi auguro che le prossime siano all’altezza di questa se non migliori.

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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