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Game Of Thrones 5×02 – The House Of Black And WhiteTEMPO DI LETTURA 5 min

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The punishment is death.

Dopo aver potuto riabbracciare tutti i vari personaggi di Game Of Thrones nello scorso episodio, alcuni semplicemente apparsi da defunti (Tywin Lannister), “The House Of Black And White” catapulta lo spettatore nel folto delle vicende. O almeno in parte di esse.
Come veniva giustamente fatto notare nella recensione di “The Wars To Come“, il vero problema di questa serie è il continuo centellinare i minuti per poter coprire l’intero panorama narrativo che viene presentato e messo a disposizione allo spettatore: si passa dalla Barriera ad Approdo del Re, da Dorne a Meeren, da Bravos a “sulla strada per Mereen”. La trama è ampia, vede come proprio fulcro tanti personaggi, a loro modo protagonisti, ma purtroppo concede a quest’ultimi decisamente troppo poco tempo per poter conquistare totalmente l’attenzione dello spettatore. Basti infatti notare quanta poca attenzione viene data alla ramificazione di trama che vede come protagonista Tyrion e Varys.
Ma come è stato detto, la trama nel suddetto episodio viene quantomeno portata avanti dopo l’episodio iniziale che è servito quasi più come puntata di ricapitolazione.
Dopo aver osservato l’animo scosso e turbato della madre dei draghi nel riconoscere il proprio fallimento per quanto concerne il loro addomesticamento, in questo episodio viene parallelamente presentato un altro animo da madre ferita: Cersei Lannister è infatti preoccupata per la salute di sua figlia, Myrcella, che essendo ospite a Dorne potrebbe essere vittima di atti violenti e spropositati considerato quanto accaduto ad Oberyn Martell nella passata stagione.
La donna, spaventata da cosa potrebbe accadere a sua figlia (considerato anche che un figlio l’ha già perso), cerca di convincere quindi il fratello, Jaime, a partire in spedizione per trarre in salvo Myrcella. Jaime, così come nella passata puntata, non viene più di tanto tenuto sotto la lente di ingrandimento, ma viene sommariamente analizzato: la morte di Tywin ha sicuramente scosso maggiormente Cersei ed infatti è lei per ora ad essere quella più presa in esame e presente nelle scene ad Approdo del Re. La morte di Tywin ha avvicinato alla cittadina anche il fratello dello stesso, Kevan, che si dimostra fin da subito molto titubante e scettico nei confronti della nipote: ciò che chiede è un re, non una regina che faccia le sue veci fino alla maggiore età. Il rapporto tra i due, essendo già ora molto turbolento, sarà sicuramente preso in esame più volte con il prosieguo della stagione. Interessante, quindi, notare un discreto capovolgimento nel potere dei Lannister rispetto alle altre stagioni. Tywin, per quanto ci è stato mostrato, non è mai stato un vero e proprio “visibile” esecutore dei vari misfatti, bensì l’immagine simbolo del potere della bionda famiglia. E’ indubbia la sua influenza in drammatici epiloghi, ma ai nostri occhi da spettatori lo scettro di villain è sempre stato tenuto da Cersei. Detto questo, la morte del pater familias ha reso quanto più mai fragili i Lannister, ora alle prese con eventi in altri momenti tranquillamente gestibili e alla loro portata.
A Bravos ritroviamo Arya, approdata ed alla ricerca di Jaqen, l’assassino che l’aiutò a fuggire dal castello di Harrenhall e che le insegnò l’ormai celebre detto “valar morghulis” (“tutti gli uomini devono morire” in alto valyriano). L’episodio prende proprio nome dal tempio/casa al quale Arya bussa, nonché tempio dedicato al Dio dai Mille Volti. Proprio qui, in conclusione d’episodio, ritroverà Jaqen o per meglio dire Nessuno. La porzione di storia con influenza mistica di Bran, messa in ghiaccio per questa quinta stagione, sembra aver trovato una degna sostituzione.
Alla Barriera, Stannis offre a Jon Snow l’occasione di svestire i panni di “bastardo”: se avesse ripreso controllo del nord in nome di Stannis, Jon sarebbe potuto diventare, tramite regio decreto, uno Stark a tutti gli effetti. Ma il ragazzo decide di rifiutare, conscio e fedele del giuramento fatto come Guardiano della Notte, venendo poi ripagato quasi inaspettatamente: a gran sorpresa e contro ogni previsione Jon viene votato come Lord Comandante, prendendo così il comando del Castello Nero. Ma la sua elezione è praticamente alla pari, ed una differenza di voti praticamente nulla, incederà molto sul suo effettivo potere al Castello, considerato anche come tutti lo considerino amico dei Bruti e lo giudichino inesperto dati i pochi anni di servizio alla Barriera. Se vorrà effettivamente comandare e poter decidere di proprio pugno, Jon dovrà darsi da fare cercando di imporsi soprattutto su Ser Alliser Thorne.
A Mereen, Daenerys si trova a fare i conti con l’essenza della politica, fatta di compromessi, di giustizia e di scelte a volte controverse ma da portare avanti. Purtroppo, per una Khaleesi che da sempre faceva del popolo la sua arma, andare contro quest’ultimo sembra non essersi dimostrata un’ottima scelta, mettendo ad alto rischio la sua stessa incolumità e quella di chi le sta accanto, arrivando persino a minare la pace (o presunta tale) che sembrava regnare all’interno della cittadina. Riprendere il Trono di Spade, aspirazione ultima della discendente Targaryen, passa anche da quanto essa riesca a mantenere in stabilità dei regni così poveri e socialmente lacerati. Dovrà riuscire a fare i conti con la difficile situazione che le si para davanti se ha intenzione di governare tramite libertà e giustizia, come essa stessa afferma.
Appare ancora più evidente, con questa storyline appena descritta, il (momentaneo?) declino di poteri che in passato apparivano invincibili e letali come rulli compressori, se messa quest’ultima porzione di storia in parallelo con la considerazione precedente sulla famiglia Lannister. Diventa sempre meno difficile pensare a come questa stagione potrà essere quella in cui avverranno inversioni di status quo e cambi rilevanti di scenario. Ma per quanto riguarda Daenerys, forse è bene concedere il beneficio del dubbio sul suo esito “stagionale”. Infatti, in conclusione d’episodio possiamo rivedere, dopo un’allontanamento dagli schermi, Drogon. Il figliol prodigo sembra aver fatto ritorno e speriamo che ciò possa significare qualcosa di positivo per la trama che vede come protagonista la giovane Daenerys, ormai staticamente ferma da tempo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La forte figura di Kevan Lannister
  • Jon Snow e la sua elezione a Lord Comandante, grazie all’aiuto di Sam
  • Le trame vengono portate avanti in maniera praticamente uguale (ad eccezione della porzione di racconto riguardante Tyrion)
  • Arya Stark approda alla Casa del Bianco e del Nero
  • Il frazionamento della trama

 

La quinta stagione ha ingranato subito una marcia alta, proponendo diverse scene di ottima fattura e ponendo alcuni personaggi di fronte ad un bivio morale, etico o puramente di scelta personale. Riuscirà a tenere botta fino all’ultimo?

 

The Wars To Come 5×01 8.0 milioni – 4.2 rating
The House Of Black And White 5×02 6.81 milioni – 3.6 rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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