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Game Of Thrones 8×05 – The BellsTEMPO DI LETTURA 8 min

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The Lord of Westeros are sheep. Are you a sheep? No, you’re a dragon, be a dragon.” (Olenna Tyrell, S07E02)

 

Lady Olenna aveva suggerito a Daenerys in “Stormborn” di essere un drago e infine così è stato.
Game Of Thrones è divenuto ormai un fenomeno globale, al pari di Harry Potter e Il Signore degli Anelli, una delle poche serie di cui il giorno dopo si parla all’università, in ufficio, al bar, disquisendo sulle teorie più disparate. Dopo aver ottenuto un successo mondiale e consenso quasi unanime tra gli spettatori, in particolar modo nelle prime quattro stagioni, già dalla quinta erano evidenti i prodromi di una cambiamento epocale: ormai la serie aveva definitivamente superato l’opera letteraria e doveva reggersi sulle proprie gambe. Non è certo facile essere gli autori dello show più seguito al mondo e ritrovarsi di colpo senza le migliaia di pagine dei libri come supporto e senza un genio come George Martin, che nelle prime stagioni aveva scritto diversi episodi e collaborava attivamente come sceneggiatore.
Al di là delle scelte narrative, che possono piacere o meno, l‘errore madornale di David Benioff e D.B. Weiss è stato ridurre gli episodi della settima e ottava stagione dai canonici dieci a sette e infine sei, una vera e propria follia considerata la moltitudine di personaggi e storylines presenti nella serie di casa HBO. Le conseguenze di tale scelta sono state catastrofiche, dando il via a buchi di sceneggiatura enormi e teletrasporti istantanei in stile Goku di Dragon Ball. Una fretta di chiudere che ha definitivamente compromesso la riuscita di quest’ultima stagione. Non si hanno certezze al riguardo, ma un maggior numero di episodi, probabilmente, avrebbe giovato a giustificare determinate soluzioni e cambiamenti di alcuni personaggi chiave, evitando la pessima gestione di diversi filoni narrativi.

IL MASSACRO


“The Bells” si apre con la morte di Varys, un personaggio fedele alla sua storia fino in fondo che decide di sacrificarsi per un bene superiore tramando alle spalle della sua Regina, consapevole di firmare così la sua condanna a morte. La morte lo coglie, però, non prima di aver mandato uno dei suoi “uccellini” nella capitale (non ci è dato sapere a chi sia stato indirizzato, forse ai lord di Westeros, tentando di informarli su chi sia il legittimo erede del Trono di Spade).
Al contrario, ancora una volta, il character di Tyrion subisce l’ennesima involuzione, che lo ha portato nelle ultime due stagioni da essere un fine stratega politico (nonché mente brillante) a sbagliare ogni scelta strategicamente rilevante; Tyrion corona il tutto liberando il fratello, dopo essersi reso conto troppo tardi della scelta di Daenerys di conquistare King’s Landing con fuoco e sangue.
Non va certo meglio per l’altro Lannister di nuovo prigioniero come ai tempi dei Bolton visto che Jamie si era reso protagonista di una lunga e splendida evoluzione, la migliore insieme a quella di Sansa, salvo decidere improvvisamente di tornare sui suoi passi, per far ritorno dall’amata sorella. Un cambio di rotta abbastanza incomprensibile, uno dei tanti esempi di una gestione veramente troppo affrettata dei characters.
Gli aspetti tecnici della battaglia sono senza dubbio esenti da critiche: una fotografia perfetta e una colonna sonora eccelsa, per un resa visiva degna di nota, dove si assiste finalmente alla vera potenza di un drago adulto e nel pieno delle forze. Se tecnicamente gli standard sono altissimi non si può dire lo stesso per le numerose incongruenze della trama, come per esempio l’evidente squilibro tra i draghi: per un Rhaegal ucciso con disarmante (e forse troppa) facilità, c’è un Drogon invece che sembra invincibile, senza tralasciare l’assurdo modo con cui viene distrutta la Iron Fleet di Euron (la più grande del mondo ndr) e la figura da porci fatta dalla Compagnia Dorata che appare per cinque minuti buoni, giusto il tempo per fare la figura degli stolti (tra l’altro nei libri discendenti della fazione perdente la guerra civile Targaryen, ma questa è un’altra storia).
La battaglia, mostrata agli spettatori tramite la spia bambina di Varys e Arya, procede velocemente al termine con numerose scene che fanno pensare ai morti di Pompei per l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Nel mentre Cersei, poco realisticamente, nonostante sia un personaggio astuto, non ha in serbo nessun piano B o contromossa credibile, limitandosi ad assistere passivamente dal celebre balcone alla sua disfatta. Considerata la distanza siderale che separa ormai l’opera letteraria dal prodotto seriale, forse non è nemmeno giusto parlare di profezie non rispettate e di Valonquar, ma la morte della Regina di casa Lannister, per quanto commovente e ontologicamente importante considerata la reunion finale con il fratello-amante, segna una delle peggiori scelte narrative possibili, visto le tante soluzioni disponibili e delude moltissimo, al contrario invece dell‘attesissimo Cleganebowl.
Il duello mortale è stato reso alla perfezione e la distruzione di Approdo del Re come sottofondo ha fatto il resto, con la Montagna che senza elmo avrà ricordato a molti Anakin Skywalker/Darth Vader di Star Wars. Un finale molto bello, con un evidente citazionismo a Oberyn in “The Mountain And The Viper” e un salto nel vuoto e tra le fiamme da annoverare tra le più belle scene della serie.
Con la conclusione del massacro e la vittoria di Daenerys assumono particolare rilievo due visioni delle precedenti stagioni: quella della madre dei draghi nella seconda stagione in “Valar Morghulis” e quella di Bran in “The Lion And The Rose” nella quarta. Se in quest’ultima Bran toccando un albero diga vede Drogon piombare su Approdo del Re, nella prima Daenerys ha una visione riguardo se stessa nella sala del trono mentre nevica, ma visto l’esito della puntata si può affermare che si trattasse di cenere. Due momenti distanti tra loro ma che fanno pensare come gli autori avessero già deciso l’esito di questo penultimo appuntamento del Trono Di Spade.

UNA VERA TARGARYEN


Per dare un giudizio complessivo di questa puntata non si può allora non commentare la svolta dark della regina nata a Roccia del Drago. A livello politico, dopo tanto attendismo e numerose disfatte militari, Daenerys decide di diventare ciò per cui è nata, una vera Targaryen che conquista con il fuoco e con il sangue, non a caso motto della casata, scegliendo deliberatamente di essere temuta e non amata e compiendo un vero e proprio massacro, nonostante la città si fosse già arresa. Tuttavia, una tale scelta doveva essere preceduta da un notevole cambiamento psicologico, poiché non bastano un paio di primi piani con gli occhi di Emilia Clarke fuori dalle orbite e la morte di Jorah, Missandei, Viserion e Rhaegal per giustificare un cambiamento di tale portata, per quanto visto la natura del character, autoritaria e pur sempre Targaryen, non ci sia da scandalizzarsi.
Sarebbero occorsi decisamente più episodi per raccontare questa deriva autoritaria, senza dimenticare l’immenso plot-twist con Jon Snow/Aegon, vero erede e rivale al Trono, il quale seppur accennato qua e là, ha seriamente inizio solo ora e narrativamente parlando non potrà avere una gestione oculata, visto e considerato che al termine dello show rimangono soltanto 80 minuti.
Anche se nei libri Daenerys ha gli occhi viola, nello show sono verdi e chissà se, nel finale di stagione, gli autori decideranno di esaudire una profezia stavolta, dopo un episodio in cui Arya è stata praticamente inutile, rendendola di nuovo partecipe di una grande uccisione: “brown eyes, blue eyes, green eyes” aveva sentenziato Melisandre. Tutto può ancora succedere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Visivamente un’altra puntata molto bella dove finalmente si assiste alla vera potenza di un drago adulto
  • Fotografia semplicemente pazzesca
  • Colonna sonora perfetta
  • La morte di Varys, morto come era vissuto, tramando nell’ombra per un bene superiore
  • Il massacro dei civili e la distruzione di Approdo del Re, una decisione politica di Daeneys di conquistarla attraverso “fuoco e sangue” da vera Targaryen…..
  • Cleganebowl mentre la città viene distrutta, eccelso e senza dubbio la parte migliore dell’episodio
  • Le visioni del passato che si ricollegano alla puntata
  • La folle decisione di accorciare la settima e l’ottava stagione, un errore madornale per una storia così ampia e complicata da raccontare
  • La terribile gestione di Tyrion, un’involuzione lunga due stagioni e culminata in questo episodio
  • La pessima gestione di Jamie, un character che aveva avuto una bellissima evoluzione che si arresta all’improvviso
  • …anche se un po’ troppo repentino come cambiamento a livello psicologico
  • L’evidente squilibro tra i draghi, per un Rhaegal ucciso con disarmante facilità e un Drogon invece che sembra invincibile
  • La compagnia dorata completamente inutile così come la flotta di Euron
  • Cersei senza assi nella manica o un piano b di fuga, poco realistico per un personaggio così astuto
  • La morte di Jamie e Cersei, pregna di significato ma decisamente deludente
  • Arya praticamente inutile
  • Nonostante qualche accenno, si apre solo ora la faida Jon-Dany, un plot twist enorme da gestire in soli 80 minuti.

 

Un episodio bello da vedere ma caratterizzato da scelte narrative discutibili, gestioni pessime dei personaggi e in generale da un’evidente mediocrità nella scrittura della puntata, viziata da una fretta di chiudere lo show veramente incomprensibile. Se si dovesse valutare il prodotto esclusivamente dal lato tecnico, non si potrebbe che assegnare il massimo dei voti, ma considerati gli enormi problemi emersi nella scrittura dei character e nello sviluppo della trama orizzontale, caratterizzata da scelte francamente incomprensibili e incoerenti, non si può allora che optare per un’insufficienza piena. La delusione è tanta visto l’hype per questo episodio, sperando che Benioff e Weiss ritrovino nell’ultimo episodio quel coraggio e quell’imprevedibilità che avevano reso GoT un prodotto di punta di tutto il mondo seriale.

 

The Last Of The Starks 8×04 11.80 milioni – 5.1 rating
The Bells 8×05 12.48 milioni – 5.4 rating

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

7 Comments

  1. Il riferimento alla visione di Daenerys è inesatto, ai tempi gli sceneggiatori e forse anche la stessa Clarke avevano detto che quella era proprio neve: forse rivedendola di recente gli è venuto in mente di fingere fosse cenere. Ma perchè Daenerys avrebbe gli occhi verdi? Perchè a vedere qualche buon screenshot delle ultime stagioni o foto della Clarke sono blu. Comunque a mio modesto parere hanno rovinato la serie in parte con la 7° ma soprattutto con l’ 8°, decisamente peggio

  2. Ciao Giulio, per quanto riguarda gli occhi sono verdi, basta guardare le diverse foto in circolazione. Per la visione invece l’interpretazione è dubbia, non si capisce se possa cambiare ora o rimanga comunque neve. Sono d’accordo con te, la settima è stata un disastro e da lì è iniziato il declino, narrativamente parlando.

  3. e come al solito, in prossimità del finale di una serie, son tutti delusi e scontenti… novelli e baldi sceneggiatori da poltrona che pensano di saperne più di chi lo fa di mestiere, io avrei fatto così, io avrei voluto che, io l’avevo detto dalla prima stagione che, io, io, io…. E’ un film già visto… stucchevole e fastidioso molto più che qualche buco di sceneggiatura. non sono mai stato un fan scatenato di got, ma alla luce di questa pioggia di “delusi” me lo fate rivalutare!!

  4. Ma non bisogna essere degli sceneggiatori per parlare di Got. Questo è un sito di recensioni per serie tv e nasce proprio per discutere di questi argomenti, se potessero parlarne solo gli addetti al lavori, allora non si parlerebbe mai di nessun prodotto seriale.

  5. Fin’ora ho giudicato negativamente la stagione 8. Arya che ha passato gli ultimi anni a cambiare volto uccide il personaggio principale del male con un salta e un cambio di mano degno del peggior Stevan Seagal. Ogni cosa che successa era ampiamente prevedibile, il figliol prodigo Theon etc. In questa 8×5 devo dire che alcuni aspetti mi hanni sorpreso e la magnificenza degli effetti speciali ha nascosto le lacune della sceneggiatura. Ora mi aspetto che quel drago dia retta al Thargaryan giusto e che venga data la giusta luce all’unico personaggio che la merita: Hodor

  6. Bah secondo me bisogna anche riconoscere agli autori il coraggio di avere stravolto a due episodi dalla fine i ruoli consolidati di eroi e villain.
    Avrebbero potuto fare un deludente compitino con John e Daenerys che sconfiggono i cattivi di turno e regnano sui sette regni con amore e giustizia, e invece hanno optato per quello che piaccia o meno é comunque un importante plot twist.
    Sicuramente si potevano gestire meglio i tempi ma é altrettanto sicuro che optando per un maggior numero di episodi qualcuno avrebbe poi lamentato una deriva di daenerys più telefonata o la presenza di episodi filler.
    Preferisco 100 volte al netto di tutti gli errori un finale con l’eroe che diventa l’anti eroe condito da un milione di vittime innocenti e morti eccellenti piuttosto che ( per esempio ) un Avengers dove ancora poco e facevano resuscitare anche i morti di vecchiaia.

  7. Sicuramente un finale disneyano con Jon e Daenerys sposi e pargolo al seguito sarebbe stato il peggiore in assoluto. Gli autori hanno stravolto le dinamiche di alcuni personaggi e questo ci può stare, tuttavia si contestano le modalità di questi cambiamenti, sicuramente troppo repentini e preparati poco, narrativamente parlando. Poi certo ogni scelta piacerà ad alcuni e farà arrabbiare altri, per una serie con un seguito così ampio è inevitaibile

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