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Generation 1×06 – The Wheels On The BussyTEMPO DI LETTURA 3 min

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Generation 1x06 recensioneLa sensazione di trovarsi davanti ad un grosso e lento prologo (di una storia a più puntate) probabilmente non è tanto distante dalla realtà dei fatti.
Il sesto episodio di Generation (o Genera+ion, de gustibus e soprattutto se Google lo permette) sembra fare infatti un bel passo indietro sia rispetto allo stile narrativo sbandierato nei precedenti episodi (la regia qui è piuttosto basilare e non sperimentale come visto finora), sia rispetto ad una trama che si dimostra piuttosto lineare e senza alcun tipo di risvolto interessante. Almeno prima degli ultimi secondi di puntata grazie ad un bel cliffhanger.

Is everyone okay? Is anyone hurt? Can you all please check on each other?

UN BUSSY LETALE


“The Wheels On The Bussy” vede alla regia sempre Chioke Nassor, esattamente come accaduto nella scorsa “Gays And Confused“, ma una sceneggiatura che, a differenza della scorsa, non ricade nelle mani sapienti di Lena Dunham. Sarà magari anche per questo motivo, oltre che per un viaggio costipato in un autobus scolastico, che sia la regia che lo script non suscitano alcuna emozione.
La costruzione data dagli episodi finora è stata piuttosto chiara: tutto comincia e finisce nell’arco di 30 minuti, per poi continuare con eventuali ramificazioni nelle puntate successive. Questa sesta puntata però è diversa ed emerge, prepotentemente nel corso della visione, la sensazione di trovarsi davanti ad una “prima parte” di un doppio/triplo(?) episodio (conteggiando il midseason finale dell’ottava puntata). Ecco quindi che si spinge finalmente un po’ l’acceleratore nella relazione tra Greta e Riley, così come Chester sembra lavorare i fianchi di Sam, il tutto mentre si consuma una faida molto adolescenziale a colpi di “Never Have I Ever” tra i fratelli Naomi e Nathan.

Nathan:Never have I ever shown my vagina to the mailman when we were kids.
Naomi:Never have I ever hooked up with my sister’s childhood best friend ‘cause I think with my tiny dick instead of my tiny brain.
Nathan:Never have I crashed into a garbage can ‘cause I can’t fucking drive and started sobbing in the car literally this morning.
Naomi:Never have I ever gotten cum in my eye.

UN BUSSY CHE NON OSA


Nella scorsa puntata si parlava di innovazione e di come, anche Euphoria, Generation stia provando a ritagliarsi il suo spazio nel panorama seriale grazie ad una regia ed una serie di relazioni tra i ragazzi che mostrano qualcosa praticamente impossibile da vedere nella tv generalista (non a caso la serie va in onda su HBO Max). Il punto fondamentale però è che questa “innovazione” qui si va letteralmente a schiantare contro la classicità di un viaggio scolastico che, al momento, non offre alcun elemento diverso rispetto ad un Dawson’s Creek di 20 anni fa.
Generation vive molto al di fuori dell’ambiente scolastico ma è a scuola che i ragazzi vivono gran parte della loro vita (“Dickscovery” è un ottimo esempio), quindi è interessante constatare come, proprio quando si limitano i movimenti in un luogo (aula o autobus), la serie dia il peggio di sè stessa, quasi enfatizzando le limitazioni date dalle quattro mura (o ruote) piuttosto che derivarne qualcosa. A quanto pare più libertà c’è e meglio Generation ne esce fuori.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’idea del viaggio scolastico è sicuramente interessante…
  • Cliffhanger finale
  • Chester rimane un ottimo punto di forza dello show intorno a cui far girare l’attenzione
  • … per ora però non offre alcuno spunto interessante, specie considerando l’intento “innovativo” della serie
  • La staticità della trama, non dovuta all’autobus
  • Regia piuttosto basica che si scioglie come neve al sole rispetto alle precedenti puntate
  • Haley Sanchez nel ruolo di Greta continua ad essere un peso morto di proporzioni enormi

 

Che faccia parte di un trittico di episodi o che sia analizzato come una puntata singola non fa moltissima differenza: “The Wheels On The Bussy” rappresenta il primo vero passo falso di Generation/Genera+ion. Ci sono un po’ troppe cose che non funzionano e l’immobilismo narrativo, specie dopo il susseguirsi di svariate situazioni nelle scorse puntate, non può non essere conteggiato negativamente.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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