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Grey’s Anatomy 18×14 – Road TrippinTEMPO DI LETTURA 4 min

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Grey's Anatomy 18x14 recensioneCi sono ripetizioni e ripetizioni. Alcune facilmente classificabili come noiose e ormai pedanti nella loro riproposizione, altre che nonostante tutto riescono ancora a lasciare un buon segno.
Dopo ben diciotto stagioni, è facile per Grey’s Anatomy essere vittima di queste fatidiche ripetizioni. Anzi, sembra proprio che gli autori non cerchino neanche più di proporre nuove storie, cullandosi sull’usato sicuro e spesso cambiando solo gli interpreti. Per uno show così longevo, non vale la pena neanche fargliene più una colpa e, anzi, predisporsi nel guardare il medical drama come una serie di routine, un appuntamento settimanale senza impegno che ormai accompagna lo spettatore da quasi un ventennio.
Per rientrare a pieno in questa categoria, però, Grey’s Anatomy dovrebbe imparare a considerare i limiti raggiunti ed evitare di lanciarsi in esperimenti particolari spesso risultati fallimentari (“The Makings Of You” l’esempio più recente, ma non va di certo dimenticato “In My Life” della scorsa stagione). Perché ormai è ampiamente dimostrato: Grey’s Anatomy riesce ancora a farsi accettare quando si concentra sulla quotidianità dell’ospedale.

L’USATO SICURO


Per rientrare nella categoria “serie di routine” è necessario che anche le storyline si adattino a tale classificazione. I casi medici settimanali sono da sempre il punto forte del medical drama e infatti diciotto stagioni dopo, se ben proposte, riescono ancora a catturare l’attenzione.
Quanto avvenuto in “Road Trippin” ne è una dimostrazione. Il caso del giorno portato avanti da Maggie e Winston, infatti, rientra a pieno in questi canoni con una storyline medica che occupa buona parte dell’episodio unendo all’attenzione per la riuscita dell’operazione, una buona dose di emotività che non guasta mai. Direttamente collegato a questa parte di trama, spicca il resto dell’episodio che mette in scena la solita quotidianità dell’ospedale. Un usato sicuro, come già detto, che aiuta a far scorrere la puntata senza annoiare dando vita a 42 minuti senza infamia e senza lode. Anzi, l’ordinarietà di quanto mostrato, riesce addirittura nell’ardua impresa di allontanare Owen dai suoi soliti drammi e mostrare una tipica giornata di normale amministrazione: rappresentazione standard ma efficace.
Oltre la medicina, l’altra faccia della medaglia di Grey’s Anatomy è sempre stato il romanticismo. Anche da questo punto di vista ultimamente lo show ha intrapreso una strada di estrema esagerazione, portando allo sfinimento le proprie trame sentimentali. Questo perché, i continui ribaltamenti di coppie appaiono sempre più confusionari e lo spettatore non riesce ad apprezzare più nessuna relazione che questa si ritrova già sorpassata. “Road Trippin”, invece, dimostra come sono i flirt semplici a catturare l’attenzione, capaci di poche scene ben piazzate ma che nel corso dell’episodio fanno un sano lavoro. É questo il caso dell’attuale flirt di Jo con Todd, il personaggio interpretato da Astin Skylar. Una trama ovviamente costruita ad hoc per far svegliare la gelosia di Link nei confronti di Jo, ma che al momento ben si presta per alimentare la semplice routine degli episodi.

IL TROPPO CHE STROPPIA


Ma non tutte le ripetizioni hanno la capacità di ottenere lo stesso risultato. Per quanto detto su medicina e rapporti sentimentali, in questo episodio vi sono state anche riproposizioni che non hanno avuto lo stesso effetto.
La storyline del fratello di Winston rientra sicuramente in quelle trame viste e riviste nel corso delle stagioni, con la pecora nera della famiglia che arriva a Seattle a destabilizzare il proprio parente-medico. In questo caso, seppur è interessante il background familiare su Winston che si rivela sempre più un personaggio intrigante, la riproposizione di tale situazione non  ha propriamente colpito nel segno.
Tra due fuochi, poi, si ritrova la scelta narrativa dedicata a Meredith. Anche in questo caso, il lascio-non lascio Seattle è stato un tema fortemente abusato e che ha colpito la maggior parte dei personaggi nel corso della loro storia. Nel caso di Meredith questa assume due significati ben differenti. Da un lato la storyline potrebbe essere considerata interessante per porre davvero le basi per il trasferimento della Grey. Una situazione che ben si sposerebbe per iniziare a programmare la fine dell’intero show ma che, con il già annunciato rinnovo per una diciannovesima stagione, sembra al momento poco probabile. Da un altro punto di vista, invece, ossia quello di semplice dubbio della protagonista per alimentare gli episodi ma che in realtà non porta a niente, sarebbe l’ennesimo tentativo di storyline a vuoto. In quel caso, meglio continuare a concentrarsi sulla quotidianità in ospedale, come visto dà molti più risultati accettabili.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il caso medico di Maggie e Winston 
  • Il flirt di Jo 
  • Medicina e relazioni rimane il mix migliore di GA 
  • Owen si prende una pausa dai suoi drammi 
  • Il fratello di Winston: storyline già vista e rivista che non crea particolare interesse 
  • Il dubbio di Meredith: una scelta a vuoto o in prospettiva?
  • Ennesima crisi del programma specializzandi all’orizzonte 

 

“Operations. Relations. Complications”. Grey’s Anatomy funziona decisamente meglio quando si concentra solo su questo.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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