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Hunters 2×01 – Van Glooten’s Day 1972 Butter Sculptor Of The YearTEMPO DI LETTURA 4 min

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Hunters 2x01 RecensioneNel panorama seriale odierno Hunters è una mosca bianca. Una serie TV distribuita da una delle più grandi piattaforme, come Prime Video, uscita nell’ormai lontanissimo 2020 pre-covid. Un prodotto che si fregiava di un cast capeggiato niente di meno che da Al Pacino, al primo ruolo in una serie dal lontano 1968. Hunters ebbe anche un discreto successo, giustamente commisurato alla discreta qualità dello show, che lo rendeva, di fatti, un potenziale prodotto di punta per Prime, quasi al pari di The Boys. Tuttavia, non è ben chiaro cosa sia successo, ma fatto sta che per vedere un seguito della clamorosa scena finale di “Eilu v’ Eilu” il pubblico ha dovuto aspettare ben tre anni: un’eternità.
Inspiegabile visto il successo e l’onda che Amazon avrebbe potuto cavalcare. A ciò si aggiunge anche la notizia che questa seconda stagione sarà la stagione finale. Da un certo punto di vista si eviteranno inutili lungaggini e trame annacquate, ma allo stesso tempo lascia la sensazione di una decisione presa per dare una chiusura “prematura” a quel cliffhanger di nome Adolf che necessitava di una spiegazione. Da segnalare, inoltre, la presenza dietro la macchina da presa dell’inedito Phil Abraham (Mad Man, Daredevil) e tra le new-entry l’interessante Jennifer Jason Leigh, oltre al ritorno decisamente forzato di Al Pacino.

LE DOLORANTI SPALLE DI AL PACINO


Il colpo di scena più grande di tutti non può essere che uno solo: il ritorno di Al Pacino. Dopo l’exploit della prima stagione, ben costruito attraverso gli episodi, con un mistero che è venuto a galla solo negli ultimi minuti, ci si aspettava un naturale passaggio del testimone ai restanti Cacciatori per lo scettro di protagonisti. E invece non è così. Probabilmente David Weil (Invasion) si sarà accorto del grosso peggioramento che l’assenza di Meyer Offerman comportava e ha deciso così di strutturare la seconda stagione su due orizzonti temporali paralleli, mostrando quella che sarà, probabilmente, la nascita dei Cacciatori.
Una scelta che non spicca per originalità e provoca anche qualche sbadiglio, interrompendo la narrazione della ben più interessante caccia al Führer. Due anni prima degli eventi della prima stagione Wilhelm Zuchs, il Lupo, ha già consolidato da anni la sua identità fittizia da ebreo e non si fa problemi ad eliminare qualsiasi potenziale pericolo che possa conoscere il suo segreto. Un aspetto che poteva, per adesso, essere tranquillamente lasciato all’immaginazione dello spettatore. L’unico pregio consiste nel regalare allo spettatore un’altra interpretazione dell’attore de Il Padrino. Come si suol dire, Al Pacino sta ancora portando tutto il peso di Hunters sulle spalle.

TAXI DRIVER JONAH


Tornando ai protagonisti in vita, ecco che c’è un importante salto temporale di ben due anni, quasi a voler simboleggiare anche il tempo intercorso tra la prima e questa seconda stagione. Sono cambiate ovviamente un po’ di cose. Ad esempio Jonah ora vive a Parigi, con una falsa identità di studente universitario e un altro nome (Sam). Una doppia vita che mantiene senza sosta, nascondendo la verità addirittura alla sua ragazza giorno dopo giorno. Il motivo di questo cambiamento, però, è presto svelato. Il personaggio di Logan Lerman è in realtà alla ricerca di Biff, sopravvissuto agli eventi del 1977. Jonah trascorre le sue notti in bibliotecacase di tolleranza” alla ricerca del villain della scorsa stagione, eliminando già in questa prima puntata una delle domande pendenti dalla scorsa stagione in una scena sufficientemente mortificante per l’antagonista interpretato da Dylan Baker.
Continua a fare il suo lavoro anche l’agente Millie Morris, agente dell’FBI ancora sulle tracce di ex-nazisti. Proprio il suo segmento appare essere il main plot di “Van Glooten’s Day 1972 Butter Sculptor Of The Year“, con la caccia al prete collaborazionista impunito dalla legge nonostante le accuse e le testimonianze oculari. Si esalta in questo frangente la sceneggiatura, con un’analisi abbastanza profonda sulle differenze tra giustizia e legalità. Oltre ciò lascia di stucco la totale assenza dei restanti Cacciatori, sacrificati, a conti fatti, per riportare su schermo ancora Meyer Offerman.

Chava:Jews can hide in plain sight. Jewes are very resourceful.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La tensione palpabile nella scena iniziale e il nuovo personaggio di Chava Apfelbaum
  • Il salto temporale di due anni e il cambiamento di Jonah Sam
  • La trama dell’agente Morris
  • Il glaciale primo piano di Udo Kier nei panni di Adolf Hitler
  • L’evitabile sottotrama nel 1975 che spezza il filo del racconto
  • E tutti gli altri Cacciatori?
  • L’autoplay di Prime Video che non permette di ascoltare “Beggin‘” dei Måneskin

 

Un’ouverture piuttosto sottotono per una serie attesa da ben tre anni. Il ritorno del Lupo non aiuta affatto, rosicchiando minuti che potevano essere dedicati al restante gruppo di protagonisti. La prima e l’ultima scena salvano la baracca, con la presentazione delle due grosse new-entry nel cast. Si spera che, essendo l’ultima stagione, non ci si ingolfi troppo, e si ritorni il prima possibile al ritmo a cui Hunters aveva abituato.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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