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Loki 1×05 – Journey Into MisteryTEMPO DI LETTURA 5 min

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Recensione Loki 1x05Ad un passo dal finale, Loki mette temporaneamente in pausa la narrazione, regalando allo spettatore un episodio estremamente adrenalinico, dall’altissimo coefficiente di epicità, in un tripudio di effetti speciali che di televisivo non hanno proprio niente.
Spettacolarità per sopperire ad un momentaneo stallo narrativo. Mossa rischiosa da compiere in una quinta puntata ma, al netto di quanto visto, pienamente azzeccata.
“Journey Into Mistery” (Viaggio Nel Mistero), titolo che richiama (volutamente) la serie omonima di fumetti pubblicata alla fine degli anni ’50, è una puntata che si ritaglia del tempo per rafforzare ulteriormente le motivazioni di Loki, conferendo così un’ulteriore sfumatura alla sua trasformazione e che prepara lo spettatore per l’ultimo interrogativo rimasto: chi è la mente che si nasconde dietro la TVA?

ANCHE UN LOKI ROTTO SEGNA L’ORA GIUSTA DUE VOLTE AL GIORNO


We cannot change. We’re broken, every version of us. Forever.

In preparazione al secondo ciclo narrativo del MCU le porte della serialità televisiva si sono aperte, anzi spalancate d’innanzi ai nuovi (seppur vecchi) futuri protagonisti del franchise. Nel caso di Loki si parla di una caratterizzazione lunga dieci anni, durante i quali lo spettatore ha potuto assistere a qualsivoglia tradimento, ripensamento o ri-ripensamento, ed in tutti questi anni Loki è riuscito a ritagliarsi un posticino nel cuore di tutti, amanti del fumetto o semplici spettatori occasionali, grazie soprattutto all’oramai iconica interpretazione di Hiddleston.
La recente espansione mediale che ha colpito altri eroi Marvel come Wanda Maximoff, Falcon e Winter Soldier, arriva quindi a toccare uno dei personaggi più emotivamente tormentati del MCU, uno dei cosiddetti eterni sconfitti, quelli in grado di calamitare immediatamente le simpatie dello spettatore perché pieno di problemi, esattamente come lui. Non sorprende dunque che, ad un passo dal finale, la narrazione scelga di concentrarsi sulle motivazioni del protagonista, sui suoi buoni propositi e sull’effettivo bisogno di cambiamento. A maggior ragione per dimostrare qualcosa a Sylvie, per la quale oramai è chiaro Loki provi qualcosa e che onestamente rappresenta anche l’unica possibilità per un narcisista come lui di trovare qualcuno all’altezza del suo ego smisurato.
L’arrivo di President Loki e dei suoi “Loki scagnozzi” all’interno del bunker, inizio ideale del percorso di auto-consapevolezza intrapreso in questo quinto episodio dal protagonista, non fa altro che scatenare una serie di tradimenti a catena che genera un vero e proprio loop infinito di pugnalate alle spalle e continui fallimenti, motivo per il quale Classic Loki finisce col riflettere sull’ereditarietà di questa propensione all’insuccesso in tutte le versioni di se stesso finora incontrate. Una situazione dalla quale la puntata prende il via per mostrare l’ennesimo cambiamento del protagonista, forse davvero motivato a cambiare, o forse soltanto stufo di vedere la storia sempre dal punto di vista del perdente, ma a prescindere da tutto davvero intenzionato a combattere per un obiettivo comune. Che per un Loki non è certo roba da poco.

FIDATI DI ME, SONO IL DIO DELL’INGANNO


Sylvie: “How do I know that, in the final moments, you won’t betray me?
Loki: “Listen, Sylvie. I betrayed everyone who ever loved me. I betrayed my father, my brother, my home. I know what I did. And I know why I did it. And that’s not who I am anymore. I won’t let you down.

Sebbene al termine di questo quinto episodio, in virtù dell’accorato vis a vis tra Loki e Sylvie e soprattutto dell’incantamento combinato da loro compiuto, lo spettatore sarà ben propenso a credere al cambiamento del protagonista, la domanda aleggia sempre e comunque nell’aria: si tratta forse dell’ennesimo inganno di Loki? È straordinario come un semplice costrutto, in questo caso la patologica necessità di mentire del protagonista, riesca sempre e comunque a far suscitare un dubbio, anche se piccolo e lontano, nelle menti di chi guarda. Un piccolo trucchetto che riesce sempre a mantenere alta la suspense e che realmente pone lo spettatore in una situazione di effettiva incertezza circa le sorti dei protagonisti.
A maggior ragione se visto in relazione all’ultimo vero interrogativo rimasto: chi si nasconde dietro le quinte della TVA? Finora il favorito sembra essere Kang il Conquistatore, ma subito in coda si trova l’ipotesi (o forse solo il desiderio di alcuni) secondo cui lo stesso Loki, un’altra versione almeno, potrebbe essere la mente malvagia dietro tutto questo. Opzione che risulterebbe coerente con quanto visto finora nella serie e che costringerebbe il protagonista ad affrontare quella che, per forza di cose, sarebbe la versione “definitiva” di se stesso, l’ultima prova da affrontare, ma che molto probabilmente verrà preferita al suddetto Kang, character che forse meglio si presterebbe a raccogliere l’eredità (almeno quella cinematografica) lasciata da Thanos.
Piccola nota finale: l’episodio è letteralmente stracolmo di easter eggs, alcuni palesi ed evidenti, altri nascosti sullo sfondo e visibili solo mettendo pausa al punto giusto. Tra tutti quelli presenti, però, il più bello è forse il “cameo” di Thor in versione anfibia, o Throg come viene anche chiamato, imprigionato in un barattolo (con una targhetta che recita T365, ovvero il primo albo in cui è comparso) e intenzionato a raggiungere un Mjolnir sepolto sottoterra a pochi centimetri da lui.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia ed effetti speciali incredibili
  • Easter Egg e riferimenti ovunque
  • Focus sulla trasformazione di Loki
  • Sylvie e Loki incantatori per caso
  • L’epica fine di Classic Loki
  • Sylvie che si dirige un po’ a caso verso Alioth per incontrare Loki è un po’ una forzatura narrativa, ma comunque trascurabile

 

Un episodio che a pieno titolo può essere definito filler ma che riesce perfettamente a sopperire questa sua mancanza di progressione narrativa con una dose extra di spettacolarità, garantita da una regia e degli effetti speciali che nulla hanno da invidiare al media cinematografico. Un episodio che ha il compito di spianare la strada per il finale, regalando allo spettatore una versione di Loki del tutto rinnovata e decisamente più umana, e senza dubbio i migliori 50 minuti visti finora in questa stagione.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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