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Los Favoritos De Midas 1×02 – AzarTEMPO DI LETTURA 3 min

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Dopo due episodi (ed un terzo della stagione ormai andato), ormai si puo dire con una certa sicurezza che sia Mateo Gil che Miguel Barros hanno deciso un approccio più cauto e più lento di quello che ci si aspettasse. Un’impostazione che, parzialmente, poteva anche essere percepita già con la series premiere visto che la serie si apre con un flashforward 50 giorni nel futuro ma che, ora, diventa più che palese.
Non c’è interesse nell’aumentare il ritmo: da un lato le indagini cominciano ad acquistare un po’ più spessore anche a causa del secondo omicidio (eseguito in maniera encomiabile ed innovativa sotto diversi aspetti), dall’altro la vita di Víctor Genovés continua ad accumulare problematiche sia a livello lavorativo (il licenziamento arriva un po’ a sorpresa) che personale (il tira e molla con Mónica). La trama, tutto sommato abbastanza lineare, non vive di grossi scossoni se non in alcuni momenti cardine che servono più per ricordare a Genovés ed al pubblico che questa non è una situazione normale.
Mateo Gil e Miguel Barros prediligono una narrazione priva di particolari sconvolgimenti che coinvolge una moltitudine di personaggi secondari, una faida più politica che finanziaria all’interno del Consiglio di Amministrazione del Grupo Malvar, il tutto diluendo una trama che avrebbe giovato di un minutaggio minore o, alternativamente, di un background più solido dei vari character sciorinati. Fintanto che Genovés è coinvolto tutto fila più che liscio, anche per una caratura recitativa molto forte di Luis Tosar, il problema nasce in altre scene, come il semi-flirt sciorinato di fronte al luogo dell’omicidio dai due poliziotti.

Sr. Genovés: estamos al corriente de que, en este momento, su presidencia el Grupo Malvar corre peligro.
Por eso, nos complace proporcionarle información sobre cierta irregularidades financieras que afectan a Enrique Wilson, la sola posibilidad de publicación, sin duda, hará cambiar a este de actitud en el próximo consejo. Confiamos en que esto le ayude a comprender nuestra norma de conducta, que consiste en procurar su bienestar y protegerlo de todo mal.
Recuerde: su beneficio es el nuestro.
Esperando noticias suyas, se despiden.

Los Favoritos De Midas

La vera chiave di lettura fino a qui è e rimane comunque una: a Victor Genovés, al momento, non gliene frega niente degli omicidi che stanno venendo commessi come conseguenza del suo mancato pagamento. Ed è una prospettiva piuttosto interessante se si considera che, pur essendo il CEO di un’azienda molto famosa, Genovés sembra comunque avere un cuore ed un’anima che non si confanno ad un CEO (ed infatti è arrivato l’allontanamento).
Quella che poteva sembrare una “banale” lettera di ricatto ora, invece, dopo due omicidi, ha acquistato validità e rispetto, un rispetto che però, egoisticamente, Genovés riconduce sempre e solamente alla sua salute. L’idea di pagare quanto richiesto non sfiora la mente del protagonista, così come la morte delle due vittime non sembra toccarlo più di tanto, almeno per il momento. Tutto sommato è una reazione comprensibile considerando quante persone muoiono ogni giorno per diversi motivi, ma il turning point è e rimane uno solo: finchè le vittime non sono conosciute, l’animo dell’uomo non viene turbato quanto dovrebbe. Almeno fino a quando non diventerà chiaro a Genovés che “su beneficio es el nuestro“.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Interessante plot twist 
  • La love story è arrivata ben prima del previsto: buon modo per proporre un “classico” ma un po’ rivisitato
  • La lettera arrivata a fine episodio
  • Omicidio piuttosto alternativo
  • Minutaggio troppo elevato considerando il ritmo della storia piuttosto blando
  • Troppi personaggi senza un background preciso non aiutano a contestualizzare certi svolgimenti nella trama (si, si sta parlando di Sabino)

 

Los Favoritos De Midas continua a presentare alcuni difetti già sbandierati nel pilot (minutaggio in primis) che non aiutano la serie a spiccare il volo nonostante i soli sei episodi. La trama c’è e sta prendendo forma, rimane però evidente un problema di ritmo che dilata di molto i tempi: un focus più dettagliato sull’indagine aiuterebbe molto…

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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