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Luther 5×01 – Episode 1TEMPO DI LETTURA 4 min

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Per gli amanti del genere crime in salsa moderna che vivono nel caro Regno Unito la vita è molto difficile: Sherlock e Luther che sono due capisaldi del genere si basano su una produzione e una continuità che definire imbarazzanti sarebbe un eufemismo.
Luther ha portato avanti tre splendide stagioni tra il 2010 ed il 2013. Il 2015 fu l’anno della mozzata quarta stagione: due miseri episodi che è difficile ancora ora comprendere a cosa esattamente facessero richiamo.
Poi il nulla totale se non qualche misero rimbalzo di notizia. E all’improvviso, all’alba del nuovo anno, il ritorno: Luther torna per una stagione (la quinta), con la consueta composizione di quattro episodi. E già questo basterebbe per essere soddisfatti, ma il prodotto decide di mettersi alla prova e di dimostrare come, nonostante i nove anni passati dalla prima messa in onda, niente sia scaduto nell’ovvio, nel prevedibile o nel riusato. Luther è un prodotto ancora fresco, effervescente e a questo punto senza tempo, forte anche di un attore come Idris Elba che nella parte di John Luther sembra quasi esserci nato tanto gli calza alla perfezione.
C’è un preciso momento della puntata quando i dubbi iniziano ad assalire lo spettatore che fiuta, attorno ad una turbolenta ma repentina conclusione della storia, una certa puzza di proceduralità. Per una serie come Luther inserire l’elemento procedurale non più a cadenza stagionale, bensì a cadenza episodica, avrebbe significato una sconfitta a tutto campo. Ma invece questo elemento viene ben presto smentito e ribaltato, sottolineando invece come la serie di BBC One non abbia la minima intenzione di adattarsi ad alcun tipo di schema che la consuetudine consiglia.
La puntata si costruisce attorno ad elementi narrativi ben conosciuti dallo spettatore di Luther. L’apertura della puntata, con la fuga a perdifiato di un villain inseguito da da Luther, combacia alla perfezione con la prima corsa tramite la quale si era fatta la prima conoscenza di John nella prima stagione. Anche l’elemento della maschera (e dell’impianto led per ingannare le telecamere) riprende una vecchia conoscenza del detective che già in passato si era trovato a confronto con un criminale che indossava una maschera teatrale inglese (Punch).
Ci sono però alcuni elementi che aumentano la dose di pathos che questo primo episodio va ad inoculare nel corpo dello spettatore: in primis la falsa chiusura con conseguente doppio gioco di un personaggio fino a quel momento ritenuto eticamente credibile; va poi annotata la perenne necessità di Neil Cross di rappresentare Luther come l’antieroe per eccellenza, dando spazio ad una corposa trama parallela che si intreccia con la vita privata di John. E poi c’è il finale, c’è lei. Forse il personaggio più atteso da chi ha deciso di mettersi alla visione dell’episodio: Alice Morgan (Ruth Wilson) è tornata in scena. Pare acciaccata, non totalmente in forze e implorante alla porta di casa Luther. Eppure è sempre lei, Alice. Uno dei personaggi più controversi e magnetici dal punto di vista narrativo mai apparso nel mondo della serialità. Forse Jodie Comer con la sua interpretazione di Oksana si avvicina ad una ammaliante psicopaticità di questo livello, ma se Alice è un metallo ben lavorato, Oksana è un materiale ancora molto grezzo che deve essere ben lavorato.
Con un solo episodio andato in onda, una trama che fa tornare ai vecchi fasti il pubblico ed emoziona il nuovo ed un ritorno così a suo modo inaspettato, Luther non ha minimamente lasciato nulla al caso. Ed il pubblico può solo che chinare il capo e ringraziare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il villain
  • La brutalità degli omicidi, sempre impeccabili
  • John Luther e la sua immancabile dicotomia
  • Idris Elba
  • Nuovi assistenti poliziotti
  • Vecchi assistenti (e non) poliziotti
  • Il doppiogioco della terapeuta
  • Il finale di puntata
  • Il ritorno di Alice Morgan, forse più atteso di quello di Luther stesso
  • Ad un certo punto si percepiva una certa puzza di procedurale ad episodi, fortunatamente tutto subito smentito
  • Consapevoli e memori della quarta stagione, questa volta meglio non esagerare con le votazioni

 

Un inizio di tutto rispetto che concede del caos iniziale allo spettatore, finge di portare calma e tranquillità per poi riportare tutto alla fase iniziale. Aggiungendo ulteriori elementi alla già abbondante narrazione. Il voto ad una prima valutazione potrebbe risultare essere inferiore rispetto a quanto di buono scritto dell’episodio fino a questo punto, ma è molto meglio iniziare con i piedi di piombo questa volta. Giusto per essere sicuri che tutto non si concluda in maniera frettolosa e pressapochista anche questa volta.

 

Episode 2 4×02 7.64 milioni – ND rating
Episode 1 5×01 ND milioni – ND rating

 

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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