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Narcos 1×06 – ExplosivosTEMPO DI LETTURA 5 min

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He’s out of bullets. We can take him alive.
It’s your call.
Give him lead.

Spesso e volentieri si assiste ad intere stagioni in cui nel copione esistono solamente alcuni veri momenti di scrittura, quei plot twist che ti fanno mettere composto e al massimo della concentrazione perchè stravolgeranno da un momento all’altro l’intera storyline. Se per Supernatural o The Walking Dead questi si possono contare sulle dita di una mano, Narcos, anche per causa/merito della sua natura prettamente realistica, non agisce nello stesso modo ed infatti in sole sei puntate ha già sganciato diverse bombe che sarebbero stati validi capisaldi di intere stagioni. Parliamo per esempio dell’entrata in Parlamento di Escobar (possibile cliffhanger di una stagione) e delle sue successive dimissioni (altro season finale) oppure dell’attacco che ha messo a ferro e fuoco il Palazzo della Corte Suprema (ennesimo potenziale cliffhanger). Allo stesso modo l’uccisione di Gacha si candiderebbe per il medesimo ruolo.
Come ci ha ormai abituato a fare, Narcos viaggia spedito e, esattamente con un treno che non fa fermate, segue la sua corsa senza mai deragliare o soffermarsi troppo su determinati momenti. Il ritmo è certamente un elemento chiave per l’ottima riuscita di questa serie che offre una tenuta davvero impressionante sia per merito dell’enorme mole di fatti storici da raccontare, sia per la suspense che accompagna anche il più semplice dei gesti. Brancato, Bernard e Miro sono riusciti a ricreare perfettamente quel clima di terrore che Escobar e gli amichetti del Cartél de Medellín avevano instaurato all’epoca. Fare il poliziotto, essere americano, candidarsi a Primo Ministro o semplicemente essere nel posto sbagliato al momento sbagliato sono le principali caratteristiche che rendono ogni character degno di “plomo” nel caso non avessero accettato “plata”. La resa di questa paura vivida e pulsante è presente in ogni scena perché, oltre a questo terrorismo psicologico messo in atto dai narcos, ad aggravare la situazione si aggiunge la corruzione dilagante che non permetteva di riconoscere i poliziotti al soldo di Escobar da quelli realmente fedeli al proprio lavoro. Non è una cosa nuova in Narcos ma sicuramente il posto di blocco in cui Connie ed Elisa sono costrette a fermarsi funge perfettamente da esempio di quella grande incognita rappresentata dalla Policia.
A metà della 1° stagione è difficile non notare i primi cambiamenti nei personaggi, per la precisione in Escobar. Pablo, pur mantenendo intatta la flemma con la quale parla, è in realtà un uomo profondamente cambiato da quello cattivo ma pur sempre con una morale e un’etica delle prime puntate. Denaro, potere ma soprattutto rivalsa su quegli stessi politici che non lo avevano accettato tra loro sono le principali motivazioni di questo cambiamento. La pacatezza con la quale in “The Palace In Flames” ringrazia falsamente Iván Marino Ospina con la spada di Simón Bolívar, prima di freddarlo a fuoco insieme ai restanti membri dell’M-19, era una prima avvisaglia del suo cambiamento, tuttavia già nella scorsa “There Will Be A Future”, con l’utilizzo degli stessi bambini a cui una volta regalava i soldi, si era confermato il cambio di rotta. In “Explosivos” ogni pudore viene definitivamente meno con il kamikaze in aereo: un ragazzo, futuro padre, nei cui occhi risplende la gioia per essere stato anche solo degno di parlare con Escobar e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, eccetto farsi esplodere. Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi sulla moralità del Re della Cocaina, è esattamente questo il punto di non ritorno ufficiale per Pablo Emilio Escobar Gaviria.
Escobar a parte, il momento in cui compare l’elicottero della Policia, con Oberyn Martell Peña dentro, vale da solo l’intera puntata. Un momento importantissimo reso epico dalla cavalcata dell’elicottero a dimostrazione dell’enorme potenza e rabbia serbata nei confronti dei narcos. Per una volta la DEA e la Policia colombiana hanno vinto e, seppur per qualche breve momento, tutti si sentono sollevati e puliti. Una parte del marcio del mondo è stata definitivamente cancellata e, parafrasando Peña “we’ll sleep tonight“. È ovviamente un’importantissima battaglia quella vinta contro Gacha, uno dei principali esponenti del Cartel de Medellín, probabilmente il più psicopatico per quanto visto sinora. È tuttavia solo una battaglia di una lunga guerra fatta di colpi e contraccolpi che non possono essere dimenticati e che seguono una sorta di legge del taglione da cui è difficile uscire indenni.
Se Gaviria fosse stato veramente in quell’aereo allora non si sarebbe potuto festeggiare poi molto.
Un piccolo neo però emerge anche in questo episodio, nonostante la spettacolarità delle scene e la potenza narrativa dispiegata: Murphy vs CIA. La lotta costante tra le diverse agenzie americane è una cosa ormai nota a chiunque abbia visto anche solo un film con l’FBI, ovviamente anche in Colombia la situazione non poteva essere da meno ed infatti è stata resa molto bene dal controspionaggio nei confronti di Murphy. Tutto molto gradito, sia chiaro, tuttavia non si può non notare come il tutto sia poi svanito in una bolla di sapone dopo i primi 20 minuti, quasi come se non ci fosse mai stato niente. È vero si che da metà puntata in poi tutte le attenzioni sono spostate su Gacha però, a maggior ragione, una più ampia estensione di questa faida interna avrebbe potuto peggiorare la situazione sul campo migliorando al contempo il gradimento. Ripetiamo: una piccolezza, meglio se non ci fosse stata però.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Costante sensazione di inquietudine e terrore in ogni scena
  • Resa epica della caccia a Gacha con l’elicottero e relativa citazione ad inizio recensione
  • Crudeltà efferata di Escobar espressa benissimo
  • Regia, sceneggiatura e recitazione perfette, una particolare menzione va però a Wagner Moura sempre più incisivo nei panni di Escobar
  • Difficile credere che già dopo la prima “cavalcata” dell’elicottero Gacha non fosse stato già crivellato di colpi
  • Faida tra Murphy (spiato) e la CIA completamente dimenticata dopo la parte iniziale dell’episodio: si può capire il perchè ma poteva essere gestita meglio

 

Pur essendo un episodio praticamente perfetto non si può far passare inosservata la teatralità, graditissima ma purtroppo solo funzionale al gradimento del pubblico, della sparatoria a Gacha. Narcos e Netflix si sono sforzate e hanno ricreato un clima storico perfetto, difficile non apprezzare l’unità di intenti e la qualità di ogni singolo momento.

 

There Will Be A Future 1×05 ND milioni – ND rating
Explosivos 1×06 ND milioni – ND rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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