);

Outlander 6×01 – EchoesTEMPO DI LETTURA 4 min

/
()

Outlander 6x01 recensioneIl 2022 può considerarsi l’anno del ritorno per tutte quelle serie rimaste bloccate nel tempo nel fatidico 2020.
Outlander è sicuramente una di queste, con il season finale della quinta stagione ormai datato 10 maggio 2020. La serie targata Starz ha, come tutte, subito dei ritardi nella produzione, portando l’attuale sesta stagione (basata sul sesto libro di Diana Gabaldon “A Breath Of Snow And Ashes”) non solo ad arrivare in ritardo, ma anche in forma ridotta: per l’occasione gli episodi totali saranno infatti appena otto.
Non un vero problema per i fan della serie che dovranno avere solo un po’ più di pazienza dato che Outlander ha già in tasca il rinnovo per una settima stagione, con il numero degli episodi portato da 12 a 16 proprio per sopperire all’attuale più corta.
Ma dopo quasi due anni di assenza dagli schermi, Ronald D. Moore e il suo team di autori hanno voluto comunque ripresentarsi con un episodio sostanzioso. Da qui, la durata di ben 120 minuti di “Echoes”.

IL PASSATO DI JAMIE


“[…] And if time is anything akin to God, I suppose that memory… must be the devil.” 

Dopo una lunga pausa ovviamente ci si aspettava una puntata perlopiù di presentazione, volta a fare il punto della situazione sulla realtà circostante, sia politica che sociale, e sui protagonisti stessi.
Quello che non ci si aspettava, invece, è il modo in cui Outlander ha deciso di attuare tale presentazione. Per i primi 20 minuti “Echoes” propone un lungo flashback dedicato a Jamie e alla sua detenzione ad Ardsmuir Prison nel 1753. Si è all’alba della terza stagione, dopo la Battaglia di Culloden e nei primi tempi in cui Jamie era ancora in un forte stato di abbattimento per la sconfitta e la perdita di Claire. Quanto mostrato nel flashback, con la presentazione del personaggio di Tom Christie, è sicuramente un buon escamotage per collegarsi a stretto filo con il presente.
L’arrivo di Tom a Fraser’s Ridge, infatti, oltre a lasciar intendere futuri contrasti con Jamie all’orizzonte, ben si amalgama con la funzione della season premiere. Aiutare la famiglia Christie a sistemarsi è un buon mezzo per dare un quadro completo di come i Fraser si siano sistemati e come la loro comunità riesca a destreggiarsi nella vita quotidiana.
Naturalmente uno sguardo importante viene dato anche alle questioni politiche. Con la Guerra d’Indipendenza sempre più alle porte (al momento la narrazione è giunta al 1773), l’attenzione dell’episodio viene posta soprattutto su Jamie affinché accompagni lo spettatore nel fulcro delle questioni politiche e sociali. Da qui, i rapporti con la Corona, i problemi persistenti con i “vicini” o ancora il suo nuovo incarico di Indian agent danno un primo assaggio delle problematiche che verranno affrontate durante la stagione.

I TRAUMI DEL PRESENTE


“[…] By blood and by choice, we make our ghosts. We haunt ourselves.”

E mentre Jamie si occupa delle questioni politiche e sociali, il ruolo di Claire assume contorni molto più personali. E non c’è da sorprendersi a riguardo. Il terribile trauma di cui la donna è stata vittima la scorsa stagione non poteva che lasciare forti strascichi dietro di sé, caratterizzandone i comportamenti e le decisioni. Al momento la scelta di intraprendere questa strada sembra essenziale per permettere a Claire di venire a patti con la devastazione emotiva che ovviamente ancora si porta dietro dopo il molteplice stupro subito.
Interessante, da questo punto di vista, è poi la scelta degli autori di unire un elemento tanto caro a Claire come la medicina al suo bisogno di alienazione. Appare dunque ben giocata l’introduzione di una versione precursore dell’anestesia scoperta e utilizzata per sé stessa per raggiungere un oblio lontano dai ricordi.
Ma se l’analisi e la messa in scena del trauma di Claire risultano apprezzabili nell’economia della storyline generale, un po’ meno appaiono i problemi relativi a Fergus. Il giovane è sempre stato mostrato come un animo buono e positivo, non lasciandosi mai sopraffare dai traumi che lo hanno colpito, a partire dalla sua difficile infanzia in Francia, fino alla perdita della mano. Vederlo adesso sprofondare nel baratro dell’alcolismo, addirittura autore di comportamenti violenti in famiglia, risulta difficile per lo spettatore accettare questa decostruzione di un personaggio ormai punto fisso della serie.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Flashback di apertura ben gestito e mostrato
  • Puntata atta a presentare situazione politica e sociale ma anche mentale dei personaggi: dopo due anni di pausa una ricostruzione necessaria
  • Il ruolo di Jamie utilizzato per illustrare il quadro generale attuale 
  • La ricerca di alienazione di Claire mentre affronta il suo trauma 
  • La durata di 120 minuti inizialmente può spaventare 
  • Storyline di Fergus e decostruzione del personaggio

 

Outlander torna dopo quasi due anni con una puntata lunga ben 120 minuti ma essenzialmente basica, mirata alla presentazione delle dinamiche politiche e sociali e allo stato mentale dei personaggi. Il risultato? Risulta comunque difficile annoiarsi.

Sponsored by Outlander Italy

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

Rispondi

Precedente

From 1×05 -Silhouettes

Prossima

The Batman

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.