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Parfum 1×01 – AmbraTEMPO DI LETTURA 4 min

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A volte Netflix oltre che nel ruolo di produttore, si cimenta nel ruolo di cercatore di talenti. A volte fallendo (The Mist), altre volte riproponendo e distribuendo vere e proprie chicche televisive inaspettate che altrimenti rimarrebbero nascoste, presumibilmente, al grande pubblico. E’ stato il caso di The End Of The F***ing World e lo è anche con Perfume, serie già andata totalmente in onda sul canale ZDFneo in Germania e che trova in Netflix un appoggio streaming per arrivare fino in Italia. Una seria basata su di un libro thriller, solo sei episodi, una miriade di segreti ed una violenza visiva senza eguali: questa la formula magica, funzionante, che compone Parfum e che su una piattaforma come quella di Netflix, votata al binge watching, funziona estremamente bene.
I misteri di cui si compone la serie, infatti, non sono prettamente interessati a riflessioni offscreen o a possibili deduzioni da parte dello spettatore: l’azione è tanta, così come tanto è il sangue e la carne nuda mostrata durante l’episodio. Tutto funziona bene, ma il prodotto è talmente in equilibrio che la mancanza di uno soltanto degli elementi fin qui presentati basterebbe per delegittimare l’intera serie: Parfum funziona così, con i suoi segreti che non sono segreti e con il caso da risolvere che pare ricollegarsi ad un avvenimento passato che vedeva coinvolti direttamente tutti i personaggi principali apparsi in “Ambra”.
Un’altra serie, questa estate, ha cercato di costruire la sua fortuna attorno ad uno schema narrativo molto simile: Sharp Objects, anche in questo caso un prodotto che nasce in primis come romanzo.
Il paragone non deve sembrare esagerato perché, nonostante sia indubbia la qualità della miniserie della HBO con Amy Adams, la pedanteria narrativa di cui si era soggetti passivi durante la visione era indubbia. Un elemento che non accade invece in Parfum, dal momento che la serie cerca di perdere meno tempo possibile con fraseggi inutili andando piuttosto fin da subito ad appuntare gerarchie e segreti tra i personaggi. Ma se da un lato Parfum può vantare questa mancanza di immobilismo, Sharp Objects poteva trarre forza da un cast e da un comparto di regia/fotografia che sarebbe stato in grado di rendere interessante anche il più stupido break pubblicitario che la mente umana avrebbe concepito. Lì dove la storia rallentava, attori e regia andavano a tappare i buchi con delle prove singole di tutto rispetto.
Anche dal punto di vista della violenza visiva le due serie decidono di porsi differentemente.
Da una parte Sharp Objects il cui più importante e saliente momento di crudeltà viene inserito in una scena post crediti che se da un lato rende tutto più sinistro e tetro (proprio come la storia in sé), dall’altro depotenzia in parte il racconto.
Parallelamente, invece, c’è Parfum che non perde tempo e decide di andare a colpire fin dal principio lo spettatore con una serie di riprese molto ravvicinate del corpo di Katharina Läufer martoriato vistosamente sia sul cranio, sia dove una volta si trovavano le ascelle (“una volta”, sì, vista e considerata la brutalità con cui il killer sembra essercisi accanito).
Si percepisce nell’aria una certa volontà di richiamare capolavori cinematografici quali Mystic River, andando a riprendere e sottolineare come determinati avvenimenti del passato vadano ad incidere sul presente e come niente, per quanto ci si impegni, possa essere sepolto sotto una coltre di nuovi ricordi. La violenza visiva permette allo spettatore di concentrarsi su altro e non sulla storia in sé che a conti fatti, considerata la piattezza generale del plot, appare abbastanza scarna. Trattandosi pur sempre di un pilot, c’è da tenere conto il carattere di introduzione dell’episodio che comunque, nonostante i successivi pochi e centellinati sviluppi, riesce a portare sullo schermo un omicidio talmente efferato e crudo da rendere chiunque interessato a scoprire autore e movente per una tale cruenta azione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La scena del ritrovamento del corpo
  • L’efferatezza dell’omicidio
  • Storia semplice, ma di cui non si percepisce l’inesistenza
  • Saremo ripetitivi, ma riuscire a non rendere noiosi episodi di circa un’ora rappresenta già di per sé un traguardo
  • Un certo erotismo che valutato il contesto macabro non guasta nemmeno troppo
  • Una piattezza generale relativamente alla storia in sé
  • Una serie che funziona, sì, ma che se dovesse vedersi privata di uno solo dei suoi elementi portanti crollerebbe nel nulla

 

Un omicidio crudo e violento, un certo silenzioso erotismo, un segreto che torna a galla dal passato. Sembra un’ introduzione molto simile alla versione di Mai Dire di Lucarelli e invece no: è Parfum. O Perfume. O Profumo. Vedete voi come chiamarlo.

 

Ambra 1×01 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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