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Ragnarok 2×05 – Know YourselfTEMPO DI LETTURA 5 min

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Ragnarok 2x05 Recensione

“Know Yourself”. Sarebbe stato difficile trovare un titolo più azzeccato per l’episodio 2×05 di Ragnarok.
Uno dei temi principali della serie (anche se a volte sembra passare in secondo piano) è quello dell’identità. “Know Yourself” approfondisce questa tematica molto a fondo, focalizzandosi su tre personaggi nello specifico e sulla loro ricerca di sé stessi.
E’ interessante constatare come questi tre personaggi rappresentino anche tre diversi allineamenti, per quanto il confine tra gli stessi possa poi essere piuttosto labile: Fjor, dalla parte dei malvagi; Magne, dalla parte del bene; infine Laurits, più neutrale (o sarebbe meglio dire “col piede in due staffe”).

FJOR: RITORNO ALLE ORIGINI


Si era parlato qualche recensione fa di come gli Jutul stessero man a mano mostrando lati sempre più umani, quasi come se i mortali, nel corso dei millenni, li avessero in qualche modo corrotti.
A quanto pare non è stato però solo lo spettatore ad accorgersene. Anche Fjor, a seguito della morte di Vidar, se ne rende conto e mette in atto una repentina inversione di marcia, non solo rinunciano alla propria umanità (vale a dire, rinunciando a Gry), ma anche tentando di eliminarne ogni briciolo residuo dall’intera famiglia.
Sotto questo aspetto è interessante il confronto che vede contrapposti lui e Saxa. Fino a “God Is God, Though All Men Death Had Tasted”, si sarebbe potuta identificare proprio lei come la meno umana della famiglia. Per quanto ciò possa comunque essere vero, la caratteristica principale di Saxa è di essere una fredda calcolatrice. Il suo approccio con l’azienda Jutul era funzionale, mirato e moderno, fin troppo marcato dalle regole e i dettami degli umani.
Fjor, al contrario, vuole guidare le Fabbriche Jutul tramite dimostrazioni di potere, più che ricerca di consensi. Un modo di fare sicuramente meno vantaggioso a livello mediatico, ma effettivamente anche più consono a un manipolo di barbari Giganti.

LAURITS: SENZA REGOLE NE’ ETICHETTE


Se le domande di Fjor sono affiorate solo di recente, quelle di Laurits hanno accompagnato l’intera stagione (se non l’intera serie).
Il personaggio di Laurits è stato infatti sempre caratterizzato dalla sua costante identificazione come outsider. In primis rispetto al suo stesso nucleo familiare.
Ciò che infatti già “Brothers In Arms” ha tenuto a ribadire era proprio come il ragazzo si sentisse profondamente diverso rispetto al fratello. Questo sentimento è ciò che poi ha portato Laurits prima ad avvicinarsi a Vidar, per poi essere rifiutato sia dalla famiglia Jutul che dal gruppo di Wotan.
Il tormento di Laurits risiede proprio in questo: nel sentirsi costantemente rifiutato, usato o anche solo diverso da chi lo circonda.
Proprio per questo il personaggio ancora adesso si può considerare contemporaneamente appartenente a entrambe le fazioni (vedasi come, infatti, pur riappacificandosi con Magne, si allei con Saxa e voglia in qualche modo essere parte della famiglia Jutul) e a nessuna. Ancora una volta però (pur essendo apparentemente conscio di ciò che avviene attorno a sé) si ritrova usato da coloro che ha attorno: Saxa, Fjor e, adesso, persino Magne.

MAGNE: IDEALI E COMPROMESSI


Prosegue ovviamente anche il percorso di autoconsapevolezza di Magne, innescato dalla morte di Vidar.
Dopo aver rinunciato ai propri poteri, Magne ritorna un ragazzo comune, ma si ritrova spettatore degli abusi dei suoi ex alleati. Non è infatti chiaro il reale allineamento di Iman e Harry, la cui dedizione alla guerra contro gli Jutul non è stata ancora mai spiegata. Finora i due appaiono come personaggi negativi, nascondendosi dietro una “causa più grande” e di fatto abusando dei loro poteri per i propri scopi personali.
Se allo spettatore questo atteggiamento non era di certo sfuggito, Magne sembra rendersene conto solo ora che è stato privato delle proprie abilità.
La rinuncia ai poteri sembra aver fatto in qualche modo crescere e maturare Magne. Ora viene infatti mostrato non solo più consapevole delle conseguenze date dai poteri, ma anche fermo nella convinzione di non poter risolvere le cose solo ed esclusivamente con la violenza.
“Know Yourself” mostra un percorso di ri-accettazione dei poteri da parte di Magne strutturato in più step:

  • Assistere a come Iman e Harry usino i loro poteri e non poter far nulla per fermarli gli fa realizzare quanto al momento lui sia impotente;
  • Venendo aggredito da Fjor si rende conto di riavere bisogno dei poteri per porre fine alla minaccia degli Jutul, ma la volontà di non uccidere lo fa infine rinunciare;
  • In conclusione, la minaccia molto più concreta messa in atto da Ran lo costringe a mettere da parte i propri ideali e accettare ogni condizione pur di riavere indietro i poteri.

Quest’ultimo punto costituisce, almeno al momento, un’involuzione del personaggio, che ancora una volta accetta di tradire suo fratello e partecipare a una guerra a cui aveva rinunciato.
E’ comunque chiaro che nessuno dei tre percorsi descritti siano ancora conclusi e che quindi quanto mostrato in questo episodio non sia già la finale maturazione e realizzazione dei personaggi. Per quella bisognerà aspettare il sesto episodio o, eventualmente, una terza stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tre percorsi di ricerca di sé molto diversi e mostrati in parallelo
  • Laurits dalla parte dei buoni, dei cattivi, di nessuno gioca per sé stesso
  • Contrasto tra ideali e necessità di Magne
  • Il finale di episodio allude a un’involuzione del personaggio di Magne?
  • Sempre meno chiare (e probabilmente a questo punto inesistenti) le motivazioni di Iman e Harry
  • Non è molto chiaro il senso del bacio tra Iman e Ran…
  • A questo punto per non capire che Ran vuole uccidere Magne e Laurits, Turid deve essere o cieca o completamente scema

 

Un episodio interessante, ma non eccellente. Per quanto alcuni approfondimenti e rapporti tra i personaggi siano effettivamente intriganti, puntata dopo puntata la serie accumula domande che ormai rischiano di diventare definitivamente buchi di trama.

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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