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1923 1×07 – The Rule Of Five HundredTEMPO DI LETTURA 4 min

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Al penultimo episodio della prima stagione (di due) di 1923, la tensione narrativa è alle stelle e sembra chiaro che il tutto sia in preparazione dell’arrivo (o, meglio, ritorno a casa) di Spencer.

UNA SANA DOSE DI SOFFERENZA


Prendendo in esame un momento specifico e quasi marginale di questo episodio, quello del magnate minerario Donald Whitfield, interpretato da Timothy Dalton, viene subito alla luce una caratteristica molto comune delle serie legate a Yellowstone: la stretta necessità di mostrare la sofferenza in tutte le sue forme. In questo caso, le tendenze BDSM di Donald con le prostitute originalmente chiamate da Creighton che nel frattempo è stato arrestato dallo sceriffo insieme a Jacob Dutton.
Questa parentesi potrebbe risultare decisamente gratuita e non aggiunge nulla alla narrazione se non fosse che in questo universo narrativo subire o infliggere sofferenza è il metro di misura del potere dei vari character. In altre parole, se non si soffre o non si esercita un potere (anche solo in termini difensivi) non si è meritevoli di considerazioni tanto che i personaggi, laddove nascano positivi e “allegri”, debbano subire un processo (un calvario) per essere degni di vivere in quel contesto. Opinabile come cosa se non fosse che Sheridan applichi questo concetto a tutto il mondo, in una visione molto precisa e dolorosa della realtà umana.
Si veda in tal senso il percorso di un altro personaggio secondario come quello di Elizabeth “Liz” Strafford. Una ragazza che aveva un sogno preciso di come doveva andare la sua vita ma che deve sacrificarlo per essere parte della famiglia; rinunciare sostanzialmente alla vita in società.

LA LUNGA STRADA VERSO CASA CONTINUA


Spencer e Alexandra continuano il loro lungo rientro che li riporta sempre a riconsiderare tutte le scelte fatte nonostante il loro folle amore. Anche qui, è impossibile essere felice se si è legati in qualche maniera al mondo civile, pieno di doveri (e relativi dolori) che annullano le volontà personali. Alexandra rincontra (con una coincidenza parecchio fastidiosa) il suo vecchio fidanzato a fine episodio e non ci si stupirebbe che il suo viaggio con Spencer si fermi qui proprio perché non siano destinati ad amarsi per sempre se non lontano da tutti e tutto.
Le storie d’amore travolgenti nello Yellowstoneverse prevedono sempre un certo grado d’isolamento della coppia dal mondo, fosse anche un ranch sperduto sulle montagne o una spiaggia deserta in Africa.
Al momento non si hanno ancora cenni sul destino dei due nell’intera saga famigliare. Già esclusi dalla generazione di una discendenza rilevante per la famiglia, sembra quindi che in loro risieda la tragicità di questo spin-off, diviso in due stagioni. Da spettatori, si assiste alla loro storia d’amore travolti dalla sua bellezza e dall’intensità, ben sapendo che tutto ciò che si sta vedendo, finirà. Un’altra applicazione della regola del 500 derivata dalla fotografia (quanto tempo si può aprire l’obiettivo prima di vedere il movimento della rotazione terrestre sulle stelle).
Va detto che, narrativamente parlando, durante il loro viaggio di rientro succedono troppe cose. Se ne capiscono le ragioni pratiche (tenere acceso l’interesse per la loro storia) ma il tutto funziona troppo per accumulo. Per ora, va detto, non si è ancora raggiunto il limite e lo spettacolo rimane piacevole.

LA TRAGEDIA STORICA NON SI FERMA MAI


Le vessazioni subite dagli indiani continuano anche in questo episodio, con un altro carico di morti. Già detto in precedenza, questo segmento narrativo sembrerebbe staccarsi troppo dal resto della narrazione. Stanno cominciando ad essere evidenti invece i punti in comune. Teonna, come Spencer, fatica a trovare il proprio posto nel mondo. In questo caso, quando quel mondo che era il tuo ti è stato sostanzialmente tolto e rimpiazzato con un’educazione che nulla ha di positivo da offrire, se non la solita e formativa sofferenza di cui si parlava sopra.
Oltre a spazzare via il concetto di personaggio buono (chi sta dalla parte giusta della barricata) sostituendolo con quello di personaggio che agisce per necessità e sopravvivenza seguendo il proprio istinto.
Un altro tratto della visione del mondo dello sceneggiatore, caratteristico per tutto questo universo narrativo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un uso sempre molto importante degli sguardi che si scambiano i vari personaggi per dire quello che le parole (poche) non dicono
  • Comparto tecnico sempre di livello
  • È una cifra stilistica ma le sottolineature violente dopo un po’ sembrano solo appesantire invece di narrare
  • Trama orizzontale che avanza pochissimo. Anche qui, ormai cifra stilistica?
  • Ok, si amano, è chiaro, però un po’ meno tempo passato a vedere Spencer e Alex che limonano non dispiacerebbe

 

Un buon episodio di passaggio usato per approfondire maggiormente quanto già mostrato in precedenza e che avanza poco narrativamente parlando.

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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