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Andor 1×09 – Nobody’s listening!TEMPO DI LETTURA 4 min

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Andor 1x09 recensioneAndor è sicuramente una serie ambiziosa. Parte sotto la buona stella di essere il prequel di un successo di critica e di pubblico come Rogue One ma non è solo l’idea di approfondire la storia di uno dei protagonisti di un film molto apprezzato a tenere alto il livello qualitativo dello show. A questa, infatti, si accompagna un’evidente cura nella costruzione di un mondo che in parte è già conosciuto agli spettatori (che presumibilmente saranno fan di Star Wars) ma che offre una possibilità di ampliamento infinita quanto l’universo in cui è ambientato. Così, episodio dopo episodio, approfondire il passato di Cassian diventa quasi un pretesto per rappresentare un periodo della storia starwarsiana non esplorato dalle trilogie o dai film singoli già usciti.

REALISMO E VICENDE UMANE


Il fatto che le vicende di Andor e Rogue One siano di poco antecedenti ai fatti della prima trilogia è sicuramente un punto di partenza privilegiato. L’Impero brutto e cattivo, i piani della morte nera, l’alleanza ribelle, sono elementi nostalgici per lo spettatore appassionato (sia che l’abbia visto per la prima volta negli anni ’80 o che l’abbia scoperto dopo). Ma a rendere Andor un buon prodotto è innanzitutto la narrazione di queste vicende in una chiave universale che richiama le reali storie di regimi e resistenze della storia umana.
Oltre a questo c’è la capacità di entrare nei personaggi e nelle dinamiche sviscerandole passo dopo passo per mostrarle in tutta la loro realistica umanità. Cudeltà, rivalsa, ribellione, sofferenza, impotenza, sacrificio: nonostante l’ambientazione fantascientifica, le vicende di Andor sono vicende molto umane. Non c’è spazio per i poteri mentali e gli elementi idealisti dei Jedi o le loro spade laser e, francamente (e in parte anche sorprendentemente), non se ne sente nemmeno la mancanza.

EPISODIO PREPARATORIO… MA PER COSA?


Nobody’s listening!” prosegue l’arco narrativo iniziato bruscamente sul finale del settimo episodio.
L’atmosfera ansiogena che si respira durante la puntata è alimentata sia dai ritmi di lavoro dei detenuti sia dagli indizi che qualcosa stia accadendo altrove senza che i personaggi stessi, e gli spettatori, capiscano cosa. Se il finale è prodromico allo scoppio di una ribellione nell’episodio successivo resta comunque il piccolo neo che, ancora una volta, l’episodio risulti in preparazione a qualcos’altro. Resta salva la possibilità che l’avventura di Andor in questa prigione diventi quella miccia che gli farà prendere una decisione riguardo la sua posizione in merito alla guerra contro l’Impero. In quel caso questo arco narrativo sarà stato qualcosa in più di un esercizio di fusione delle atmosfere di Squid Game, Black Mirror e Episodio 2 – L’attacco dei cloni.

CATTIVISSIMO IMPERO


Prosegue la descrizione di un Impero sempre più autoritario e spietato che sarà poi quello che userà la morte Nera per provarne la forza distruggendo interi pianeti, e che già qui non si fa problemi a far fuori intere popolazioni (o interi reparti di detenuti).
Particolarmente cruenta è la storia narrata dal dottore sulla creazione della terribile arma di tortura psicologica che fa impazzire le persone costringendole ad ascoltare le urla di bambini che vengono sterminati. Chiaramente la mente va agli esperimenti degli scienziati nazisti e, d’altronde, l’ispirazione per questo Impero non può che essere quella nazi-fascista con i suoi gerarchi devoti e senza scrupoli. Spicca sicuramente il personaggio di Dedra Meero. Denise Gough sfoggia un’espressività perfetta per l’ambiziosa funzionaria imperiale, un personaggio carismatico che riesce a essere complesso nonostante l’apparente banalizzazione a esemplare di malvagità dell’Impero.

The very worst thing you could do right now is bore me.”

Lo stesso non si può dire per quello che inizialmente sembrava sarebbe stato il villain della serie, Syril Karn, il cui livello di creepiness si alza rapidamente dopo lo stalking verso Dedra. Il loro scambio ha le stesse vibe sessuali di Dwight e Angela nelle prime stagioni di The Office, il che rende il tutto abbastanza sgradevole, confidando nel fatto che nei prodotti Star Wars, tanto più targati Disney, non si prendano queste derive.

TRIDIMENSIONALITA’


Anche dal lato dei “buoni” non mancano personaggi femminili ben scritti. Mon Mothma è sicuramente un character interessante di cui Genevieve O’Reilly riesce a far trasparire i sentimenti contrastanti: da un lato sa che la ribellione verso l’Impero è giusta ma dall’altro non condivide totalmente i metodi che personaggi come Luthen o Vel sembrano aver ormai abbracciato con molta più convinzione rispetto alla diplomatica senatrice. Queste caratteristiche del personaggio contribuiscono alla sensazione di realismo dello show. Riflessioni e dialoghi ben costruiti infatti testimoniano la tridimensionalità dei personaggi che superano la banale dicotomia tra buono e cattivo. Lo zampino di Beau Willimon si vede e infatti la parte “politica” di Andor resta interessante tanto quanto quella action. Al pari della scrittura va la regia di Tony Gilroy che, aiutata dall’ambientazione della prigione, si mantiene sempre pulita ed efficace, confermando l’altissimo livello dello show.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Personaggi tridimensionali
  • Dialoghi mai banali e sempre ben scritti
  • Realismo nonostante la fantascienza
  • Un altro episodio che sa di preparazione

 

Un episodio che, sebbene in qualche modo preparatorio, dimostra ancora una volta la qualità della scrittura di Andor che sicuramente si mette in luce nel panorama dei prodotti Star Wars ma che potrebbe avere la forza per vivere anche al di fuori di esso.

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