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Recensione film Enola Holmes 2
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Enola Holmes 2

Dopo il buon riscontro del primo film, Millie Bobby Brown riprende i panni della sorella di Sherlock Holmes mantenendo il sequel sullo standard dell'opera precedente

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Nonostante l’apertura di un’agenzia investigativa tutta sua, Enola Holmes fatica a trovare clienti, restando “vittima” dell’ingombrante ombra del fratello Sherlock. La situazione cambia quando la piccola Bessie chiede l’aiuto di Enola per ritrovare la sorella scomparsa. Da qui, il caso porterà la giovane investigatrice a scoprire una fitta rete di ricatti e corruzione dai risvolti fortemente sociali.

 

C’è sempre una certa titubanza quando si parla di sequel. Dopotutto la storia cinematografica, specialmente quella recente, non sempre ha saputo mettere a freno questo pregiudizio. Seguendo tale criterio, le aspettative per Enola Holmes 2 non erano sicuramente delle più alte, soprattutto trattandosi di un prodotto mainstream tipico di Netflix.
Il secondo capitolo che vede protagonista la sorella di Sherlock, invece, si presenta come un film leggero che porta tranquillamente a casa il compito di intrattenere un pubblico dalle basse pretese, mantenendosi sullo standard del precedente. Dopotutto, non si sta certo parlando di un prodotto di qualità eccelsa, ed Enola Holmes 2 dimostra di saper far sua questa concezione mostrandosi per ciò che è e nulla più.
Quando il primo film aveva debuttato sulla piattaforma streaming nel novembre 2020, il racconto messo in scena era essenzialmente basato su The Case Of The Missing Marquess, primo di una serie di romanzi della scrittrice Nancy Springer intitolati The Enola Holmes Mysteries. Due anni dopo, Enola Holmes 2 si presenta con un secondo capitolo che vede sempre Harry Bradbeer alla regia e Jack Thorne responsabile della sceneggiatura ma, seppur mantenendo la stessa caratterizzazione e gli stessi personaggi, porta la storia ad allontanarsi dal materiale dei romanzi della Springer per dar vita ad una trama indipendente. Una scelta che sarà ben chiara con lo scorrere del film, quando lo spettatore verrà inoltrato nei risvolti della narrazione e ne capirà (e apprezzerà) le motivazioni.

RITORNO DEL CAST


Ma per dar vita ad un sequel convincente è essenziale il ritorno dei suoi protagonisti. Un obiettivo eseguito in pieno da Enola Holmes 2 che riporta prima di tutto in scena i tre personaggi più iconici del primo film. Al primo posto non può certo mancare la protagonista principale, quella Enola interpretata da Millie Bobby Brown. Una presenza abbastanza scontata dato che la star di Stranger Things è anche produttrice del progetto. L’attrice, tuttavia, interpreta al meglio il suo ruolo proponendo un character ironico e intraprendente che riesce a legare bene con lo spettatore. Un legame sicuramente favorito dalla caratteristica del film che vede spesso e volentieri Enola rompere la quarta parete e instaurare un rapporto diretto con il pubblico. Un escamotage che, come evidenziato in uno dei nostri recenti podcast, non riveste più una certa unicità d’esecuzione a causa di un sempre più sviluppato utilizzo ma che, in quest’occasione, ben si presta al contesto generale messo in scena.
Oltre Enola, rilevante è stato il ritorno di Henry Cavill e Helena Bonham Carter, rispettivamente nei ruoli del fratello e della madre della giovane investigatrice. E se il ruolo della Carter appare nuovamente come una piacevole e limitata comparsa, più spessore riveste la presenza di Cavill. L’attore, al momento sempre più sulla cresta dell’onda tra l’annunciato ritorno di Superman nel DC Universe e il recente addio alla serie The Witcher, riprende il ruolo nei panni di Sherlock Holmes con una parte centrale della trama che, sul finire del film, lascia anche aperta una porta ad un possibile ulteriore capitolo.
Detto dei personaggi principali, va menzionato anche il ritorno di Louis Partridge, attore recentemente visto in Pistol, e qui necessario per quella parte di trama più romantica che solitamente, in prodotti del genere, non può mancare. Da sottolineare poi, una graditissima aggiunta al cast, con la figura del poco amichevole Grail interpretato dall’attore David Thewlis.

It only takes one flame sto start a fire. 

STORIA STANDARD MA CON PLUS


Ad inizio recensione, si è sottolineato come per questo secondo capitolo di Enola Holmes, la sceneggiatura non abbia preso spunto da nessuno dei romanzi di Nancy Springer. Il motivo è presto detto e porta con sé una scelta molto interessante da un punto di vista sociale. Il caso investigativo protagonista di questo film, infatti, prende spunto da fatti realmente accaduti, con l’introduzione del personaggio reale di Sarah Chapman (interpretata da Hannah Dodd). Una figura che ha rivestito un ruolo fondamentale nella storia, essendo una delle pioniere dei diritti delle donne sul lavoro, ponendosi come leader di uno dei primi scioperi in tali contesti. Sara Chapman, infatti, nel 1888 ha guidato le lavoratrici dell’azienda Bryant & May in uno sciopero che è valso come primo passo per far valere i loro diritti per una maggiore equità di trattamento e migliori condizioni lavorative all’interno della fabbrica, passando alla storia come The Matchhgirl’s Strike.
Una sottotrama decisamente apprezzabile, dunque, dato il suo peso storico e sociale e che dona maggiore rilevanza al racconto. Un plus fondamentale dato che, il resto della storyline invece, non spicca per innovazione o sentimento ma rientra a pieno in quel racconto basico tipico del suo genere. In poche parole, un caso investigativo che intrattiene, a volte diverte, e cattura l’attenzione dello spettatore quel tanto che basta ma che sicuramente non ha la pretesa di raggiungere livelli narrativi più elevati.

SOLITE RIVISITAZIONI DEL CASO


Naturalmente, nel commentare alcune scelte narrative e stilistiche va tenuto in conto il contesto in cui il film viene sviluppato e poi rilasciato. Netflix, capofila di tutte le lotte a favore delle minoranze e del politically correct non risparmia neanche in questo caso rivisitazioni a hoc che ormai sembrano un marchio di fabbrica della piattaforma streaming.
A spiccare è sicuramente la nuova versione del personaggio di Moriarty, storico nemico di Sherlock Holmes che per l’occasione assume le sembianze di una signora di colore e viene qui interpretata dall’attrice Sharon Duncan-Brewster. Oltre a questa primaria rivisitazione, però, non si possono non sottolineare alcuni episodi un po’ troppo esasperati che danno vita a risoluzioni fin troppo facili e forzate. Si parla di alcune scene di lotta dove le sorti dello scontro appaiono volutamente esagerate tanto per sottolineare le predominanza delle protagoniste su tutti gli altri personaggi. Scontri che, per favorire la storia, prevedono già la scontata vittoria delle protagoniste e che per renderli più verosimili non hanno bisogno di essere così tanto esasperati.


Enola Holmes 2 svolge egregiamente il suo compito mantenendosi sullo standard dell’opera precedente, migliorando anche qualche aspetto rendendosi ancora più scorrevole. Il film intrattiene secondo il classico canone di un prodotto mainstream aggiungendo un tocco più elevato grazie ad una storia dal carattere storico e sociale.

 

TITOLO ORIGINALE: Enola Holmes 2
REGIA: Harry Bradbeer
SCENEGGIATURA: Jack Thorne

INTERPRETI: Millie Bobby Brown, Henry Cavill, Helena Bonham Carter, David Thewlis
DISTRIBUZIONE: Netflix
DURATA: 129′
ORIGINE: USA, UK 2022
DATA DI USCITA: 04/11/2022

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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