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From 1×02 – The Way Things Are NowTEMPO DI LETTURA 4 min

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From 1x02 recensioneIl secondo episodio di una serie tv ha sempre l’ingrata sfortuna di venire dopo il pilot dove, solitamente, si concentrano tutti gli sforzi per accaparrarsi l’attenzione del pubblico e convincerlo a proseguire la visione.
Come una lama a doppio taglio, dunque, la seconda puntata deve tenere alta la curiosità dello spettatore, ma allo stesso tempo non può mettere troppa carne al fuoco lasciando solo le briciole per gli episodi successivi.
“The Way Things Are Now” è una puntata di raccordo che fa da ponte tra l’introduzione della storyline vista in “Long Day’s Journey Into Night” ed il clou della vicenda che verrà approfondita nei restanti 8 episodi.
Nonostante un calo fisiologico della tensione narrativa ed alcune scosse di assestamento relative alla direzione che lo show vorrebbe intraprendere, la puntata mantiene un ottimo livello qualitativo e non delude il pubblico.

THE NIGHTMARE HAS BEGUN


“The Way Things Are Now” inizia subito con il botto gettando i protagonisti in pasto ad una nuova nottata da incubo e terrore.
Lo sceriffo e Kristi si ritrovano intrappolati all’interno del camper per aiutare Jim ed il povero Ethan, mentre il gruppo andato in soccorso di Tabitha e Julie deve trovare riparo al più presto.
Nei primi dieci minuti, dunque, si concentrano sia la componente horror che quella action, con sequenze al cardiopalma ed un diretto confronto con le misteriose creature che il pubblico ancora non conosce.
L’enigma della vera natura ed origine dei mostri non viene ancora svelato: John Griffin – creatore della serie – potrebbe prendersela comoda e disseminare indizi nelle puntate successive oppure potrebbe non rivelarlo mai. D’altronde, il fascino dell’ignoto sta proprio nel non riuscire ad individuare una spiegazione razionale.

BUT WHERE EXACTLY ARE WE?


“Those things out there… they like to hunt, they like to play… so they make things last. And I just left her there. So you were lucky the sun was still in the sky when you got here. People came to help. Not everybody gets that. It’s been three years, six months and seventeen days and I can still hear my sister screaming in my head”

Il mistero delle creature non è l’unica incognita presente nello show. La piccola cittadina sperduta tra boschi e colline, infatti, rappresenta un altro segreto ancora sepolto.
Dal racconto di Donna, la leader di Colony House, si evince che tutti gli abitanti siano arrivati in quel luogo nello stesso modo: un albero abbattuto compare lungo il proprio cammino, costringendo la persona a cambiare strada fino a raggiungere la stessa destinazione.
La cittadina, dunque, viene dipinta come una dimensione ferma nel tempo e nello spazio dalla quale è impossibile scappare, ma che richiama a sé determinate persone per determinati motivi. Gli appassionati del genere avranno sicuramente percepito un fremito nella forza, con le Lost vibes schizzate alle stelle. In tutto questo è evidente lo zampino di Jack Bender, regista dei primi quattro episodi, che sembra strizzare l’occhio alla sua esperienza nello show di Jeffrey Lieber, J.J. Abrams e Damon Lindelof. Sua, infatti, è la mano dietro la macchina da presa in “Through The Looking Glass”, forse il migliore episodio di tutta la serie.

TANTE DOMANDE, POCHE RISPOSTE


“The Way Thins Are Now” ha una buona resa scenica e visiva, con picchi di ritmo e tensione all’inizio e alla fine del minutaggio, mentre la parte centrale dell’episodio scorre più lenta e leggermente piatta.
Come già detto nella precedente recensione, uno dei punti più originali e coraggiosi dello show – almeno finora – va ricercato nella volontà di John Griffin di mostrare tanto, ma spiegare poco.
Nonostante i dialoghi siano comunque un elemento preponderante in questa seconda puntata (soprattutto il monologo di Donna o quello di Kenny Liu), From offre davvero poche spiegazioni e si concentra sulla potenza delle immagini, su ciò che si cela dietro ai silenzi e ai detto-non-detto.
L’unica parte più debole della puntata è rappresentata dagli omicidi perpetrati da Sara, una ragazza apparentemente ingenua e vittima di alcune voci nella sua testa che la spingono ad agire così. Sicuramente ci sarà tempo per affrontare anche questo mistero, ma per adesso questa sottotrama rappresenta solo un fastidio. E forse lo stesso si potrebbe dire del bambino che Ethan vede fuori dalla finestra.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia di Jack Bender con chiari riferimenti all’universo lostiano
  • Resa scenica e visiva
  • Picchi di horror e di azione ad inizio e conclusione dell’episodio
  • Si preferisce mostrare più che spiegare
  • Parte centrale dell’episodio più piatta e spenta
  • Tensione narrativa inferiore al pilot, ma è quasi fisiologico per un secondo episodio
  • Non c’è nessun personaggio che buchi lo schermo
  • Sottotrama della sciroccata

 

La famiglia Matthews giunge suo malgrado in città e deve abituarsi a coesistere con questa nuova realtà. Per adesso segreti e misteri vengono solo accarezzati dolcemente, senza che ci sia la benché minima intenzione di affrontarli. Le domande sono tante e le risposte poche, ma forse è proprio questo il bello di un prodotto di questo tipo.

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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