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History Of The World: Part II 1×04 – IVTEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione History Of The World Part 2 - 1x04“Someday maybe tomorrow.”

Anche questa volta Mel Brooks ce l’ha fatta. Il tentativo di riprendere un tipo di comicità (quella dello sketch comico cinematografico) che poteva apparire come datata per il pubblico contemporaneo, è andata a buon fine.
L’autore di Frankenstein Junior è riuscito a fare una buona sintesi fra lo stile che da sempre lo ha contraddistinto e la satira sulle mode e i linguaggi contemporanei. Il tutto riuscendo a trovare un buon ritmo narrativo e comico fra i vari sketch. Sicuramente ogni spettatore, arrivato a questa prima metà dello show, avrà selezionato le proprie sequenze preferite ma, in generale, si può dire che la frammentarietà e la brevità degli sketch contribuiscano a rendere il tutto abbastanza amalgamato e quindi godibile allo stesso modo.

SATIRA/PARODIA STORICA


Questo aspetto non era affatto scontato considerando che Mel Brooks gioca con un genere abbastanza rodato e stra-abusato come la parodia. Un genere che, negli ultimi anni, è stato sfruttato soprattutto a livello cinematografico con risultati altalenanti (leggasi: la saga di Scary Movie e affini). Questo perché, nel tempo, la “scuola” lanciata proprio dallo stesso Brooks, si è concentrata più sui toni fin troppo iperbolici e su una comicità slapstick parecchio scurrile e demenziale.
Qui sono soprattutto i doppi sensi e la comicità verbale a farla da padrone, oltre ai continui riferimenti storico-letterari che impreziosiscono i vari sketch. Si veda, per esempio, lo sketch delle Piramidi, che riesce a legare insieme una sottile satira sul mondo contemporaneo (l’idea che le Piramidi siano state “portate” da una civiltà aliena, come nelle migliori teorie complottiste) e sulla stupidità e furbizia umana, unendo la metafora delle piramidi con lo schema “piramidale” dello schema Ponzi (una citazione che solo chi ha un minimo di cultura al riguardo riuscirà ad apprezzare).
L’unione di parodia storica con la satira politica e sociale è la formula vincente che consente a questo prodotto di essere, allo stesso tempo, classico e innovativo insieme. O, se si può usare un termine altrettanto abusato, “pop”.

CONTINUITY TEMPORALE


Un altro aspetto vincente dei vari episodi è la continuity orizzontale che Brooks mette nei vari sketch presentati. Se, infatti, History Of The World Part I era un po’ più libera da questo punto di vista (con i vari sketch di fatto slegati l’uno dall’altro), qui Brooks è costretto a sottostare maggiormente alla logica degli show contemporanei che impongono una certa orizzontalità, anche in serie come questa.
Ovviamente il regista newyorchese fa sua questa orizzontalità cercando però di mantenere il suo stile. Lo si vede nelle varie sequenze relative alla Rivoluzione Russa, in cui è evidente come Brooks abbia profuso molta più passione rispetto agli altri segmenti narrativi, sia perché è quella che si potrebbe legare di più all’attualità, sia per la possibilità di usare il suo classico umorismo yiddish, che in tale contesto ci sta più che bene.
C’è la possibilità di continuare, volendo, con la saga della famiglia Mudman (anche se la chiusa finale lascia intuire che con questo episodo si chiuda tale segmento), ma anche concepire sketch singoli come quello del Jackrasp (evidente parodia di Jackass, sempre per unire riferimenti “colti” ed “alti”). Si spera ovviamente che la scelta propenda più per la prima che non per la seconda, non fosse altro per evitare ulteriori traumi nel pubblico maschile.

CONCLUSIONI


Lo show dunque si muove sempre su questa doppia “velocità” fra sketch singoli e continuity necessaria. Certe volte questa funziona, altre no (l’introduzione iniziale, per quanto molto bella, sembra morire lì senza motivo) ma, in generale, lo show scorre gradevolmente e con buona probabilità che i vari sketch diventino ben presto virali su youtube. Nulla di epico come il primo film, ma ottimo per passare una serata piacevole.
Certo, in questo modo c’è un po’ il rischio di skip continui” fra gli sketch più riusciti (quelli sulla Rivoluzione Russa e la love-story fra Gesù e Maria Maddalena) e quelli più brevi e poco interessanti (la già citata introduzione pre-colombiana). Ma sono ovviamente delle minuzie in uno show che, in linea generale, si dimostra degno dell’eredità del predecessore cinematografico.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Introduzione mesoamericana…
  • Balletto militare di Troskij
  • La love-story fra Gesù e Maria Maddalena
  • Lo schema “piramidale” Ponzi per costruire le Piramidi
  • In generale tutta la sequenza della Rivoluzione Russa
  • … anche se ha vita molto breve
  • La scena del Jackrasp!

 

Fine della prima parte di questa Pazza Storia Del Mondo: Parte 2. Si conclude (così sembra) la sequenza legata alla Rivoluzione Russa e anche la sequenza “biblica” con la love-story fra Gesù e Maria Maddalena. Viene poi introdotta la parte relativa alle civiltà pre-colombiane e ad una strana e assurda storia di come sono nate le Piramidi.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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