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Them 1×09 – Covenant II.TEMPO DI LETTURA 4 min

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THEM 1x09 recensioneCon “Covenant II.”, Them arriva al nocciolo della questione svelando al suo pubblico l’origine del male che si cela nel quartiere di East Compton.
Originariamente, quando erano stati forniti gli screeners (le anteprime consegnate a critici ed esperti del settore) questo era stato presentato come l’ottavo episodio, andandosi a collocare quindi prima di “Day 9”. Successivamente, una volta resi disponibili gli episodi su Prime Video, l’ordine è stato modificato. Non è chiaro il motivo di questa decisione, anche se non dispiace che la tensione generata intorno al vero mistero della serie sia mantenuta per un episodio in più, svelando di fatto la verità ad una puntata dal finale.

BIANCO E NERO


Il nono episodio di Them sospende temporaneamente la narrazione delle vicende della famiglia Emory per concentrarsi sul racconto di una sorta di parabola al contrario, prendendosi tutto il tempo necessario per spiegare le origini della maledizione.
Little Marvin, insieme al regista dell’episodio Craig William Macneill e al suo team di sceneggiatori, sceglie il bianco e nero, donando così alla storia una collocazione senza spazio e senza tempo.
È una scelta azzeccata, che sembra andare di moda tra le serie horror (un esempio recente è l’episodio “The Romance Of Certain Old Clothes” di The Haunting of Bly Manor) e che, unito a una scelta musicale essenziale e tensiva, conferisce alla puntata un tono solenne e inquietante allo stesso tempo.
Non è un caso che proprio in una serie in cui il contrasto tra i bianchi e i neri è centrale, si decida di girare un episodio, letteralmente, in bianco e nero.

BENVENUTI A EIDOLON


La vicenda si svolge a Eidolon, luogo dalle cui ceneri sorgerà proprio il quartiere di East Compton, più indietro nel tempo, all’incirca nel periodo immediatamente successivo alla Guerra di Secessione Americana.
La storia del prete protagonista è una storia di perdita. Quando lo si incontra in “Covenant II.”, anche se già è apparso nei precedenti episodi come The Black Hat Man e quasi cento anni dopo, ha appena perso la sua famiglia. Perdendola, ha perso anche la fede nel suo Dio, che ha sacrificato e voluto con sé i suoi cari per scopi a lui ignoti. Ha perso anche il senso di appartenenza con la comunità religiosa di cui è guida e pastore.
Tutto questo cambia quando trova un ragazzo in un cespuglio vicino alla tomba della sua famiglia, che decide di portare con sé. Accoglie anche una coppia di afroamericani (letteralmente, “Them”), trovando così la sua fede rinnovata.
Inizialmente, il prete riesce a guardare oltre ai pregiudizi, a differenza degli altri membri della comunità che incolpano proprio la comunità afroamericana di aver fatto a pezzi l’America, un’America di proprietà dei bianchi e non dei nuovi arrivati.

LA SEQUENZA CULT E L’ORIGINE DELLA MALEDIZIONE


Proprio quando il razzismo della comunità sembra far cadere il prete dalla sua posizione di guida spirituale, ecco che il suo nuovo figlio gli mostra un passaggio dal Levitico che afferma che coloro che arrivano dall’esterno della comunità possono essere trattati come proprietà. Comincia così a vedere i nuovi arrivati ​​come distorti e diabolici fino ad arrivare a quella che è la scena più cruda dell’episodio.
In questa sequenza così forte, la telecamera sembra incapace di mostrare al pubblico gli anziani che accecano i nuovi arrivati con un ferro rovente. Lo schermo si blocca, il bianco e nero lascia spazio al rosso, con l’aggiunta di censure e di barre sovrapposte. Questa sequenza è già un cult e richiama vagamente spezzoni di Hereditary o del già spiazzante episodio “Part 8” del revival di Twin Peaks.
La donna maledice il prete e la comunità, che si vendica ulteriormente appendendo la coppia al trave, dandogli poi fuoco.
La canzone scelta per il momento è “I Only Have Eyes for You” dei The Flamingos, che ha quel pizzico di straniante che rende la scena ancora più raccapricciante.
L’intero villaggio va a fuoco, tutti periscono, tranne il prete e il ragazzo, che altro non è che un’entità maligna che stringe un patto con il prete.
Lui trionferà sempre sulla morte, finché continuerà a distruggere le vite dei neri.
Ecco spiegato il motivo delle turbe psichiche di tutte le famiglie di afroamericani che prendono casa ad East Compton. Ecco spiegato perché la famiglia Emory è divorata “dall’interno”: The Black Hat Man fa sì che impazziscano.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scelta del bianco e nero
  • Regia impeccabile
  • ”I Only Have Eyes for You” dei The Flamingos
  • Scena cult con alternanza di bianco nero, rosso e censure/barre nere
  • Episodio necessario e chiarificatore prima del finale
  • Nulla da segnalare

 

Con una distinta deviazione “in bianco e nero” Them si prende del tempo per mostrare l’origine di East Compton, quartiere nato su pregiudizi razziali e maledizioni.
Them riesce abilmente a mostrare quanto radicato sia il razzismo e quanto esso possa essere paragonato al male più primordiale, usando l’elemento horror come arma più che efficace.
La scelta del bianco e nero e le accortezze di fotografia e regia rendono questo episodio un vero gioiellino, che i veri patiti del cinema più “di nicchia” potranno apprezzare enormemente. L’episodio è decisivo per il pubblico, che finalmente può vederci chiaro e proseguire con la piena consapevolezza verso il finale.

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