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Narcos: Mexico 3×01 – 12 StepsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Narcos: Mexico 3x01 recensioneSe c’è una cosa che anche l’ultima season premiere di Narcos: Mexico conferma è l’attenzione alla colonna sonora. Con una versione spagnoleggiante probabilmente mai sentita dal pubblico italiano, ecco che Umberto Tozzi, con Te Amo, accompagna l’ascesa di El Señor De Los Cielos proprio nei momenti finali.
La 3° ed ultima stagione di Narcos: Mexico ritorna con la necessità di riesumare una storia che è rimasta orfana di Diego Luna, specialmente dopo che Miguel Ángel Félix Gallardo è stato messo in carcere in “Free Trade“. Una necessità che viene soddisfatta nell’ora di visione grazie ad una lenta ripresa degli eventi che funge fondamentalmente da lungo prologo ad una stagione che già dalla premiere profuma di conclusione.

UN NUOVO NARRATORE


Questa terza annata porta con sé diverse novità sia davanti che dietro la macchina da presa.
Narcos: Mexico, pur essendo nato sotto l’egida della triade Chris Brancato, Carlo Bernard e Doug Miro, coadiuvati come showrunner da Eric Newman, nel tempo ha visto i vari autori abbandonare la barca per dirigersi verso altre produzioni (Godfather Of Harlem è un esempio), consci di aver lasciato un prodotto ben rodato in mano all’ultimo rimasto: Carlo Bernard.
Bernard però è un veterano dello show e sa come stimolare l’appetito e la curiosità del proprio pubblico, anche alla luce di avere solo 10 episodi per chiudere un cerchio. Ecco quindi che, tra le varie novità, sorprende fin da subito una voce narrante femminile che parla sia in inglese che in spagnolo. L’attrice Luisa Rubino è infatti Andrea Nuñez, ancora non comparsa fisicamente nel ruolo ma già parzialmente spiazzante.

UN VECCHIO VILLAIN


Nel riciclo costante di attori e storyline, sembra essere arrivato finalmente il turno di Amado, in giro tra i vari Narcos sin da quel “Follow The Money” che lo aveva lanciato. È una scelta quasi naturale constatando sia per come si era andata a costruire la storyline principale della serie, sia per la necessità di avere un protagonista carismatico in grado di essere amato.
Si perché, nonostante i vari cambiamenti, in Narcos e Narcos: Mexico c’è sempre stato un villain capo dei narcos amabile ed apprezzabile nonostante tutte le sue decisioni sanguinolente. La capacità di far empatizzare il pubblico con l’altra parte è una scelta vincente che non poteva venire meno ed infatti Carlo Bernard l’ha capito e ha optato per sfruttare al meglio il character di José María Yazpik. Non per niente questo episodio funge infatti da introduzione ad una nuova versione del character, più vicina a quella vista in “Follow The Money

UNA CLASSICA PUNTATA INTRODUTTIVA


Nel suo insieme “12 Steps” non ha un compito facile e che punta a prediligere l’introduzione dei character piuttosto che il ritmo. Amado ha infatti bisogno di essere “innescato” nel nuovo ruolo, Walt deve ritrovare una motivazione per ritornare in Messico, mentre Victor si può già constatare che necessiterà di veramente molto tempo prima di poter entrare nelle grazie del pubblico.
In tutta questa ansia da prestazione presentazione, il ritmo non sembra essere una priorità e le scene che vengono dedicate ai vari character hanno più lo scopo di abituare lo spettatore piuttosto che fungere da momenti chiave. In tal senso la regia fa benissimo il suo sporco dovere ma certe scene rimangono comunque molto fini a loro stesse, come la rapina.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La regia non delude mai, specialmente nella scena iniziale
  • La tensione nella storyline di Walt
  • La resurrezione di Amado
  • Colonna sonora sempre on point
  • Victor, il poliziotto di Juárez, non convince molto e ci vorrà molto prima che la sua storyline si unisca a quella principale
  • Alcune scene un po’ fine a loro stesse, tipo la rapina/sparatoria con Victor protagonista solo per enfatizzare il suo duplice ruolo di poliziotto

 

Ora che tutto sembra essere pronto, la 3×02 ha tutte le carte in tavola per guadagnarsi qualche voto in più.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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