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Romulus 2×01 – OffesaTEMPO DI LETTURA 3 min

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recensione Romulus 2x01Sotto le note potenti di Elisa e della sua splendida cover di “Shout” dei Tears Of Fears, si apre la seconda stagione di Romulus, serie storico-fantasy scritta e diretta da Matteo Rovere che rielabora, secondo i canoni della serialità moderna, il mito di Roma e della sua fondazione.
A metà dunque fra una serie meramente storica (alla continua ricerca del realismo, soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione antropologica degli antichi popoli latini) e suggestioni “à la Game Of Thrones, in questa seconda stagione lo show cerca di spingersi ancora più in là ricercando un’azione e un’introspezione maggiore da parte dei propri character. A volte riuscendovi, altre volte meno.

NUOVA STAGIONE, NUOVI NEMICI


Non perdono tempo, infatti, gli autori che nei primi due minuti riescono a togliersi di dosso l’ingombrante recap della stagione precedente con un abile escamotage. Sono gli stessi co-protagonisti, infatti, che, con un discorso accorato ad una folla esultante, ricordano i grandi risultati raggiunti. Yemos e Wiros hanno fondato la nuova città di Roma (dal nome della loro “madre” Rumia) e la governano come “fratelli” insieme all’ex vestale ed amica Ilia, secondo dei principi che si potrebbero definire “democratici” o quantomeno progressisti.
Forse anche un po’ troppo, considerando l’epoca narrata, ma d’altro canto questa forzatura nei dialoghi e nella mentalità dei personaggi serve innanzitutto per far empatizzare maggiormente il pubblico. Soprattutto in un’ottica di confronto con il nuovo “villain” della situazione ossia Titos Tatius (Emanuele Di Stefano), re/dio dei Sabini che ovviamente ha tutt’altra visione del mondo e che non vede di buon occhio i suoi nuovi vicini di casa.

RITMO FRENETICO


L’episodio dunque non perde tanto tempo in spiegazioni e, seguendo pedissequamente la regola dello show don’t tell, introduce subito questo nuovo personaggio, delineandolo fin da subito come “folle” e “psicopatico”, mettendo quindi subito in scena i principali conflitti che caratterizzeranno questa seconda stagione. Molto bella e suggestiva la ricostruzione del popolo dei Sabini, compresi i rituali e le credenze religiose, mostrate nei minimi dettagli e con coreografie ben studiate. Appare ancora un po’ abbozzata la figura stessa del nuovo villain che, per quanto carismatica, è ancora un po’ troppo monodimensionale, oltre al fatto che, in alcune scene, rischia di rasentare il ridicolo.
Per fortuna l’episodio mischia una buona dose di suspense narrativa e scene d’azione (molto più qui che non in tutta la prima stagione) che non rischiano annoiare. Rimane forse un po’ troppa passività da parte dei 3 co-protagonisti (soprattutto di Ilia, che qui viene gestita narrativamente malissimo), ma ciò è comunque giustificabile dovendo lasciare spazio alla presentazione di Titos.

IL RATTO DELLE SABINE


In generale l’episodio si attesta comunque fra i migliori dello show, mischiando una ricostruzione storica maniacale con tematiche attuali e una visione estremamente “pop” che avvicina lo show ai prodotti fantasy più mainstream. In particolare spicca la rilettura del mito del ratto delle Sabine, qui vista più come una sorta di autodifesa da parte dei 3 co-protagonisti (visto l’agguato di Titos) ma anche come una sorta di scontro di civiltà fra una società che si considera più libera e accogliente contro un’altra che è ancora legata a valori tradizionali e conservatori.
Ci sono tutte le premesse per una nuova interessante stagione di Romulus, finora uno dei prodotti fantasy italiani (forse l’unico) più efficaci.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Introduzione che fa da recap ma in modo originale
  • Titos e i Sabini: nuovi nemici in vista
  • Sempre apprezzabile la sigla di Elisa
  • Più azione rispetto la precedente première
  • Gestione del personaggio di Ilia
  • Forse un po’ troppa re-interpretazione nella vicenda e nei dialoghi?

 

Nuova stagione nuovi nemici per i due “fratelli” fondatori di quella che diventerà la Città Eterna. Questa volta Matteo Rovere e soci rileggono il mito del ratto delle Sabine, con un occhio decisamente più contemporaneo e “pop” rispetto alle pretese di verità storica millantate dagli autori.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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