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Echo 3 1×01 – FlyawayTEMPO DI LETTURA 4 min

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Echo 3 1x01 recensioneBishvila Giborim Afim è una serie israeliana creata da Omri Givon andata in onda su Keshet 12 nel maggio 2018 e arrivata su Netflix con il titolo When Heroes Fly (in Italia nota con il nome Quando Gli Eroi Volano) che adatta il romanzo di Amir Gutfreund. La serie ha vinto anche il premio Best Series al Canneseries del 2018 e si è rivelata un successo a cui Netflix ha dato ulteriore lustro tanto da spingere i Keshet Studios a rinnovarla per una 2° stagione attualmente in produzione.
Il perché si stia parlando di Bishvila Giborim Afim/When Heroes Fly invece che di Echo 3 è, come si può immaginare, dovuto ad una semplice ma potenzialmente shoccante informazione: la nuova serie di Apple TV+ non è una serie originale ma è un remake della sopracitata serie israeliana che, tra le altre cose, vede i Keshet Studios collaborare come casa produttrice insieme a Apple Studios e Easy Street Productions, mentre il creatore della serie originale Omri Givon qui veste il ruolo di produttore esecutivo.

I’m gonna ask you a question. I want you to really think about this before you answer: how much do you trust the CIA at this point?

TRAMA CHE VINCE NON SI CAMBIA


Gli adattamenti di serie tv israeliane per il mercato americano non sono una novità e, anche se il trend sembra essere ritornato in voga ultimamente con Echo 3, ci sono diversi esempi che negli ultimi anni hanno evidenziato il successo di quest’asse israelo-americana. Giusto per citarne alcuni:

La storia di Bishvila Giborim Afim/When Heroes Fly e quella di Echo 3 non sono molto diverse (ovviamente) ma hanno alcuni punti di rottura che tanto bastano a destare interesse. Nella serie israeliana un gruppo di quattro ex amici militari che hanno servito durante la guerra del Libano 2006 si riuniscono per cercare in Colombia la sorella di uno di loro che è anche l’ex fidanzata di uno dei quattro, sorella/ex fidanzata creduta morta per anni a causa di un incidente stradale.
Mark Boal, sceneggiatore e produttore dei due film (The Hurt Locker, Zero Dark Thirty) che sono valsi una (s)valanga(ta) di premi tra cui l’Oscar a Kathryn Bigelow, ha optato per cambiare alcuni elementi pur lasciando le criticità che sono funzionali alla trama: nella serie Apple TV+ tutto accade nel giro di pochi giorni quando, al ritorno da una missione che non è andata a buon fine, lo strano trio composto da i due militari e la sorella/moglie viene scosso dalla scomparsa di quest’ultima che si è recata per una missione scientifica in Colombia per poi essere catturate da una milizia armata.

DA A A B


“Flyaway” parte in maniera insolita con un gruppo di persone rapite e scortate in mezzo alla giungla da una banda armata per poi essere giustiziate, condanna a morte a cui poi segue un salto nel passato di qualche settimana che darà ufficialmente il via al lungo percorso di riconciliazione tra presente e futuro.
L’approccio è interessante e piace molto, riuscendo a presentare i vari protagonisti e l’evoluzione delle loro relazioni che, ovviamente, rappresenta il fulcro narrativo viste le incomprensioni ed i rapporti non proprio idilliaci ma forzati dalle situazioni.
La non-chimica sullo schermo tra Luke Evans e Michiel Huisman è uno degli elementi di forza della series premiere e, verosimilmente, continuerà ad esserlo anche nei prossimi episodi; di diverso avviso invece per quanto riguarda Jessica Ann Collins che non convince moltissimo nel suo ruolo, soprattutto quando il suo character deve dialogare con il marito interpretato da Huisman.
Ad ogni modo, la regia e la fotografia, insieme ad una buona dose d’azione, sono il piatto forte di quest’episodio che promette lo stesso tipo di adrenalina e di dinamiche anche per i restanti nove. Il tutto mentre i problemi personali dovranno essere messi da parte in funzione della missione, come piace fare sempre agli sceneggiatori di tutto il mondo, israeliani o americani che siano.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Fotografia e regia dell’episodio
  • Scene d’azione in mezzo alla neve molto realistiche
  • La cena a tre
  • Flashforward iniziale
  • Luke Evans convincente nel ruolo
  • Alcuni attori potrebbero non convincere moltissimo

 

Un’ottima regia firmata da Pablo Trapero ed una sceneggiatura che si dimostra scritta da qualcuno che sa benissimo come fare il proprio mestiere, portano Echo 3 a conquistare molto velocemente lo spettatore che rimane affascinato dalla fotografia e molto coinvolto dalla trama. Gli altri nove episodi a questo punto fanno acquolina.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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