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The Billion Dollar Code 1×01 – Episode 1TEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione The Billion Dollar Code 1x01Raccontare il mondo dell’informatica e del coding attraverso una serie televisiva non è mai cosa facile, né tantomeno semplice. Questo banalmente perché il lavoro del programmatore è pressoché statico e sedentario, e la materia trattata è molto tecnica, per cui non sempre accessibile al pubblico mainstream.
Una serie che è riuscita a rendere “pop” questo mondo è la compianta Halt And Catch Fire ambientata in California agli albori della Silicon Valley.
Ma in quel caso, pur rientrando in un’ambientazione storica precisa, i fatti narrati erano di pura finzione (seppur molto credibili). The Billion Dollar Code, invece, parte da premesse simili ma con tutto un altro obiettivo e stile.

TRATTO DA UNA STORIA VERA?


Questa mini-serie tedesca, scritta da Oliver Ziegenbald e diretta da Robert Thalheim, è talmente incredibile da sembrare inventata. E invece è tratta da una vicenda più che reale (a tal proposito è consigliabile la visione del documentario Making Of annesso) .
Seppur romanzata e con i nomi cambiati, infatti,  The Billion Dollar Code narra le vicende relative alla ART+Com Studios, un’associazione di artisti e programmatori tedeschi che, all’inizio degli anni 90, decisero di riunirsi per creare qualcosa di artistico grazie ai primi computer e alla realtà virtuale che cominciava ad affacciarsi sul mercato. Una sorta di Pixar-ante-litteram insomma.
Il risultato non fu però la creazione di un film d’animazione, bensì Terra Vision, un’antesignano di quella che poi sarebbe diventata l’app Google Earth. Talmente tanto simile a questa da suscitare il dubbio (fondato) che Google avesse copiato, in maniera fraudolenta, il loro algoritmo. Proprio da qui parte l’incipit della mini-serie, con la descrizione del processo dei “piccoli David” tedeschi contro il “Golia” Google.

BERLINO, ANNI 90


Già questa premessa lancia più di una serie di aspettative. La forza principale sta sicuramente nei personaggi rappresentati. I due co-protagonisti, Juri e Carsten, sono due giovani nerd frustrati in un mondo che non riconosce le loro incredibili capacità artistiche ed intellettuali. E già questo elemento è di grande impatto in termini di empatia con il pubblico (seppur molto enfatizzato, quasi a rasentarne il cliché narrativo).
A questo si aggiunge il particolare momento e luogo storico scelto. Con un’accurata parentesi introduttiva, condita da del buon found footage, viene descritta la Berlino dei primi anni 90, quella immediatamente successiva alla caduta del Muro.
Un luogo in preda all’anarchia più totale, e proprio per questo fucina d’idee e creatività giovanile. E tra festini (più o meno legali), musica techno e capigliature punk, succede che un artista incompreso e un genio del computer s’incontrino e abbiano l’idea del secolo.
Quest’atmosfera e il mood che l’episodio rilascia sono i principali motivi che spingono lo spettatore alla visione della serie. E lo stile scanzonato e cameratesco dei protagonisti aiuta molto in questo senso, così come la concezione “artistica” del proprio lavoro che li spinge a portare avanti il progetto nonostante tutte le difficoltà del caso.

LEGAL THRILLER INFORMATICO


Ma questa visione “romantica” dell’informatica si scontra, fin da subito, con i problemi pratici e con l’altro lato oscuro del mondo del web. Quello che ha a che fare con i fondi da reperire per barcamenarsi in un progetto che (allora come oggi) comporta un grande dispendio di forze e denaro. Ma soprattutto con le insidie dei “pesci grossi” che vogliono continuamente mangiarsi i “pesci piccoli”.
La serie si sviluppa, quasi in maniera teatrale, come un “legal thriller informatico” in cui viene mostrata la causa che i creatori di Terra Vision portano contro Google, reo di avergli copiato l’idea e aver fatto i soldi alle loro spalle.
Un bell’amo, dunque, da lanciare allo spettatore. Inoltre, la struttura alterna fra le deposizioni dei protagonisti e i flashback creano un bel climax ascendente fino all’inevitabile cliffhanger finale in cui viene lasciato a metà la scoperta della truffa compiuta ai loro danni.
È dunque la parte “legal” quella che tiene in piedi tutta la storia. Ed è un peccato che proprio questa venga sacrificato per concentrarsi sulla storia (a tratti stucchevole) d’amicizia fra i vari componenti del team-Terra Vision, velocizzando un po’ troppo il plot e gli eventi narrati.
Nonostante questo, come in un buon pitch di lancio di un prodotto, “Episode 1” fa degnamente il proprio dovere suscitando curiosità ed interesse attorno a sé e candidandosi facilmente a “miniserie dell’anno”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Premessa storica e ricostruzione anni ’90
  • Climax narrativo
  • Personaggi e cast
  • Interpretazioni bilingue
  • Cliffhanger finale
  • Eventi un po’ troppo velocizzati per un episodio pilota

 

Anni ’90: musica techno e anarchia giovanile. Ma anche i primi esperimenti con una nuova invenzione chiamata “internet”. The Billion Dollar Code ha tutti i numeri per appassionare lo spettatore con una storia che svela il lato oscuro del web 3.0!

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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