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Recensione The Rental Prime Video
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The Rental

Recensione di The Rental, film horror che segna l'esordio alla regia di Dave Franco. Disponibile su Prime Video.

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Due coppie affittano una casa vacanze per quello che dovrebbe essere un weekend di festa che si trasforma invece in un weekend di terrore. Il tutto a causa di un proprietario di casa abbastanza invadente.

 

Spesso l’esordio alla regia di un attore è un’occasione. Un’occasione per un giovane talento di mettersi in mostra, per vedere un’opera prima originale e decidere se seguire o meno la carriera di un nuovo giovane autore. The Rental è un’occasione buttata alle ortiche.
Dave Franco, fratello minore di James (anche lui attore e regista), inizia la sua carriera come protagonista della nona stagione di Scrubs con film come 21 Jump Street e Now You See Me – I Maghi del Crimine.
Deciso a compiere il grande salto nel passare dietro la macchina da presa, Franco si lancia in un progetto scritto con poca originalità e molta superficialità, girato con cattivo gusto e tante scelte strampalate. Malgrado i quattro attori protagonisti fossero tutti volti noti del piccolo schermo, il film fatica ad arrivare alla fine nonostante la breve durata.

TRA CITAZIONI E CLICHÉ


La sceneggiatura di The Rental, scritta sempre da Franco a quattro mani con Joe Swanberg, non risalta certamente per originalità. Giunti al 2021 il marasma di film horror prodotti dall’industria hollywoodiana ha finito per toccare un po’ tutti i temi, a tal punto che il genere è diventato altamente standardizzato, con i soliti canovacci da seguire. Le eccezioni sono poche, vedasi Ari Aster, Jordan Peele e Robert Eggers, che in un modo o nell’altro sono riusciti a emergere dal vortice nebuloso delle produzioni dell’orrore.
Un’opera prima può costituire un’occasione anche per questo motivo, in quanto l’autore dovrebbe avere qualcosa da dire, qualcosa di nuovo. Invece The Rental si perde nell’oblio dei mediocri film horror grazie ad una sceneggiatura che saltella tra cliché, citazioni (scena della doccia da Psycho, inseguimento da Shining, per dirne un paio) e colpi di scena visti e rivisti.
Anche il finale, che avrebbe potuto salvare il film con un colpo di coda, risulta scialbo e anonimo; una scelta incomprensibile che non genera emozioni. L’epilogo sembra quasi uscire da un’altra pellicola ed è totalmente decostruito, lasciandosi sfuggire qualche buona idea disseminata involontariamente.

TANTO RUMORE PER NULLA


Eppure il primo atto introduce una tematica che, nonostante sia stata già trattata recentemente da film come Scappa – Get Out, poteva dare un piglio in più date le premesse non allettanti. Dopotutto, il razzismo negli ultimi anni è diventato una delle chiavi per attualizzare un film. L’opportunità non viene tuttavia sfruttata preferendo tradimenti, intrighi amorosi e videocamere che finiscono per appiattire il prodotto con escamotage vecchi già ai tempi di Paranormal Activity.
Non riescono a salvare la pellicola neanche gli attori, noti agli amanti delle serie tv. Dan Stevens (Legion) interpreta Charlie, fidanzato con Michelle, che ha il volto di Alison Brie (Community); suo fratello è Josh, interpretato da Jeremy Allen White (Shameless), ed è fidanzato con Mina, ovvero Sheila Vand (Snowpiercer). Le prestazioni dei protagonisti sono generalmente positive, mantenendo l’attenzione dello spettatore sulle loro vicende, anche se finiscono presto per diventare anche loro vittime di una scrittura piattissima e molto pigra.

FOTOGRAFIA ANNEBBIATA


Il lavoro svolto da Christian Sprenger come direttore della fotografia è indecifrabile. Sin dalle prime battute viene mostrato come la casa affittata si trovi in un posto abbastanza nebbioso. La cosa diventa didascalica dopo poche scene, totalmente confuse dalla nebbia. Per di più, queste inquadrature vaghe e fuori fuoco si ritrovano anche tra le mura di casa, con il vapore acqueo capace di appannare qualsiasi superficie.
In particolare, le sequenze in doccia, così come nella vasca idromassaggio (all’aperto, di notte, con la nebbia…), risultano essere fastidiosamente appannate e offuscate. Non un problema da poco dato che dovrebbero simboleggiare lo snodo che rompe gli equilibri e lancia i protagonisti nel secondo atto. Le intenzioni sono chiare, data la prevedibilità della trama e la regia eccessivamente esplicativa, ma la forma lascia a desiderare.


The Rental è un film tutt’altro che riuscito. Un’opera prima che si perde nel limbo dei film horror fatti con lo stampino senza un briciolo di originalità. Lungo i suoi 88 minuti vengono sciorinati via via tutti i cliché di genere come in un film di Scary Movie, con intenti ovviamente diversi. Le sequenze di suspense non funzionano mai, essendo tutte già prevedibili e anticipate da composizioni di inquadrature standard a cui lo spettatore è abituato.
Le performance degli attori sono sufficienti ma soffocate da una trama che decide di renderli vittime di una mediocrità generale fatta di case nel bosco, animali scomparsi, videocamere nascoste e serial killer.
La fotografia, che in questi film potrebbe dirla lunga, sceglie di sperimentare fallendo miseramente in una sequenza di volti indistinti e sagome fuori fuoco. Neanche il finale riesce a salvare la pellicola, dando il colpo di grazia ad una scrittura incomprensibile e senza capo né coda.

 

TITOLO ORIGINALE: The Rental
REGIA: Dave Franco
SCENEGGIATURA: Dave Franco, Joe Swanberg

INTERPRETI: Dan Stevens, Alison Brie, Sheila Vand, Jeremy Allen White
DISTRIBUZIONE: IFC Films (USA), STX Films (Internazionale), Amazon Studios (Italia)
DURATA: 88′
ORIGINE: USA, 2020
DATA DI USCITA: 10/03/2021

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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