Safe 1×07 – Episode 7TEMPO DI LETTURA 3 min

Arrivata al settimo episodio Safe, la nuova miniserie Netflix con protagonista Michael C. Hall ha messo ormai in mostra tutti i pregi e i difetti che hanno contraddistinto il suo percorso di vita.
Per quanto cerchi di nasconderlo infatti la casa produttrice californiana non riesce più a staccarsi da una narrativa atta a catturare l’attenzione e il consenso del pubblico. L’esempio perfetto sembra proprio lo show in questione che vive di ritmi altissimi, soprattutto per una serie realista con elementi crime, che nasce come family drama, ma che poi in realtà sfocia in qualcosa di simile al teen drama (capirci qualcosa in effetti non è impresa da poco), e che tenta di forzare i fatti a tal punto da riservare un colpo di scena più o meno ad ogni finale di puntata. Se la strategia aveva in parte funzionato nelle prime occasioni, legate ovviamente alle parti introduttive e alla costruzione della vicenda, col tempo lo sforzo dello spettatore per seguire tutte le sottotrame è diventato eccessivo e i cavilli narrativi racchiusi in ogni scena hanno creato una sorta di meccanismo stile “Io so che tu sai che io so” che ha banalizzato lo show e le vicende di tutti i personaggi.
L’episodio 7 chiude il cerchio aperto negli episodi precedenti per quanto riguarda la paternità di Pete in maniera abbastanza sbrigativa, e si focalizza per lo più su due linee narrative: quella del protagonista Michael, che accompagnato proprio da Pete cerca ancora di fare luce sulla scomparsa della figlia; e quella con al centro Emma, impegnata sul fronte Chris Chahal.
Le due storyline primarie dell’episodio sono ben gestite dal punto di vista della regia e rimbalzano intrecciandosi tra loro in maniera abbastanza efficace, le scene degli interrogatori e dell’inseguimento ne sono una testimonianza, la gestione delle pause è ben congegnata e tutto sommato questo interscambio si presenta in maniera gradevole, se si escludono, per certi versi, i fatti all’interno. Andando avanti, bypassando ogni tipo di pausa, cercando di mantenere sempre l’attenzione molto alta, viene presentato il nodo principale dell’episodio in cui l’inseguimento giunge al termine e Pete e Tom hanno la possibilità di scoprire l’ennesima verità scomoda.
In una riproduzione che richiama in qualche modo 13 Reasons Why, ogni tanto sembra di assistere ad teen drama, mettendo in luce uno scomodo segreto di gioventù della tanto amata moglie di Tom, e di altri ragazzi coinvolti in un incendio che anni prima è costato la vita a degli studenti e ha sfigurato uno degli artefici. Sconvolto dalla situazione e dal coinvolgimento della moglie e dell’amante il protagonista subisce l’ennesimo shock in una situazione che lo ha visto vittima inconsapevole e detective per caso. L’espediente narrativo in questo caso è messo in gioco in modo efficace, l’inseguimento, per quanto già visto, si presenta come un modo eccellente di dare importanza a quello che ne verrà fuori.
Con un solo episodio rimasto il destino di Safe non è certamente quello di essere ricordato come il prodotto del secolo o di dare una svolta alla narrativa seriale del momento, le aspettative non erano nemmeno così alte, considerando il livello di pubblicità prossimo allo zero che Netflix ha predisposto per lo show. A questo punto è lecito attendersi finalmente la soluzione dei casi.

Il mistero di Safe, prossimo alla conclusione, aggiunge sempre più pezzi al puzzle. Se per lo spettatore la situazione può in qualche modo risultare entusiasmante, le troppe forzature e l’alternanza di vicende così particolari in un singolo vicinato mettono troppa carne al fuoco, cercando sempre, spesso in maniera inefficace, di coinvolgere il pubblico fino all’ultimo.