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Snowpiercer 2×10 – Into The WhiteTEMPO DI LETTURA 3 min

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Recensione 2x10 SnowpiercerLa seconda stagione di Snowpiercer, forte già di un rinnovo anticipato per la terza, si conclude con un ottimo episodio, nonostante questo secondo ciclo stagionale abbia ampiamente deluso le attese. Infatti dopo lo splendido finale della prima stagione e l’arrivo di Sean Bean, l’hype era notevole ma le grandi aspettative non sono state ripagate.

IL LEADER PSICOPATICO


Mr. Wilford si presenta ancora una volta come un leader carismatico, affascinante e al tempo stesso completamente fuori di testa, ma senza dubbio, nonostante qualche evidente forzatura, è un personaggio che funziona.
Inutile girarci intorno, questa seconda stagione si regge quasi interamente sull’egregia interpretazione di Sean Bean e questo decimo appuntamento non fa eccezione: la gestualità, la mimica facciale e gli sguardi folli, sono emblema della performance attoriale degna di nota, per il personaggio più complesso e interessante dello show.
Per quanto riguarda Josie invece, il suo nuovo ruolo di “new Icy Bob” è veramente tirato, visto che una persona intelligente come Wilford non avrebbe mai commesso l’errore di credere che l’ex fondaia sarebbe immediatamente divenuta la sua nuova arma, ma questa forzatura è servita agli sceneggiatori per permettere la riuscita del piano di Layton.
Da segnalare invece le splendide, seppur brevi, scene dedicate all’esterno con Josie che cammina sul treno circondata dal mondo ghiacciato, per una resa scenica a livello visivo sicuramente notevole.

L’ENNESIMA RINASCITA DI LAYTON


Dal letame a nuovo leader ribelle. In questo ultimo episodio si assiste all’ennesima rinascita di Layton che, complice molte forzature narrative, riesce nel suo intento, staccandosi da Wilford e recuperando i dati raccolti da Melanie all’esterno. Certo che questo continuo agganciare e sganciare vagoni tra Big Alice e lo Snowpiercer, con una semplicità disarmante appare veramente esagerato. Si capiscono le esigenze narrative degli autori, ma bisogna anche porre dei limiti.
Invece colpisce piacevolmente la grande evoluzione che ha avuto il personaggio di Ruth, la quale completamente cambiata rispetto alla prima stagione completa il suo percorso di crescita e arriva a uccidere i suoi nemici: Ruth diventa Ruthless per usare un gioco di parole, pronta a tutto pur di sopravvivere.
Resta da capire se Javier e Melanie siano effettivamente morti visto che non si sono visti i loro cadaveri, ma al di là dei sopravvissuti gli equilibri interni per i superstiti della razza umana sono di nuovo ribaltati, per 45 minuti che hanno nuovamente ribaltato le carte in tavola.
Infatti, questo ultimo appuntamento ha  un ritmo narrativo elevato e grazie ai continui cambi di fronte e lo scontro tra Layton e Wilford risulta veramente godibile per lo spettatore, per una trama orizzontale che aveva estremamente bisogno di una scossa.

IL FUTURO ALL’ESTERNO?


Appare ormai evidente come il futuro dello show, se continuerà ad essere rinnovato, sarà all’esterno della locomotiva eterna, con una nuova colonizzazione delle zone più calde della Terra.
Al di là di tutta la storyline dedicata a Melanie che va in questo senso, bisogna anche segnalare una certa ripetitività della soluzioni narrative scelte all’interno del treno e non è sicuramente non un caso se l’episodio migliore della stagione sia stato quello ambientato completamente all’esterno dello Snowpiercer.
Una nuova storyline principale ambientata in qualche nuova colonia terrestre a questo punto allora non è solo probabile ma anche auspicabile, per un prodotto televisivo che necessità fortemente di un cambiamento radicale per migliorare e catturare nuovamente l’attenzione degli spettatori.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Bellissime le scene all’esterno di Josie…
  • Ennesima prova attoriale egregia di Sean Bean
  • Ruth che uccide i suoi nemici, l’evoluzione del personaggio è completa
  • Una puntata incalzante con un ritmo narrativo elevato, finalmente
  • …ma il suo nuovo ruolo di “Icy Bob” è abbastanza tirato
  • Questo continuo sganciare e agganciare vagoni dello Snowpiercer come se nulla fosse è francamente esagerato

 

Un ottimo episodio per Snowpiercer, dal ritmo elevato e che cambia di nuovo gli equilibri di potere. Una puntata che conferma sia i pregi che i difetti della serie che chiude però un stagione alquanto deludente rispetto alle attese. Il potenziale per un’ottima terza stagione c’è tutto, non  resta che aspettare.

   

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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