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Star Trek Discovery 2×03 – Point Of LightTEMPO DI LETTURA 5 min

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Chi non muore si rivede, è proprio il caso di dire dopo la visione di “Point of Light”. E no, non stiamo parlando di Spock, al centro anche di questo episodio grazie all’entrata in scena della madre Amanda, ma ancora assente fisicamente. Il terzo appuntamento annuale con Star Trek: Discovery riporta in scena nientemeno che i Klingon, per l’occasione soggetti all’ennesimo restyling, con tanto di barbe, baffi e capigliature di cui nelle precedenti quindici puntate non c’era la minima traccia. Certo, il nuovo look è più aderente a quello “capellone” delle passate serie e la spiegazione che si rasino completamente in tempo di guerra per poi lasciarsi ricrescere i capelli in tempo di pace potrebbe pure reggere (però T’Kvuma e compagni erano calvi anche prima della battaglia alle stelle binarie!), ma tutto questo porta con sé la fastidiosa sensazione che gli autori dietro il progetto, invece di puntare a una costruzione coerente con se stessa e col resto della saga, improvvisino il loro worldbuilding di volta in volta. In ogni caso, i Klingon la fanno da padrona in una puntata che mette da parte l’indagine sui segnali luminosi per poter da un lato portare avanti la sottotrama di Spock e dall’altro reintrodurre sulla scena vecchie conoscenze che ci avevano salutato nel precedente season finale.
La fragile pace conquistata da L’Rell già traballa: molti capi delle casate Klingon mal sopportano che a comandare sia una donna (rassegnatevi, il girl power scorre potente in questa serie!) e ancor meno accettano che il suo tedoforo sia Ash Tyler, che per chi non lo ricordasse è Voq tramutato chirurgicamente in un umano su cui è stata “impressa” la personalità di Tyler che però ha finito per cancellare la vecchia personalità di Voq. Insomma, se nemmeno noi spettatori abbiamo ancora chiaro cosa sia Ash Tyler, figuriamoci degli alieni primitivi guerrafondai che in tempo di guerra bevono il sangue e mangiano le carni dei nemici. Questa diffusa insofferenza, di cui si fa portavoce Kol-Sha della casa di Kor (che senso ha inventarsi 24 casate se poi la parte del cattivo la fa sempre la casa di Kor?), sfocia prevedibilmente nel tentativo di far fuori L’Rell, ma gli autori, mossi da evidente fretta, decidono di mettere la quinta e di far precipitare gli eventi con una rapidità che permette sì ad Ash Tyler di lasciare Qo’noS già entro la fine della puntata, pronto a ritornare tra le braccia di Michael, ma che nel contempo rende fin troppo repentino il ribaltamento delle sorti del personaggio.
Per non parlare poi del figlioletto senza nome, concepito con L’Rell quando era ancora Voq, sfruttato come facile escamotage per mettere in difficoltà la nuova signora dei Klingon e parcheggiato qualche scena dopo in un monastero Klingon per toglierselo dalle scatole. E se si volesse sparare sulla croce rossa si potrebbe pure disquisire su quanto sia brutto vedere ancora nel 2019 personaggi che spuntano dal nulla al momento più opportuno per salvare il protagonista di turno un attimo prima che venga sgozzato. Ciò non toglie che il ritorno di Philippa Georgiou sia accolto con una moderata gioia e qualche speranza per il futuro, tanto più quando si scopre che la donna lavora per la spregiudicata Sezione 31, l’organizzazione che in barba a ogni morale della Federazione si serve della tortura, dell’omicidio e finanche del genocidio per svolgere i propri compiti: un modus operandi decisamente più congeniale all’ex-imperatrice del Mirror Universe, da cui adesso ci aspettiamo grandi cose sia nel prosieguo della stagione sia nell’annunciato spin-off.
E’ difficile, invece, dire cosa ci si aspetta di preciso da Spock, alla luce delle ultime scioccanti rivelazioni sul suo conto che rimescolano le carte e fanno sudare freddo non pochi fan della saga. Traspare chiaramente, soprattutto dopo l’entrata in scena di Amanda Grayson e l’ulteriore insistenza sull’infanzia del personaggio, la volontà degli autori di esplorare la frattura tra logica e sentimento che un mezzo vulcaniano e mezzo umano come Spock si porta inevitabilmente dietro; ma l’immagine del placido ufficiale scientifico dalle orecchie a punta trasformato in uno psicolabile che si fa ricoverare nella Base 5, ammazza i medici che lo hanno in cura e scappa via è dura da digerire, anche volendo concedere alla sceneggiatura il beneficio del dubbio, e la paura che sia imminente una riscrittura radicale e pasticciata di una delle icone di Star Trek si fa sempre più tangibile.
Altrettanto poco convincente, infine, la parte dell’episodio dedicata a Tilly: si sceglie di chiudere subito la storia delle allucinazioni della guardiamarina senza tirarla troppo per le lunghe, ma nel contempo si getta nella mischia narrativa un bel fungo parassita multidimensionale (eh?), come se di spore e strani organismi degni più di un fantasy non ce ne fossero già abbastanza. Tra miceli miracolosi, angeli rossi, anti-materia e segnali di luce senza un’origine chiara, Star Trek: Discovery si sta riempiendo di non pochi misteri che attendono solo di essere chiariti e la sensazione è che ci vorrà ancora un po’ prima che i pezzi vadano tutti al loro posto: non sarà che Kurtzman si è confuso ed è convinto di star dirigendo una nuova stagione di Fringe?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tornano i Klingon…
  • Philippa Georgiou e la Sezione 31
  • Fortunatamente le allucinazioni di Tilly sono già cessate
  • … ma con l’ennesimo restyling
  • Eccessiva rapidità nello svolgimento delle vicende Klingon
  • Spock psicolabile? WTF!
  • Il fungo parassita multidimensionale? WTF 2!

 

Primo passo falso della seconda stagione di Star Trek: Discovery? Diciamo di sì: ci sono buone idee, ma la fretta di portare avanti certe trame e il desiderio di dare una rilettura più cupa di un personaggio iconico del vecchio Star Trek rovinano quasi interamente i buoni propositi.

 

New Eden 2×02 ND milioni – ND rating
Point Of Light 2×03 ND milioni – ND rating

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

3 Comments

  1. Ok, sono un trekking appassionato ma…
    Niente da fare, Discovery non riesce proprio a piacermi…
    Oltre all’ insopportabile Burnham (bellissima donna ma pessima attrice e personaggio scritto malissimo, una specie di wonder woman dello spazio…) anche le trame inerenti gli altri personaggi le ho trovate molto banali e per nulla coinvolgenti…
    Giuro che se la ninja apparsa dal nulla al momento giusto (stile telefilm anni 80..) fosse stata lei (ma poi perché non chiamarla Michaela o Michelle…?), avrei spento e chiuso definitivamente con la serie…
    La parte di Tilli & C. semplicemente ridicola e da soap opera di serie b…
    Non lo so, meno male che c’è The Orville… Ma ci voleva proprio tanto…?

  2. Trekker, non trekking, maledetta correzione automatica…

  3. Che io sappia, la scelta di Michael invece di forme femminili dipende dal fatto che Bryan Fuller ama dare nomi maschili alle sue protagoniste femminili, lo ha fatto anche in Dead Like Me, Wonderfalls e Pushing Daisies (tutte serie chiuse dopo una-due stagioni perché Fuller è l’autore televisivo più geniale e sfigato degli ultimi decenni).
    Quanto a Tilly, guarda il lato positivo: le visioni dovrebbero essere finite. Almeno spero…

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