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Star Trek: Discovery 4×13 – Coming HomeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Star Trek Discovery 4x13 RecensioneStar Trek: Discovery, nel lontano 2017, aveva l’onore ma anche la responsabilità di riportare in onda un franchise storico per la televisione. Le prime due stagioni, ambientate in un’epoca abbastanza canonica per gli standard trekker erano più che sufficienti e sono state determinanti per l’arrivo di altri show come Picard o la prossima Strange New Worlds. Tuttavia, ad oggi, dopo un episodio come “Coming Home”, un paragone con le prime due stagioni sarebbe impietoso per la serie di Fuller e Kurtzman.
Star Trek: Discovery ha avuto un tracollo spaventoso. Le cause sono numerose e sono state tutte approfondite nelle scorse recensioni. La speranza rimane ancora appesa a un filo, dato il rinnovo per una quinta stagione che, si spera, riesca ad invertire il trend. A tal proposito, potrebbe aiutare la riduzione del numero di episodi, da 13 a 10, riducendo i tempi morti e i momenti cringe, per arrivare in maniera più indolore possibile alla fine (?).

MISUNDERSTANDING


Mistero svelato: l’intera trama alla base di tutta la quarta stagione è stata una grossa incomprensione. Il confronto con la specie 10-C ha svelato la reale motivazione dietro la AMO. L’anomalia serviva semplicemente per estrarre la boronite, un elemento fondamentale per la sopravvivenza della specie misteriosa. Tutto è bene quel che finisce bene, poco importa che questa “attrezzatura mineraria” era nella realtà dei fatti una sorta di Morte Nera 3, l’importante è capirsi.
I 10-C si rivelano l’ennesima razza aliena pacifica, in un universo, quello di Discovery, dove gli antagonisti non esistono. Gli artefici della AMO semplicemente erano stati un po’ superficiali nel valutare le specie abitanti la via Lattea come “non evolute”, e quindi meritevoli di estinzione. Una chiusa che sa di poco, come quella messa in scena per il Grande Fuoco della terza stagione. Gli autori sono al secondo grosso passo falso per una serie che vacilla parecchio. L’importante è che tutti siano uniti per mediare con la 10-C per salvare la Terra, Ni’Var e Titano, e tutti vissero felici e contenti.

QUALCUNO HA DETTO PATHOS?


Tutti felici e contenti. Fin troppo felici e contenti. Dov’è il pathos? Dov’è la posta in palio? Forse il problema più grande di Star Trek: Discovery è proprio questo, non c’è alcun sacrificio. Dopo innumerevoli avventure in cui l’equipaggio del capitano Burnham ha sempre tolto le castagne dal fuoco, lo spettatore si è abituato: la Discovery salverà sempre la situazione senza alcuna conseguenza. Il problema è che questa infallibilità porta dei grossi problemi, come la perdita di interesse da parte dello spettatore.
A nessuno piace l’eroe infallibile, sempre pronto a salvare la situazione senza alcun rischio di lasciarci le penne. Ed è proprio questo il problema alla base di Star Trek: Discovery, questa scrittura pigra che ha fatto scemare drasticamente l’interesse.
Anche quando Book, l’unico sospettato verso una fine di redenzione, stava per giustificare e salvare la situazione con un pesante sacrificio, viene commesso l’errore più grosso della puntata. Un deus ex machina enorme, con la 10-C che salva il compagno del capitano Burnham senza alcun senso. La specie 10-C, che un attimo prima era inconsapevole dello stato di evoluzione degli esseri umani e si disinteressavano della loro estinzione, scelgono di mettere in stand-by un protagonista in attesa morire, sempre perché sì.

ROTTA VERSO LA TERRA


Una delle notizie più importanti riguarda la Terra, e arriva sul finale di puntata. A distanza dal lontano “People of Earth“, il focus torna sul pianeta madre di gran parte dell’equipaggio della Discovery. La Terra Unita torna finalmente a far parte della Federazione dei Pianeti Uniti e lo fa in grande stile.
C’è quindi ancora qualche flebile speranza in uno show che ha saltato lo squalo ormai parecchi episodi fa. La prospettiva futura di un ritorno sulla Terra, mai stata effettivamente parecchio al centro dell’attenzione, mantiene acceso l’interesse verso l’equipaggio del capitano Burnham (che in questo episodio si lascia andare all’overacting). La speranza è che questa possa essere un’occasione, l’ennesima, da non sprecare per gli autori.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Flebili speranze per prospettive future sulla Terra
  • Era tutta un’incomprensione
  • Pure la 10-C era buona, e gli antagonisti chi sono?
  • Non si percepisce la posta in palio
  • Si salvano sempre tutti
  • Lo stand-by del teletrasporto di Book
  • L’overacting di Sonequa Martin-Green

 

Anche la quarta stagione, partita con qualche speranza in più, si conclude con un bilancio tutto sommato negativo. Non una buona notizia per i fan di Star Trek, che avranno però l’occasione per riconciliarsi con il franchise nelle altre serie in uscita.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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