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Suburra 2×08 – Dimmi La VeritàTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Rieccoci di nuovo in collegamento. Ma prima di continuare a parlare della nostra Roma devo darvi una notizia terribile amici miei. Una notizia di cronaca che ci fa porre un quesito: siamo davvero sicuri in questa città?”

Niente più bugie. Solo verità. Quella cruda, pungente e che finisce per infestare la casa dell’odore acre della morte. Suburra termina questa sua seconda stagione gettando le basi per una terza, fondamentale, stagione: da “Trovatela” a “Dimmi La Verità” il percorso è stato insidioso e complicato, ma il risultato finale è inattaccabile da quasi ogni punto di vista.
Gabriele, Spadino ed Aureliano avevano trovato modo di fare fronte comune ed erano finiti per riavvicinarsi. Samurai rappresentava il fulcro negativo che i tre avevano intenzione di sgominare. Ma come potevano, in tre e senza più alleati (Gabriele completamente isolato, Aureliano e Spadino non a capo dei rispettivi Clan) riuscire ad imporsi nei confronti di una figura importante e imprescindibile come quella di Samurai? Ed è in questo contesto che era stata sapientemente inserita la sottotrama riguardante la rincorsa politica di Cinaglia che, da prima, inizia ad appoggiarsi (volente oppure no) proprio a Samurai, salvo poi rendersi conto che la sua tanto agognata libertà dipendeva proprio dall’eliminazione del losco intermediatore. Si forma quindi un compatto e disomogeneo fronte comune che come qualsiasi alleanza di stampo politico cede alla prima avances da parte di un antagonista appetibile.
Samurai è un abile oratore, nonché maestro nel destreggiarsi nelle peggiori situazioni: Cinaglia, che si ritrova costretto ad obbligare la moglie a mentire alla polizia per vincere le elezioni, stringe un nuovo accordo proprio con Samurai che, incapace di trovare una figura “acquistabile” nelle fila del centrosinistra ha pensato bene di rendere la situazione da semplice sconfitta a pareggio a lui favorevole.
La lotta politica, il desiderio del potere e la volontà di sbarazzarsi dai nemici però lasciano dietro il gruppo dei personaggi principali uno stuolo di cadaveri. La fame di potere fagocita ogni singolo personaggio in scena e lo mostra per ciò che realmente è.
Ma, come si appuntava ad inizio recensione, niente più bugie. Solo verità.

 

“Perdonatemi, perché io non ci riesco. Ieri Samurai mi ha gonfiato, mi ha massacrato di botte. Ma io non ho parlato, non gli ho detto niente. Niente. Perché non c’ho più paura. Io adesso sono libero. Voi siete gli unici amici che ho e io vi voglio bene.
Però non sono come voi.”

 

Gabriele ha cercato in tutti i modi di porsi sullo stesso piano di Spadino e Aureliano, ma il suo passato, la sua educazione e l’imponente figura del padre erano dei pesi che portarsi appresso per così tanto tempo era impensabile. Lele lo ammette ai suoi due amici, di non essere come loro. E non potrà (né vorrà) mai esserlo: Gabriele è un ragazzo dall’animo gentile e candido la cui vita si è scontrata, per delle pure e semplici coincidenze (si rammenti il primissimo episodio) con la cerchia di Samurai. Da lì, il declino: bugie su bugie e bugie per coprire altre bugie. La verità inizia ad essere offuscata dalle continue menzogne e mentire non diventa un semplice espediente, bensì uno stile di vita.
La morte del padre lo risolleva e sembra spingere il ragazzo verso una ripresa non solo psicologica, ma la ricomparsa di Samurai svelano nuovamente al pubblico l’animo tormentato di un ragazzo che non può più reggere tutto quel peso.
Niente più bugie quindi, solo la verità. Quella cruda e che viene somministrata in proiettili. Gabriele si uccide dopo aver manifestato, per l’ennesima volta, tutto il suo amore/odio nei confronti dei suoi amici: un attaccamento/ripudio vengono sprigionati in un dialogo che diventa ben presto monologo e che rappresenta un commiato perfetto per un personaggio che forse non sarà riuscito a farsi apprezzare totalmente dal pubblico ma che, con la sua morte, ha dato un ulteriore motivo ad Aureliano e Spadino per odiare Samurai.
Questo secondo ciclo narrativo di Suburra ha rappresentato una chiusura con il passato non solo per Gabriele: Aureliano riesce finalmente a mettersi alle spalle le pesanti morti della fidanzata e della sorella, riuscendo a trovare finalmente una persona con la quale poter condividere non solo odio; Spadino, prossimo a diventare padre, taglia (letteralmente) i ponti con il ragazzo con il quale si sentiva e che rischiava di diventare un pericolo per lui e per il ruolo di capo che aveva da poco iniziato a ricoprire all’interno del suo clan.
Proprio il Clan degli Anacleti diventerà oggetto di interessanti sviluppi visto e considerato il risveglio dal coma, giusto in tempo per il finale, di Manfredi. Considerata la tensione tra lui e Spadino sarà interessante vedere come il tutto evolverà e come la serie avrà intenzione di portare avanti questo abbastanza inaspettato ritorno.
In questa seconda stagione, Suburra ha mostrato una maturazione ben ingegnata e nonostante alcuni dei personaggi principali restino a conti fatti puri e semplici pupazzi di pezza (Claudia Gerini è semplicemente inguardabile ed inascoltabile) l’evoluzione della storia e l’introduzione di una tematica tanto attuale (ma comunque non eccessivamente fuori periodo nel 2008) come quella dell’immigrazione hanno reso queste otto puntate un appuntamento carico di pathos e tensione.
La speranza è che la qualità continui ad aumentare o quanto meno rimanga intatta.

 

“Rendo la paura un’armatura di cartone, prendo cemento e lacrime ottengo la redenzione.” (Prison Break, Kaos One)

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Gabriele
  • Gabriele, Spadino ed Aureliano: la loro evoluzione, il loro cambiamento, il loro adattamento alla complicata situazione
  • Le elezioni politiche e lo sfondo della narrazione
  • L’importante ruolo che iniziano a ricoprire le donne all’interno della serie
  • Samurai
  • Il forte antagonismo tra Adami ed Anacleti
  • Soundtrack
  • La morte di Gabriele ed il dialogo/monologo d’addio
  • Spadino ed il suo modo di chiudere con il passato
  • Finale di puntata e risveglio di Manfredi
  • Dialogo tra Spadino e Aureliano al bar dopo l’uscita del risultato delle elezioni
  • Quanto c’è costata ‘sta vittoria
  • Te voglio bene Spadì, davvero”
  • Claudia Gerini

 

Che me so’ perso?

 

Santi Pietro e Paolo 2×07 ND milioni – ND rating
Dimmi La Verità 2×08 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

4 Comments

  1. Non so quali siano gli stardand di chi ha scritto le recensioni di Suburra ma, senza dubbio, devono essere non bassi, peggio. Addirittura si è accostata questa seriucola, come stile, in una recensione precedente, a quella dei Soprano (basta questo per far capire). Non trovo nessuna critica verso: il personaggio di Cristiana che chiede di entrare nel giro di Samurai, il bacio tra Cinaglia e Sara, la scelta di bruciare il cadavere di Lele, Adriano che cambia scelta ogni quarto d’ora e non sa cos’è la dignità, delle ragazze ventenni a comandare i clan Adami e Anacleti con gli anziani dei clan che accettano e se ne stanno buoni e tranquilli, un candidato sindaco che incontra in prima persona criminali e mafiosi e parla liberamente di crimini e delitti. Sono tutte situazioni di un assurdo incredibile e potrei continuare per ore. Mi resta una domanda: ma avete mai visto i Soprano?

  2. Ciao, le otto recensioni di Suburra sono state scritte da ben sette persone diverse. Persone con background seriali molto diversi, vari e (in alcuni casi) anche conflittuali e opposti. Ma se c’è una cosa che in queste otto recensioni è stato chiaramente fatto è un analisi di quanto visto. Un analisi abbastanza dettagliata (non siamo perfetti) in cui vengono elencati punti di forza e punti di debolezza (e ce ne sono), episodio dopo episodio. E per quanto una serie possa o non possa piacere, ci mancherebbe, etichettare Suburra come “seriucola” appare abbastanza forzato.
    Per i punti da te evidenziati c’è molto di cui parlare in determinati casi e altri per cui glissare è stata la prima scelta.
    Partiamo da questi ultimi: esattamente del bacio tra Cinaglia e Sara cosa avremmo dovuto dire? Al momento il tutto si circoscrive ad una azione dettata forse da sentimentalismo, forse da uno scarico di tensione. Non avrebbe avuto senso fare voli pindarci in merito ad un elemento così marginale all’interno della storia.
    “Il personaggio di Cristiana che chiede di entrare nel giro di Samurai” e l’appunto relativo ad un sindaco che incontra in prima persona criminali e mafiosi fanno entrambi parte della struttura narrativa di Suburra, ossia una storia che trae ispirazione dalla realtà (fino ad un certo punto, chiaramente) e racconta del doppiogiochismo, del desiderio di gloria e potere e della volontà di alcune persone di raggiungere un obbiettivo gettando fango, sangue e morte in faccia ai propri avversari. L’incontro che avviene, poi, non è nulla di nuovo dal momento che è già avvenuto più e più volte durante la stagione (e anche nella precedente). Cambia solo lo sfondo (ossia un bar/ristorante meno isolato).
    “Delle ragazze ventenni a comandare i clan Adami e Anacleti”: su questo punto non riesco a capire quale dovrebbe essere il lato assurdo. Non stiamo parlando di due ragazze a caso ma della moglie di Spadino da una parte e della fidanzata/ragazza/convivente (come si preferisce definirla) di Aureliano. Ed i due clan hanno via via perso sempre più contatto con la vecchia gerarchia mostrata nella prima stagione ed infatti questo secondo ciclo narrativo porta in scena una sorta di “ricambio generazionale” da questo punto di vista.
    Ma sotto certi aspetti, questi punti avevano anche una logica di poter essere criticati sia forse per una certa mancanza di realismo, sia per una eccessiva velocità di cambiamento (per Cristiana, per esempio).
    Due punti tra quelli da te elencati, però, a mio avviso risultano difficile da essere criticati.
    Il corpo di Lele viene banalmente bruciato per coprire le tracce di quanto avvenuto e per far sparire quindi il corpo. Forse da un certo punto di vista risulta eccessivo perché difficilmente si sarebbe potuto ricollegare la sua morte alla strana accoppiata Aureliano-Spadino. Ma complice il voler rendere la morte di Lele un ulteriore momento di legame, a mio avviso come scelta può anche essere giustificata considerato l’impatto della scena del fuoco.
    Per quanto riguarda Adriano, invece, sarebbe sbagliato ragionare per assoluti dal momento che si parla di persone di fatto spietate e pronte a qualsiasi cosa. Inoltre c’è da tenere in considerazione il profondo senso di smarrimento che prova dentro di sé per il doppio tradimento di Samurai. Potrebbe essere considerata una sorta di banderuola che gira in base a dove tira il vento il suo personaggio, ma se ci si ferma a riflettere i suoi cambiamenti sono dettati da un forte attacco al suo orgoglio (che ha la precedenza sulla dignità di cui parli tu). Il suo continuare ad essere tradito a riperimento indebolisce un po’ il personaggio e lo rende una sorta di “tontolone” (passami il termine), forse, però una certa logica nel suo cambiare fazione c’è, non è affatto casuale o dettato da elementi futili.
    In chiusura riprendo la tua domanda: no, non ho mai visto i Soprano. Ed infatti non ho inserito alcun tipo di paragone all’interno delle due recensioni che ho scritto.
    Ma nemmeno nelle precedenti appare un così esagerato paragone. La frase a cui tu ti riferisci è inserita nella 2×06 e recita quanto segue: “…l’evoluzione della serie da mob-movie a una sorta di family-drama d’ambientazione criminale (più simile a The Sopranos che non a Gomorra dunque)”. Quello che viene paragonato qui è il genere seriale che ha visto una certo tipo di evoluzione tra prima e seconda stagione, una evoluzione che ha allontanato Suburra dal mondo dei mob-movie (in stile Gomorra), avvicinandolo al genere dei family drama di stampo criminale (come lo sono stati I Soprano).
    Non mi pare di leggere nessun tipo di avventato paragone tra I Soprano e Suburra. Credo piuttosto si sia trattato di un misunderstanding della nostra frase.
    Spero di aver risposto ai tuoi vari dubbi, se così non fosse, noi siamo qui!

  3. Grazie per avermi risposto, premetto che apprezzo il vostro lavoro e in generale questo sito, ho letto recensioni per tante serie e probabilmente continuerò a farlo. Ho commentato solo sotto la recensione dell’ultima puntata di Suburra a mo’ di riepilogo di tutta la stagione, per me ampiamente deludente. Ho cercato di non dilungarmi troppo e probabilmente questo ha fatto sì che alcune mie critiche fossero poco chiare.
    Ovviamente ogni parere resta personale, i gusti sono soggettivi e quello che, per me, può apparire come assurdo e inverosimile per altri può rappresentare un punto di forza o una nota positiva.
    Per me questa è stata una classica serie “all’italiana” con tanti momenti in cui mi sono davvero chiesto “Ma perchè? Ma qual è il senso?” o in cui ho perfettamente previsto, visto l’andazzo, come sarebbe successo. Veramente avrei potuto fare decine di esempi a mio modo di vedere nel commento precedente. La stagione si è chiusa con un finale alla “tarallucci e vino”: tranne Lele (personaggio caricaturale), nonostante mille situazioni che avrebbero potuto portare a diverse morti, sono tutti vivi (sicuramente per non fare come Gomorra 2, 3 etc. in cui hanno tolto di mezzo nella prima stagione o metà della seconda tutti i personaggi secondari più importanti, dovendo successivamente inventarsi personaggi debolucci). Io seguo molto i fatti di cronaca, non mi aspetto un “documentario” o limitazioni in nome della veridicità ma qui succedono cose completamente inverosimili. Tornando sugli esempi del commento precedente: il bacio tra Amedeo e Sara non aggiunge nulla alla storia, non serve a niente e completamente gratuito e una buona serie non lo mostra, è solo un indice di pessima scrittura. Un politico che si candida a sindaco di Roma, che raggiunge il 9% e diventa ago della bilancia del ballottaggio è una persona super attenzionata dai media, non si sposta liberamente parlando di ammazzare con disinvoltura, viene spulciata la sua vita fino agli avi, ha uno staff fidato a cui delega, non si espone mai in prima persona. Questà è la realtà. Cristiana collabora con Mara, dubita da sempre di Lele, all’improvviso sai che c’è? E’ stanca di essere onesta e vuole fare i soldi come un’affiliata della mala, dopo aver visto che Samurai ha quasi ammazzato Lele. Cose del genere, per me, dovevano stare a caratteri cubitali dei Thumbs down. Il personaggio del mafioso è credibile? Ribadisco che delle ventenni a dare ordini, seppure da ambasciatrici diciamo, nei clan non si sono mai viste, MAI. Se fosse una cosa credibile, tutto il resto del clan si sarebbe organizzato in un nuovo clan, scindendosi, e ammazzando Aureliano (cosa che avrebbe dovuto fare tranquillamente Samurai essendo l’Adami l’unico che poteva ricreargli problemi e lui, che è uno vecchia-scuola, non può non saperlo) ma invece tutti i criminali di contorno appaiono come dei cretini, dei burattini, a partire dai cugini di Nadia, che aiuta colui che ha ammazzato il padre a fare fuori anche il resto della famiglia. In nessuna realtà criminale abbiamo dinamiche che vanno così. Lo zingaro che vuole fregare Spadino ovviamente non va da Adelaide, va prima da Spadino, che si aspettava? Che gli dicesse “OK, lascio il comando”? Dai ragazzi.
    Anche voi avete sottolineato come la morte del cardinale (in Vaticano) sia estremamente forzata, rappresentata male, non ha conseguenze mediatiche, non ci sono accertamenti sulla morte (come per la contessa, Aureliano l’ha soffocata ma l’autopsia non se ne accorge, BAH) e la serie è piena di queste cose surreali e assurde.
    Mi scuso per essermi dilungato e aver scritto sicuramente male ma vi ripeto, io, penso che la serie meritasse delle profonde critiche e ben pochi elogi, perfino per Borghi, grandissimo attore, che in questa serie va avanti a faccette alla Stanis di Boris.
    Resteremo dei rispettivi pareri e anche questo ci può stare.
    Rinnovandovi i complimenti per il sito, vi saluto.

    P.S. Non avete recensito Atlanta? 🙁

  4. Perdona il ritardo nella risposta!
    Che il finale sia sotto certi aspetti alla “tarallucci e vino” è vero perché fatta esclusione di Lele (personaggio forse caricaturale, come dici tu, sotto certi aspetti, ma di peso non indifferente) gli altri personaggi vedono determinate variazioni nelle loro vite ma nulla di effettivamente sconvolgente. Diciamo che si sono accontentati di un morto (come capita spesso in Grey’s Anatomy) tanto per mantere l’attaccamento con il pubblico. Ma poteva (e forse doveva) andare diversamente. Dipende tutto da cosa c’è in programma per la serie per il futuro.
    Detto sinceramente, sì, il bacio non dice niente di che sulla storia ed infatti nemmeno lo abbiamo preso in considerazione come elemento nella nostra recensione. Ma da qui a parlare di “pessima scrittura” da un dettaglio talmente marginale (per ora, ovviamente, in futuro se ci saranno determinati sviluppi se ne riparlerà) appare leggermente esagerato.
    Per quanto riguarda il lato “politica” Suburra non si è mai sprecata troppo in realismo e l’unica “ribattuta” a quanto dici l’avevo già esposta nel precedente commento.
    Per il lato criminale a mio avviso, ma questo è veramente un pensiero personale, non hanno nemmeno troppo sbagliato a lasciare le cose così “semplici”. Posto che per me non ha niente di particolarmente negativo il fatto che moglie e fidanzata dei due capo clan dirigano delle operazioni, il fatto che tutto sia rimasto (forse fin troppo) semplice permette alla storia di non aggiungere troppa carne al fuoco ora come ora. Se ci fossero stati gli sviluppi da te descritti sarebbe stato un caos narrativo con guerre tra clan ovunque e, considerato anche le tempistiche a disposizione, ingestibile. Specifico che non sto dicendo che è stato giusto così, dico solo che si è fatta di necessità virtù.
    Poi tra gli zingari qualche avvisaglia di rottura già c’era stata durante la stagione, non una vera e propria rottura, ma una guerra intestina (seppure breve e molto banolotta).
    Le critiche ci sono state, ma ponderate con quanto di buono visto (e c’è qualcosa di buono in Suburra, per quanto la si possa criticare).
    Per quanto riguarda Borghi io credo che in realtà il “problema” di questa sensazione è che è proprio il personaggio ad essere essenzialmente monoespressivo quindi ci sta che l’attore si debba adeguare. Dopo la performance in film come Non Essere Cattivo è facilmente deducibile che Borghi si è semplicemente adattato al personaggio che deve rappresentare e non regredito al banale schema Stanis-F4-Basito.
    Grazie mille per i complimenti e continua a leggerci!

    PS: E’ una nostra grande mancanza, lo sappiamo, ma molto facilmente (quando uscirà la terza stagione) verrà presa seriamente in considerazione l’idea di iniziare a recensirla!

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