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The Blacklist 5×16 – The Capricorn Killer (No. 19)TEMPO DI LETTURA 4 min

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And all our yesterdays have lighted fools the way to dusty death. Out, out, brief candle! Life’s but a walking shadow, a poor player that struts and frets his hour upon the stage and then is heard no more: it is a tale told by an idiot, full of sound and fury, signifying nothing.

(Shakespeare – Macbeth, atto V scena V)

Dalle scene iniziali, l’episodio sembra mettere in gioco uno di quei bei personaggi pittoreschi a cui la serie ha abituato il suo pubblico e che mancano da un po’, invece no. Niente giganti presi da Twin Peaks, donne che si curano con le api o gente rifugiata nelle fogne, con occhialoni da pilota della Prima guerra mondiale, a gestire un sistema di posta pneumatica. C’è un serial killer dei serial killer, o eliminatore di serial killer, come lo si voglia chiamare. Non è per niente pittoresco ma molto horror e splatter, come si vede nella lunga e dettagliata sequenza in cui tortura una vittima.
Il caso coinvolge la psicologa incaricata di valutare l’idoneità al servizio di Lizzie. Che la dottoressa non la raccontasse giusta, si era capito sin dal primo momento, ma la svolta finale resta comunque sorprendente: l’agente Keen, ormai reintegrata a pieno titolo in tutte le sue funzioni, le chiede di farle da “consulente”, perché ha imparato da papà l’importanza di costruirsi una propria rete sommersa, come appoggio nelle imprese più o meno criminose.
Sempre parlando di questa sotto trama: il momento in cui viene proposto a Lizzie di uccidere personalmente un serial killer, perché il gesto avrebbe valore liberatorio, dimostra una logica del tutto deviante. Al limite, valore liberatorio potrebbe averlo massacrare di botte Ian Garvey, se e quando egli finirà nelle sue mani. Comunque, la scena potrebbe fungere proprio da antefatto per la decisione che l’agente Keen prenderà in quel momento, se arriverà.
Per l’intanto, il corrotto U.S. Marshal continua a proteggere il cartello Nash della droga e ha persino la grandissima faccia di bronzo di portare la bara del detective Singleton, da lui assassinato. Ha trovato però gente pronta a tenergli testa, nelle persone di un Aram che sa tirare fuori gli aggettivi giusti, anche in francese, al posto giusto e di un Red criminale quanto e forse più di lui. Lo scontro all’OK Corral, almeno per ora, è rimandato. Entrambi i contendenti vogliono fare un lavoro un po’ più raffinato: Reddington vuole mettere per sempre al sicuro le ossa compromettenti, prima di concedere ad Elizabeth la vendetta per l’assassinio di Tom, mentre Garvey è stuzzicato dall’avere scoperto che, dietro le informazioni in suo possesso, c’è un segreto ancora più grande.
Il pubblico, dunque, potrà godere ancora un po’ del buon lavoro di Jonny Coyne, mentre, come si vede nel promo del prossimo episodio, i segreti del passato incideranno profondamente nel rapporto fra Red e Lizzie. Lei metterà lui letteralmente al muro, anzi contro una libreria.
Per il momento, si riceve una sensazione di apertura del panorama generale e di moltiplicazione degli scenari: tra psicologi deviati, tutori dell’ordine corrotti e criminali che aiutano la legge su tutti i fronti, non si capisce chi sia in realtà il buono e chi il cattivo, si perde un po’ il senso dell’unicità del personaggio. Ognuno, sostanzialmente, agisce perseguendo i propri scopi con i mezzi a sua disposizione. Il risultato finale è paragonabile a quello della scena finale del film Gangs of New York, dove si capisce come quelli che si ritenevano dei grandissimi criminali, gente molto importante, in realtà fossero pesci piccoli, sepolti poi in un cimitero dimenticato. Oppure, sempre per restare in tema di gente col cappello e di Leonardo Di Caprio, sembra la scena del film Revolutionary Road in cui il protagonista, il quale si sentiva speciale e destinato a grandi successi, si ritrova alla stazione e quasi non lo si distingue dagli altri, vestiti come lui, tutti come lui in marcia verso il posto di lavoro.
Questa scelta narrativa è piuttosto spericolata, per vedere se si rivelerà anche premiante e soddisfacente occorrerà attendere gli sviluppi futuri.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Aram badass
  • Jonny Coyne, nel ruolo di Ian Garvey
  • Inaspettata apertura degli scenari generali
  • Vedersi uno via l’altro i film I 400 Colpi e Jules et Jim, effettivamente, è un ottimo consiglio
  • Colpo di scena riguardante la psicologa piuttosto telefonato
  • Prevedibile anche la decisione di rimandare lo sconto decisivo Red – Garvey
  • Dettagliata scena di tortura

 

Siamo tutti a meridione di qualcun altro. Questo sembra essere il messaggio di questo episodio che, per certi versi, ricorda Dexter, mentre il panorama si apre e gli scenari si moltiplicano in modo esponenziale. La scelta è piuttosto audace e il prodotto se ne giova. Questo metodo di allargare la prospettiva, dal particolare al generale, può essere utile per produrre un’eventuale sesta stagione, mantenendo sempre alto il livello di interesse. Certo le cose si complicano, ma ci sarà tempo, per chi lo vorrà, di rivedere qualche episodio e farsi magari degli schemini prima del prossimo episodio, previsto per mercoledì 4 aprile, dopo Pasqua.

 

Pattie Sue Edwards 5×15 5.69 milioni – 1.0 rating
The Capricorn Killer 5×16 5.55 milioni – 0.9 rating

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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