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The Crown 3×09 – ImbroglioTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Crown gioca d’azzardo con un complesso episodio a solo una puntata dalla fine della terza stagione. Lo fa con la scelta di accostare affaire di palazzo e scioperi sindacali, col risultato di produrre forse l’unico episodio non proprio convincente di una stagione riuscitissima. Per di più numerosi sono stati i dubbi suscitati tra il pubblico circa la fedeltà storica degli eventi rappresentati. Da un lato, non è ampiamente risaputo che una giovane Camilla Shand fosse così partecipe alla vita di Corte, come suggerisce la puntata, né tanto meno che la famiglia reale abbia effettivamente arrangiato il repentino matrimonio con Andrew Parker-Bowles. Dall’altro, si racconta dello sciopero del carbone del ‘74 come di un grande evento che mandò in tilt l’Inghilterra guidata dal governo conservatore di Ted Heath, causando a primo impatto confusione con quella che fu, dieci anni dopo, la vera battaglia dei minatori inglesi contro il governo di Margaret Thatcher e che passò alla storia come il più grande sciopero di massa del mondo occidentale. Di fatto, quindi, in questa puntata si coprono due capitoli poco significativi della storia della Royal Family, per di più in maniera azzardatamente romanzata.
Dove la serie continua a riuscire bene è invece nel dare spazio e profondità al personaggio di Carlo, che in metà stagione è diventato protagonista al pari degli altri membri più anziani della famiglia. Dopo che la scorsa puntata ha fatto da morale passaggio di consegne tra lo zio David e il giovane principe, quest’ultimo mostra adesso piena consapevolezza del proprio ruolo come erede al trono d’Inghilterra. Nel giro di pochissimo tempo, però, il monito circa il potere conservatore della sua famiglia si rivela essere più che fondato, e da vittima inconsapevole dei complotti reali, Carlo diventa via via cosciente di una volontà fautrice delle dinamiche di corte che identifica inevitabilmente con sua madre. L’episodio segna più marcatamente le aree di conflittualità tra madre è figlio, e completa il quadro familiare che era stato introdotto nella scorsa stagione con la relazione problematica tra Carlo bambino e suo padre Filippo.
In questa terza stagione, il rapporto tra genitori e figli si allontana da quell’innaturale reverenza alla quale ci eravamo abituati, e comincia ad essere più umano, come se si andasse svecchiando di pari passo con il cambio generazionale. Dal punto di vista ideologico, l’affermarsi delle esigenze di modernismo, che sono forti sia in Carlo sia in Anna, fa da contraltare all’accettazione della monarchia conservatrice, nella quale invece la regina Elisabetta aveva trovato la forza per regnare. In questa puntata si arriva al punto in cui la risolutezza e la tempra morale che avevano caratterizzato la regina vengono quasi meno: la monarca entra semplicemente in crisi, non perché combattuta nello svolgimento del proprio ruolo, ma come madre, come donna di mezza età che deve gestire una situazione familiare scomoda, e lavarsene le mani diventa banalmente la scelta più comoda. Questo cambiamento crescente cui si assiste durante tutta la terza stagione accompagna lo spettatore nel passaggio tra il blocco rappresentato da prima e seconda stagione e quello delle stagioni a venire.
Inoltre, la scelta di inserire in questo episodio anche l’inizio della lotta di classe che condurrà all’inasprirsi della divisione tra laburisti e conservatori, resa magistralmente con la scena del fallimento negoziale – e ideologico – del primo ministro Heath, è stata sicuramente fatta per mettere in discussione la figura di Elisabetta anche dal punto di vista politico e istituzionale. Nel tentativo disperato di riesumare la figura di Harold Wilson e nella totale incapacità di condurre una mediazione tra il governo e i sindacati, la Regina sembra essere completamente inerme, priva dell’iniziativa e del carisma che l’avevano resa un personaggio appassionante. Negli equilibri generali della serie il cambiamento della figura di Elisabetta, che la coinvolge a 360 gradi, sia in ambito familiare che istituzionale, è sicuramente finalizzato ad uno spostamento di focus verso i nuovi protagonisti più giovani.
Se si riflette sul fatto che questo episodio fa il punto su quanto maturato durante tutta la stagione, se ne si riscopre anche il valore che lo spettatore fatica a riconosce durante la visione. Unire in maniera condensata i due argomenti troppo distanti tra loro tra loro, senza approfondire né dell’uno né dell’altro, ha tolto infatti sapore alla puntata, allontanandosi dai gusti del pubblico più affezionato di The Crown. E’ comunque indubbio che l’episodio riesce bene nello scopo di chiudere sulla figura di Carlo e di preparare il terreno per il finale di stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sempre più centrale il personaggio di Carlo
  • L’inasprirsi del rapporto tra Carlo e la Regina
  • La crisi di Elisabetta
  • Poca coerenza tra i due argomenti principali
  • Vacillante attendibilità storica
  • Troppo mistero sul personaggio Camilla

 

The Crown arriva ad un episodio di preparazione alla chiusura, le cui intenzioni sono forse troppo audaci rispetto alla durata della puntata, creando confusione circa il suo vero significato. Si tratta comunque un buon momento di passaggio che pone ancor di più l’enfasi sul ricambio generazionale.

 

Dangling Man 3×08 ND milioni – ND rating
Imbroglio 3×09 ND milioni – ND rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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