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The Flash 1×10 – Revenge Of The RoguesTEMPO DI LETTURA 8 min

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Da un grande potere derivano grandi responsabilità.”

No, non abbiamo sbagliato fumetto, nè tanto meno casa di produzione. Eppure mai come in questo episodio di The Flash la filosofia di vita del “nostro” Spider-Man di quartiere, creatura della rivale per eccellenza della DC, appare tanto attuale.
Dopo lo scoppiettante midseason finale, in cui fa la comparsa la sua nemesi per antonomasia, Barry Allen si rende conto di non essere più “the fastest man alive”, in un’ammisione di colpevole inferiorità nei confronti del Man In The Yellow Suit. La conseguenza è l’allenamento intenso che apre l’episodio, mirato a consentirgli di ritornare ad esserlo.
A complicare le cose, però, ci pensa il puntuale ritorno di Captain Cold (name by Cisco), con alleato al seguito, come il cliffhanger di Going Rogue e lo stesso titolo preannunciava. I fratelli Scoffield di Prison Break alias Snart e Mick “Heat Wave” (name by Cisco parte II), cominciano a seminare il panico, con il preciso obiettivo di incontrare, e battere, Flash. Prima optano per un furto d’auto di lusso, poi per quello di una più redditizia opera d’arte, tale Ice and Fire (e no, non è il manoscritto di Game of Thrones), senza, però, avere alcun risultato.
Infatti, l’assenza della “saetta” è giustificata dal dilemma precedentemente menzionato. Se il Dottor Wells, quindi, suggerisce a Barry di continuare con gli allenamenti e concentrarsi esclusivamente sullo sconfiggere l’Anti-Flash (name by Cisco parte III), Joe non la pensa allo stesso modo. Come un moderno Zio Ben, appunto, ricorda al figlioccio perchè ha iniziato tutto questo, perchè è diventato un supereroe: “You told me that if you could use your power for save some person from burning build, you would“.
Il dibattito è anche l’ennesima occasione per aprire dei contrasti tra le due figure “paternali” che stanno accompagnando la genesi dell’eroe, con i loro rispettivi modi di pensare. Mentre il suo mentore prende, di puntata in puntata, le sembianze di quello che dovrebbe diventare l’Anti-Flash (o, almeno, è ciò che gli autori ci vogliono far pensare in tutti i modi), assumendosi rischi sempre maggiori di esser scoperto, è il rapporto tra Barry e il padre adottivo a regalare, ancora una volta, i momenti maggiormente riusciti.
Rapporto che, fino ad oggi, resta tra le particolarità più innovative e fresche dello show, il quale, a partire dal pilot, già si portava dietro eredità e somiglianze piuttosto scomode (qualsiasi riferimento a Smallville è d’obbligo). Invece, scena dopo scena, questo Joe che, dopo un inizio titubante, incoraggia Flash nella sua personale missione, aggiungendoci inoltre una simpatica e irraggiungibile complicità, si sta allontanando sempre più dal fu Jonathan Kent, avvicinandosi, come detto, ad un Ben Parker, nell’eventualità che fosse sopravvissuto. Con certi presupposti, quindi, ben venga la convivenza concretizzatasi nel finale.
Altra svolta che i due “Rogues” aiutano a causare è quella, ben più rumorosa, della prova dell’esistenza di Flash per i cittadini di Central City. Anche stavolta, chi ha resistito eroicamente alla visione di tutte le dieci stagioni di Smallville, ha ancora vivo e bruciante il ricordo di quanto c’è voluto affinché l’identità ufficiale del suo supereroe avesse, una volta per tutte, la propria ufficialità. Il terrore, quindi, che l’utilizzo del termine Macchia Scia aveva riportato alla luce, può dirsi rimosso.
Come d’altro canto, possiamo cancellare il clichè del fidanzo-geloso-del-supereroe, vista la collaborazione di Eddie e la sua conseguente attestazione di rispetto per Flash nei minuti conclusivi. Aiuto della polizia significativo anche per la riabilitazione del buon nome degli STAR Labs, in primis, e dello stesso Cisco (visti i guai provocati in precedenza). Riscossa, quella di quest’ultimo, particolarmente gradita, poiché lo vede lontano dal ruolo, seppur amabile, di inguaribile macchietta del team di scienziati.
Si limita ad essere alquanto intrigante, invece, la sottotrama di Caitlin, alle prese con l’enigma “Firestorm”. Se comunque si registra un primo importante avanzamento di trama, possiamo quantomeno esser certi della futura riproposizione dello scomparso Dottor Martin Stein, dato che, oltre al curioso mistero che lo circonda, dalla foto inquadrata pare assomigliare molto all’attore Victor Garber (sì, il tizio a cui Kate Winslet, in Titanic, “vedeva l’iceberg negli occhi”).
Come si è intuito, è l’episodio dei grossi cambiamenti, così anche Iris trasloca, decidendo di andare a convivere con Eddie, in barba alla dichiarazione d’amore di Barry. La storyline più romance e, allo stesso tempo, più scontata procede linearmente, senza particolari scossoni, se non una promessa di riavvicinamento tra i due vecchi amici. A proposito della scena in questione, provoca, almeno, una certa ilarità la scelta, da parte degli autori, di inserire nel dialogo parole come “fast” o “future”, intrinseche nella mitologia del supereroe.
Ciò che non cambierà mai, invece, è il gusto dell’evasione dei fratelli Scoffield, nell’ormai tradizionale cliffhanger finale. Ai due villain sembra aggiungersi un terzo incomodo, sorella, nientemeno, del calcolatore Snart, facendoci presagire, così, un prossimo ed immancabile ritorno dei “Rogues”.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELD, Marvel’s Agent Carter, Gotham e Constantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.

  1. Il titolo si rifà ad un gruppo di supercriminali celebre nella DC Comics e, sopratutto, nel mythos di Flash: i Rogues, in patria tradotti come “I Nemici”. Sono un gruppo criminale composto esclusivamente da nemici del Velocista e guidato da Captain Cold; formatosi originariamente sulle pagine di Flash #130 del 1962, i Rogues avranno inizialmente come unico scopo, quello di fermare Flash usando le loro forze combinate. Dopo svariati fallimenti, il gruppo poi deciderà di espandere la loro “utenza” e dare battaglia ad altri supereroi, trasformandosi in una vera organizzazione, pur mantenendo la formazione composta per la maggioranza da antagonisti della Cometa Rossa, creando anche una sorta di codice di condotta e regolamenti vari per accettare nuovi membri. Per ricollegarci con il paragone Ragnesco di inizio recensione e far capire meglio chi sono i Rogues: sono i Sinistri Sei di Flash.
  2. Il villain di questa puntata è Heat Wave, aka, Mick Rory, introdotto per la prima volta sulle pagine di Flash #140 del 1963. Rory sviluppa sin da bambino una terribile ossessione per il fuoco, che con la crescita divenne così profonda, da portarlo a dare fuoco alla sua casa, lasciando che i genitori morissero bruciati vivi, solo per guardare un fuoco così grande e così splendente. Mick tentò diverse volte di reinserirsi nella società, ma la sua ossessione era così forte, che non resisteva alla voglia di bruciare ogni complesso in cui veniva relegato per lavorare; dopo aver visto i Rogues combattere contro Flash, la sua piromania trovò finalmente sfogo: quella di costruirsi un costume ad hoc, armato di pistola simil-lanciafiamme, per combattere l’eroe. Una volta che ci riuscì, si diede il nome di Heat Wave e diede numerose volte battaglia a Flash.
  3. Il fumetto che Barry Allen legge, ad un certo punto dell’episodio, è Space Ghost: cartone animato della Hanna-Barbera del 1966, poi protagonista di vari spin-off e ulteriori merchandising.
  4. Dobbiamo davvero dire da dove arriva la citazione di Ghostbusters? Si, dobbiamo: c’è chi ha vissuto in una caverna per tutto questo tempo.
  5. Questo è il primo episodio dove qualcuno chiama Flash con uno dei suoi soprannomi ufficiali. In questo caso, è Captain Cold che lo chiama “Scarlet Speedster” (in Italiano: Velocista Scarlatto).
  6. Ora che l’esistenza di Flash è assolutamente confermata ai cittadini di Central City, nei fumetti ci sarà un Flash che farà anche di più. Di fatti, il terzo uomo a vestire i panni del Velocista DC, Wally West, sarà uno dei primissimi supereroi dell’Universo di Batman e soci a militare per molto tempo rispettando il codice dell’identità segreta, decidendo poi di rinunciarvi, rendendola pubblica.
  7. I possessori del dipinto “Fire and Ice”, di cognome, fanno Rathaways. Questo fa di loro i genitori di Hartley Rathaway, aka Pied Piper: un altro villain di Flash.
  8. Il personaggio citato, tale “McSnurtle the Turtle”, è un riferimento ad un personaggio della DC Comics: per la precisione, alla prima “digressione animalesca” dei fumetti. Sia la DC, che la Marvel, hanno avuto “il vizio” di trasformare i loro supereroi e supercriminali in versione animale degli stessi, al fine di renderli protagonisti di storie divertenti e demenziali, dedicate interamente ad un pubblico giovanissimo; il primo di questa stirpe fu Merton McSnurtle, alias, The Terrific Whatzit: una tartaruga con i poteri di Flash. Prima comparsa: Funny Stuff #1 del 1944.
THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Grant Gustin, sempre più convincente
  • Rapporto Barry-Joe
  • L’azzeccata scelta di casting per i due “Rogues”
  • Ritmo costantemente incalzante e piacevole
  • Sia se si scalano edifici, s’afferrano droni al volo, o semplicemente si stira una camicia, il theme di Flash fa sempre il suo effetto
  • B.: “Mean like Ghostbusters?”
    C.: “That film is surprisingly scientific accurate” Dr. W.: “And really quite funny”
  • L’eccessiva insistenza sul  presunto doppiogiochismo del Dottor Wells
  • Le dinamiche dello scontro finale, troppo complicate se relazionate a ciò che Flash è in grado di fare
  • Cisco e la sua mania dei soprannomi, alla lunga può stancare

 

Ritorna, dopo la pausa natalizia, a ritmo spedito e senza sbagliare un colpo, lo show dell’emittente CW, la quale dimostra, se già Arrow non ce lo aveva insegnato, di aver imparato dagli errori passati. La novità più fresca ed efficace del panorama supereroistico televisivo cambia le carte in tavola, forse indissolubilmente, senz’alcun timore di intraprendere strade coraggiose. Il consiglio, perciò, è quello di restare al passo, perché ne vedremo sicuramente delle belle.

 

The Man In The Yellow Suit 1×09 4.5 milioni – 1.5 rating
Revenge Of The Rouges 1×10 3.8 milioni – 1.4 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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