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The Goldbergs 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 3 min

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Dicasi “comedy” una qualsivoglia serie televisiva della durata di 20 o 40 minuti in cui siano presenti storie, personaggi e situazioni divertenti che suscitino risate e/o sorrisi nello spettatore. Stando a questa definizione The Goldbergs non rientra in questa categoria perchè, se le risate non sono minimamente contemplate, ci si può scordare anche di sorridere da quanto basiche e noiose siano le avventure della famiglia Goldberg. Inutile dirvi che questo è un male.
Già valutata dal sottoscritto con un “poker face” negli Upfronts ABC, il pilot non fa che affossare definitivamente le già poche aspettative candidando la serie ad una pronta cancellazione perchè è quanto si merita. Inizialmente in trattativa per andare in onda su FOX, alla fine è stata acquistata dalla ABC che ha visto nella serie un’ottima comedy tanto da metterla nella serata del martedi subito dopo Agents Of S.H.I.E.L.D. per sfruttare il traino.
Dopo aver visto questo pilot ci sono buone probabilità che Rupert Murdoch abbia stappando vagonate del miglior champagne francese per festeggiare il disinvestimento nella serie. Apparentemente ingiustificata, la mia cattiveria  nasce e deriva interamente dal fatto che The Goldbergs è il classico telefilm da anni ’80-’90 incentrato su una famiglia americana che non offre nulla di nuovo al già fin troppo vasto panorama televisivo, un panorama in cui una comedy che non si contraddistingue per qualcosa è destinata a perire miseramente durante la stagione o, nel caso in cui sia davvero molto fortunata, a maggio negli Upfronts. Poco conta che Adam F. Goldberg abbia creato lo show basandosi sulla sua stessa famiglia, una comedy autobiografica e la voce fuori campo, fin troppo simile a quella di Ted Mosby in How I Met Your Mother, non bastano a personalizzare una serie.
La trama è fin troppo basilare: la famiglia Goldberg è formata da un padre (Jeff Garlin) che è il prototipo del genitore americano sovrappeso medio succube della moglie, la madre (Wendi McLendon-Covey) ricopre il ruolo della tipica apprensiva casalinga che comanda l’intera famiglia asfissiandola per le sue paure e manie, i tre figli (la più grande potrebbe anche non esistere da quanto infimo è il suo apporto al pilot) sono ovviamente la causa di quelle che dovrebbero essere dei divertenti sketch che ricadono invece nel già visto, ed infine il nonno (George Segal) che ricopre il classico ruolo da nonno che cerca di viziare i nipoti facendo arrabbiare i genitori. Con un plot simile è difficile aspettarsi delle sorprese e soprattutto pensare che questa serie possa attirare l’attenzione del pubblico.
Riassumendo il vero problema di The Goldbergs non risiede nei personaggi che (forse) col tempo si potrebbero anche amare ma nella storia, decisamente già vista e rivista in quadrilioni di serie e film per risultare attraente e appagante per il grande pubblico. In un periodo storico in cui perfino il più becero degli spettatori possiede un minimo di background seriale e di senso critico, The Goldbergs prova ad attirare il pubblico riportandolo negli “eighties” non tenendo conto però del fatto che non basta tentare l’operazione revival per sfondare sul piccolo schermo, ci vorrebbe anche qualche idea in più. Personalmente la consiglierei a chi ha problemi di sonno perchè è un’ottima alternativa al sonnifero o alla tisana della buona notte, poi fate voi, io intanto vi ho avvertiti: The Goldbergs has to die soon.

PRO:

  • Nonno Goldberg ed il piccolo Adam nella casa degli waffle sono l’unica parte decente del pilot
CONTRO:
  • Ho perso il conto degli stereotipi visti nel pilot, decisamente troppi
  • Una comedy che non fa ridere non è una comedy
  • Gag e sketch visti e stravisti
  • Una noiosa perdita di tempo
  • Jeff Garlin non offre una delle sue migliori interpretazioni in questa veste

Oggettivamente, a meno che non siate in astinenza da anni ’80, non ci sono valide ragioni per guardare il pilot. Forse avrebbe funzionato meglio in single-camera ma non ci metterei la mano sul fuoco. Da non guardare comunque.

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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