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The Haunting Of Bly Manor 1×04 – The Way It CameTEMPO DI LETTURA 3 min

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Flora: You’re not dying, you know.
Owen: What do you mean?
Flora: When Mum and Dad died, I thought I was going to die too. I was sure of it. But then I thought… what if I was already dead? But nobody else knew, and I was walking around dead. But everybody could see and hear me. That was dreadful. It only felt like dying… because actually, I was still alive. You have to be to feel that way. I wasn’t dead. I was just really, really sad. But then I learned a secret. I didn’t even need to be sad anymore.
Owen: What secret?
Flora: Dead doesn’t mean gone. So… you don’t need to be sad.

 

The Haunting Of Bly Manor continua a sorprendere e a regalare momenti terrorizzanti. Non c’è trucco ma solo una sana dose di mistero, costruzione dei personaggi e qualche jumpscare che però non disturba, ma assolve egregiamente il proprio compito: aumentare il senso di turbamento e shock nello spettatore senza costituirne il principale motivo.
“The Way It Came” fa finalmente comprendere l’identità dell’uomo dagli occhiali luminescenti nello specchio e ciò accresce ulteriormente il senso di ansia e paura per la sorte dei personaggi.
Ora la storia viene portata avanti ma tornando indietro. Mentre “The Two Faces: Part One” ha fornito dei dettagli riguardo alla storia dell’uomo del balconcino, Rebecca e, in particolare, sulla loro vicenda d’amore e odio, qui gli autori si concentrano su Dani e aprono l’episodio con i suoi ricordi americani. Viene mostrato nei primi minuti il motivo per cui si è recata in Inghilterra: la morte violenta del fidanzato Edmund. Se il fidanzato morto che perseguita la propria fidanzata ancora viva è abbastanza scontato e poco consistente, guadagna comunque in impressione. Infatti l’uomo con gli occhiali nello specchio ora non è più lì ma è uscito.
Come già sottolineato nelle recensioni degli episodi precedenti, come la casa, così anche il resto di Bly Manor è parte del sistema dei personaggi. L’impressione è che ogni sassolino, ogni pianta, statua o panchina sia “viva” e in contatto con chi è morto ma non se ne è andato.
A completare il tutto, in questa puntata si assiste allo spettacolo di una Flora sempre più disturbante. La bambina infatti si diletta nel copiare i nomi e le date di morte sulle lapidi che Bly Manor accoglie e si prodiga in consolazioni verso Owen che ha appena perso la madre. Tutto si potrebbe pensare meno che sia una bambina a pronunciare quelle parole. Si aggiunge poi la sua propensione a chiacchierare allegramente con i fantasmi tutto intorno a lei e il gioco è fatto.
La bambina è seguita a ruota nelle stranezze dal fratello Miles che, in preda a furori pre-adolescenziali, tenta di farsi notare finendo solo per risultare poco simpatico e, come nei precedenti episodi, disturbante.
L’interpretazione di Victoria Pedretti si conferma di alto livello, in particolare nel momento del bacio con Jamie in cui dal suo volto sembra vedersi effettivamente tutta la felicità e sofferenza che la sua scelta comporta e poi la paura nel vedere lo spettro di Eddie davanti a lei.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I ricordi del passato di Danielle arrivano al momento giusto e, nonostante il retroscena abbastanza scontato del fidanzato morto, aiutano a comprendere meglio il personaggio femminile principale
  • Una Flora sempre più disturbante accompagnata dal fratellino Miles in preda ai furori pre-adolescenziali
  • Deriva lesbo molto gradita
  • Un falò post-funerale e qualche bottiglia di buon vino non fanno mai male
  • Aspetto scontato del fidanzato morto che perseguita Dani
  • Sarebbe stata appropriata una spiegazione migliore sul motivo che ha portato Danielle a lasciare Edmund

 

The Haunting of Bly Manor continua a confermarsi un buon prodotto che spaventa il giusto e riesce a caratterizzare a tutto tondo i personaggi. Un falò poi non ci sta mai male, soprattutto se è corredato da abbondante alcool e storie folkloristiche dall’indubbio effetto suggestivo. Arrivati a questo punto, però, si rende davvero necessaria una svolta decisiva che permetta ai personaggi di esprimere al meglio tutto il loro potenziale.

 

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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.

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