);

The Queen’s Gambit 1×01 – OpeningsTEMPO DI LETTURA 4 min

/
()

“Check mate.”

Scott Frank alla regia (Godless) e Anya Taylor-Joy (Peaky Blinders, The Miniaturist) come attrice protagonista, sono due dei nomi della nuova serie Netflix The Queen’s Gambit (in italiano La Regina Degli Scacchi), che vede tra gli altri protagonisti Bill Camp, Christiane Seidel, Harry Melling (sì, lui) e Thomas Brodie-Sangster (sì, proprio lui).
Basata sull’omonimo romanzo di Walter Stone Tevis, la serie si compone di sette episodi e narra le vicende di Elisabeth Harmon, piccola orfana con la passione per il gioco degli scacchi. La storia viene introdotta da un pilot ben costruito, interamente dedicato all’infanzia della protagonista, che mette perfettamente in scena la difficile vita di una Beth di appena dieci anni (interpretata da Isla Johnston) che entra a contatto troppo presto con verità e difficoltà che i bambini non dovrebbero conoscere.

L’INFANZIA DI BETH

Relegata in orfanotrofio dopo la morte della madre, le giornate della piccola orfana sono scandite da lezioni poco interessanti tenute da insegnanti poco interessati; video educativi sulle buone maniere e sul ciclo mestruale; somministrazione di “vitamine” quali sostitutivo di una visita pediatrica e un lauto pasto divorato controvoglia di fronte agli occhi di un’ambigua direttrice che sorveglia e richiama sempre all’ordine le proprie ragazze. In pochi attimi Elisabeth si ritrova a dover imparare una nuova vita e assimilare quante più informazioni possibili per sopravvivere nell’aspro luogo che dovrà fare casa sua e che non ha certo le sembianze di calde e confortevoli coperte rimboccate dalla mamma.
Poco o nulla si sa dei genitori della protagonista, ma quello che emerge con chiarezza è che Beth non ha avuto il tempo di elaborare il lutto della madre, che ha visto esamine di fronte ai suoi occhi. Non c’è infatti spazio per l’amore, la compassione e il calore umano nell’asettico orfanotrofio di Mrs. Deardoff che si premura solamente che le proprie ragazze crescano come educate e garbate signorine.

“Girls do not play chess.”

L’episodio mette ben in luce le dinamiche e gli umori che abitano la personalità di Beth, che si rivela fin dai primi minuti di girato un animo difficile e tormentato. La piccola orfana si trova intrappolata in una rigidità che non le lascia la possibilità di trovare un contatto spontaneo con il mondo: sottomessa a regole e formalità che non le permettono di esternare alcuna emozione, Beth trova la sua unica valvola di sfogo nel singolare rapporto con il custode dell’istituto, il vecchio Mr. Shaibel, il personaggio che inizierà Beth al mondo degli scacchi.
Fin dalle prime mosse sulla scacchiera Beth si dimostra un’abile giocatrice e, ancor prima, una bambina sveglia e intelligente. In breve tempo il gioco degli scacchi diventa per la piccola protagonista l’unica via di fuga da una realtà che non le piace e che subisce passivamente. La ribellione di Beth non si esterna in una elusione delle regole del collegio o in una irruenta trasgressione come quella della sua amica Jolene: è nella propria mente che la piccola orfana trova la scappatoia dai problemi e dalla rassegnazione, inventando una personale partita dove la sconfitta non è prevista.

TEMI FORTI E DISTURBANTI

La serie riflette con garbo e minuzia temi affatto semplici, quali la solitudine e l’alienazione. Beth non è una bambina come gli altri, timida e schiva nei confronti del mondo dei grandi, la giovane Harmon cerca fin da subito il modo di fuggire dalle proprie emozioni finendo per incanalarle nella passione per la scacchiera.
La nitida descrizione di una mente brillante come quella di Beth procede a pari passo con il suo disturbato animo e con l’infanzia che le viene negata. La protagonista viene subito a contatto con realtà non adatte alla sua età, a partire dal linguaggio crudo e volgare della sua amica Jolene, fino alla consapevolezza, presa sempre troppo presto, di essere solo un numero nel collegio di Mrs Deardoff, in cui i tranquillanti sono l’alternativa meno impegnativa all’educazione e formazione delle ragazze. E se da un lato cresce l’attitudine e la bravura di Beth nel gioco degli scacchi, dall’altro lato la sua fanciullezza si spegne sempre di più fino alla spasmodica ricerca della serenità nelle pillole che le vengono negate. E sembra essere solo l’inizio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia, fotografia e attori
  • Ambientazione e racconto della vita in orfanotrofio
  • Parallelismo tra la vita di Beth e il mondo degli scacchi
  • I temi della solitudine e dell’alienazione
  • Flashback sulla vita di Beth prima della morte della madre 
  • Isla Johnston è stata molto brava nell’interpretare una turbata e problematica Beth
  • Nulla di particolarmente rilevante

 

L’animo della protagonista è luogo di tormenti e di sogni in cui The Queen’s Gambit ci fa silenziosamente entrare, spettatori privilegiati di una crescita intensa e drammatica.

 

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Rispondi

Precedente

The Third Day – Special: Autumn

Prossima

Helstrom 1×01 – Mother’s Little Helpers

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.