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The Shrink Next Door 1×01 – The ConsultationTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Shrink Next Door 1x01 PilotYou let people use you. I’m not gonna let anyone use you. Not today, not tomorrow, not ever.

The Shrink Next Door è la nuova serie AppleTv+, disponibile a partire dal 12 Novembre sulla piattaforma, che vede come protagonisti Will Ferrell e Paul Rudd – senza dimenticarsi della talentuosa Kathryn Hahn (WandaVision, The Romanoffs, Brooklyn Nine-Nine) – nei panni, rispettivamente, del docile e ingenuo Martin Markovitz e dello psichiatra (subdolo e manipolatore) Isaac Herschkopf.
Per tutti quelli che non hanno familiarità con la storia vera da cui la serie trae ispirazione – e che quindi avranno trovato i due aggettivi in parentesi estranei alla rappresentazione dell’affabile Ike in questo pilot – The Shrink Next Door è l’adattamento del podcast omonimo che racconta la storia vera di un CEO milionario di un’azienda di tessuti rimasto vittima delle macchinazioni e dei soprusi emotivi di uno psichiatra di New York. Il tutto, naturalmente, allo scopo di approfittarne economicamente.
Nel 1982, Martin “Marty” Markovitz subisce diversi brutti colpi: prima la morte dei genitori, poi la separazione dalla compagna e infine si ritrova ad avere nelle sue mani il patrimonio di famiglia, diventando improvvisamente capo dell’azienda di suo padre e incontrando le resistenze dello zio, che lo giudica un incompetente. Incapace di imporsi e farsi rispettare dalle altre persone, l’uomo viene così spinto dalla sorella ad incontrare uno psichiatra, il dottor Isaac “Ike” Herschkopf, che lentamente cercherà di allontanarlo dai suoi affetti, insinuandosi nella sua vita allo scopo di manipolarlo.
Una storia di prevaricazione emotiva e sudditanza psicologica che, naturalmente, deve ancora svilupparsi ma che per il momento, soprattutto per coloro che si approcciano alla serie “al buio”, sembra non offrire granché rispetto a tutte le opere cinematografiche/televisive incentrate su uno psichiatra eccentrico e sul suo paziente estremamente fragile ed emotivo.

NON LA SOLITA COMMEDIA ALLA ANCHORMAN


Non è certo la prima volta che Will Ferrell e Paul Rudd condividono il set. Quasi certamente il primo film che verrà in mente ai fan dei due attori (e di tutti i membri del Frat Pack) sarà Anchorman, commedia demenziale, con annesso seguito ancor più demenziale, simbolo di quella comicità che di solito il pubblico associa ai due interpreti. Associazione di idee meno diretta nel caso di Paul Rudd, esploso grazie al ruolo di Ant-Man, protagonista dell’oramai prossimo all’uscita Ghostbusters: Legacy e, addirittura, incoronato dalla rivista People 2021 Sexiest Man Alive. Sicuramente un accostamento più universale nel caso di Will Ferrell, icona indiscussa della comicità nonsense contemporanea e di solito al centro di commedie demenziali di ben altro genere rispetto a questo (presunto) dramedy dal sapore dolceamaro.
In molti, riconoscendo le due facce nel trailer, avranno pensato dunque alla solita comedy delirante, o quantomeno ad un adattamento divertente della storia da cui lo show trae ispirazione, ritrovandosi probabilmente molto delusi al termine di questo pilot. Quelli che invece avevano pensato ad una black/bittersweet comedy, mostrando una discreta lungimiranza, rimarranno comunque amareggiati.
Come era facile prevedere, Ferrell, Rudd e la Hahn riescono in mezz’ora a introdurre in maniera magistrale tre personaggi chiaramente molto complessi, regalando in ogni caso al pubblico trenta minuti di piacevolezza e strappando anche un paio di sorrisi, nonostante l’impronta più seriosa data al pilot per raccontare il disagio interiore del povero Marty. A deludere è invece quella anonimia di genere che non permette a chi sta guardando di inquadrare il prodotto che ha davanti, trascinando così la puntata in quella zona d’ombra che, per molti spettatori, significa abbandonare la serie anzitempo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ferrell, Rudd e la Hahn ottimi
  • Tratto da una storia vera molto intrigante
  • Intrattenimento piacevole e leggero
  • Pilot che risulterà un po’ anonimo per chi non conosce la storia da cui trae ispirazione
  • Opera ancora molto difficile da inquadrare

 

Un primo episodio che non brilla particolarmente ma che comunque intrattiene regalando al suo pubblico trenta minuti di intrattenimento piacevole e leggero. C’è ancora tempo per decollare e, tenendo bene a mente la storia da cui la serie si ispira e i nomi coinvolti nel progetto, ci sono ottime chance che il salto di qualità già arrivi dal prossimo episodio.

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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