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The Third Day 1×04 – Monday – The MotherTEMPO DI LETTURA 3 min

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Dopo aver dato vita ad un capitolo quasi a sé stante con lo speciale “Autumn”, la narrazione di The Third Day riprende con i normali episodi.
Sull’isola di Osea arrivano una donna di nome Helen e le sue figlie, Ellie e Talulah (Lu). Sono passati alcuni mesi dalle vicende narrate nell’episodio precedente, mentre Sam (Jude Law) e i coniugi Martin (Paddy Considine e Emily Watson), gestori della locanda, brillano per la loro (quasi totale) assenza. Unico punto di collegamento con quanto già successo è Mimir con la sua cricca, gruppo sempre intento a progettare e concludere loschi affari.
Questo porta l’attenzione dello spettatore a non accomodarsi semplicemente seguendo gli sviluppi derivati da premesse ben note, ma a concentrarsi, non solo per cercare di scoprire perché le nuove venute abbiano deciso (da un momento all’altro, a quanto pare) di recarsi sull’isola, ma anche per conoscere insieme a loro, attraverso i loro occhi ingenui e impreparati, nuovi aspetti dell’inquietante mondo di Osea e di chi ci abita. L’impatto delle tre viaggiatrici con la realtà dell’isola, va detto, non è dei più amichevoli: nessuno vuol dare loro alloggio, nonostante la prenotazione e tutti si chiudono in casa.
Helen e le figlie arrivano in una parte dell’isola finora non mostrata nella serie, dove sembra si stiano svolgendo pratiche e/o esperimenti decisamente inquietanti. Lungo la strada, case abbandonate, devastate e graffiti sui muri suggeriscono una rivolta dei cittadini contro il culto di Esus. Chiara e forte è la simbologia sessuale legata a quest’ultimo, sia nella rappresentazione del dio-demone sia in quella della Madonna incinta e crocifissa. Il fatto che siano state sentite urla di donne forse partorienti provenire dai capannoni scoperti durante l’episodio non promette nulla di buono. Sembrerebbe in formazione una qualche specie di demoniaco presepio, con Padre, Madre, Figlio e Spirito non santo, ma decisamente malvagio. Di sicuro, quando una popolazione, anche piccola, crede nel destino al punto tale da mettere gli ultimi ritrovati della moderna tecnologia al servizio di culti e superstizioni primordiali, il risultato non promette nulla di buono. Tutto è suggerito, ma non spiegato.
Resta immutata la sensazione che l’isola stessa possa lanciare una sorta di malefico incantesimo su chi vi mette piede, impedendogli di andarsene. Proprio questo elemento dà alla serie la sua qualità horror, anche se lo spettatore può restare parecchio contrariato nel vedere ogni minimo tentativo di lasciare Osea venire frustrato da contrattempi, dimenticanze e ripensamenti vari.
Nel finale dell’episodio compaiono i coniugi Martin, pronti a negare sempre, negare tutto, negare anche l’evidenza e, in un ultimo colpo di scena che risvolta il senso dell’intera puntata, viene rivelato come le tre nuove arrivate siano la moglie e le figlie di Sam. Il tempo per vedere se la famiglia riuscirà a riunirsi e se ci sarà il lieto fine (tutt’altro che scontato, per come sta procedendo la narrazione) ormai stringe, la visione d’insieme si allarga invece di focalizzarsi sulla dirittura d’arrivo, ma solo alla fine si potrà dire se questa si sarà rivelata una scelta premiante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Come sempre, la fotografia
  • Naomie Harris
  • Si scopre un nuovo lato dell’isola
  • L’assenza di Sam e dei coniugi Martin, ben giocata, crea suspense
  • Uso perfino eccessivo del cliché secondo cui il personaggio vorrebbe lasciare l’isola ma non ci riesce 
  • Molti elementi, molta atmosfera, ma non si capisce ancora il quadro complessivo

 

Chiamata a prendersi la puntata (e la responsabilità di far procedere la storia) sulle spalle, Naomie Harris nel ruolo di Helen, svolge egregiamente il suo compito. Mancano due puntate alla conclusione della miniserie: la narrazione ha saputo rilanciarsi mentre si aggiungono nuovi tasselli a comporre un mosaico decisamente inquietante. A questo punto l’unico rischio, ma concreto, è quello di non avere un finale all’altezza di tutti gli elementi fin qui messi in campo, dosati sapientemente per creare un’atmosfera perturbante senza però spiegazioni su quale sia lo scopo ultimo di quanto sta accadendo. Rovinare tutto con una spiegazione banale sarebbe davvero un peccato. La qualità della confezione resta comunque immutata e alta, con la fotografia a fare da “sceneggiatura aggiunta” a dialoghi e situazioni.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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