);

The Vampire Diaries 6×11 – 6×12 – 6×13 – Woke Up With A Monster – Prayer For The Dying – The Day I Tried To LiveTEMPO DI LETTURA 6 min

/
()

The Vampire Diaries, ormai, è giunto al termine. Noi lo sappiamo, gli attori pure, l’unica che sembra non saperlo è Julie Plec. O forse lo sa benissimo, ma se ne frega in nome del Dio denaro. Magari lo show va avanti per semplice inerzia. D’altronde l’evidente mancanza di una trama portante di sostanza ne è la prova. Si può dire che la serie ha corretto il tiro dopo una stagione disastrosa come la quinta, ma non è bastato il fascino criminale di Kai o la sociopatica congrega Gemini che costringe due ventiduenni a fondersi in una cosa sola, facendo della legge darwiniana sulla sopravvivenza della specie una vera e propria regola di vita.
In “Woke Up With A Monster” chi si sveglia col mostro è Elena Gilbert, ovviamente, la persona con il maggiore numero di rapimenti alle spalle. Roba che se Carrie Bradshaw aveva la carta moschicida per gli uomini sbagliati, la Gilbert attira psicopatici solo respirando. E se all’inizio si provava pena per questa povera sciagurata, adesso la cosa può solo che far ridere. Almeno è stato divertente vederla vittima delle torture di Kai, che non aveva alcun motivo per prendersela con lei se non per divertirsi un po’ e, perché no, fare un dispetto a Damon. E se noi dobbiamo soffrire a continuare a guardare The Vampire Diaries, è giusto che anche i personaggi abbiano la loro dose di sofferenza. Appena Damon e company scoprono del rapimento di Elena, parte la Suicide Squad squadra di soccorso, capitanata ovviamente da Damon che si porta appresso l’unica strega disponibile, Riccioli D’Oro. Sul serio, Elena dovrebbe girare con un cartello con su scritto “Statemi lontani altrimenti alla prima occasione disponibile sarete costretti a correre in mio soccorso, anche a costo della vostra stessa vita”. Su Italia 1, in questo momento, stanno mandando in onda le repliche della seconda stagione. Certo, anche lì Elena aveva la sua squadra di soccorso, ma ricordiamoci che ai (bei vecchi) tempi la ragazza era umana, innanzitutto, indifesa e aveva uno psycho serial killer (Klaus) che la voleva dissanguare. E non si capisce perché Damon, a un certo punto, l’abbia soprannominata “warrior princess” perché la Gilbert è sempre stata tanto damigella in pericolo e poco guerriera, se non a parole.

Ad accompagnare la (infinita) serie di sfortunati eventi della Gilbert, c’è la vicenda di Liz Forbes e del suo cancro. Non si riesce a motivare l’impossibilità di curare il cancro con il sangue di vampiro, visto che finora ha salvato millemila persone nelle condizioni più tragiche. E’ evidente che la malattia dello Sceriffo è stata inserita per riempire un vuoto probabilmente incolmabile. Stanno a corto di idee e serviva un po’ di dramma. Caroline, come tutti noi, non crede che il miracoloso sangue vampiresco non possa curare il cancro e si fa accompagnare dal povero Stefan  alla Duke per salvare la madre e fare un piccolo esperimento su un malato terminale di cancro. Esperimento che sembra funzionare ma ovviamente la Forbes non si ferma nemmeno 24 ore a controllare. Altre scelte nosense il cui unico scopo è quello di riempire minuti.  Insomma, una partenza veramente pessima per TVD,

“Prayer For The Dying” corregge un po’ il tiro, alzando leggermente la qualità, anche se parlare di qualità per questo show ormai è un parolone. Diciamo che riesce ad intrattenere e ad emozionare un pochino.
Finalmente è avvenuta la fusione tanto decantata, ma non tra la giusta coppia di gemelli. Luke, che finora ha fatto compagnia a Jeremy, Matt e Tyler nel loro esclusivo club dei personaggi inutili, si offre volontario per unirsi a Kai. E proprio quando il suo personaggio sembra essere un anticchia più interessante… muore.
Comunque, al di là dei sentimentalismi vari che comunque hanno contribuito a rendere l’episodio quanto meno guardabile, gli autori hanno cercato di dare una spiegazione al grande mistero che aleggiava sull’incurabilità del cancro: il sangue velocizza la crescita delle cellule malate, è come se nutrisse il cancro, e non la persona. Certo, risulta sempre un escamotage buttato lì un po’ a casaccio, ma almeno Julie Plec non si è limitata a rispondere con un infantile “perché no” alla domanda “perché il sangue di vampiro non può curare il cancro?”, cosa che ha fatto in passato (vedi sirebond spuntato dal nulla).

Ovviamente il merito della “riuscita” dell’episodio va per lo più alla faccenda degli Gemini, perché se fosse stato solo per la drammatica situazione della famiglia Forbes non ne saremmo usciti vivi. Forse sono riusciti a inserire in TVD una famiglia di streghe davvero con i controcazzi. Kai, almeno, lo è. E adesso che si è fuso con Luke, non sappiamo davvero cosa aspettarci. La scena della fusione è stata ben strutturata, anche perché ha colto abbastanza di sorpresa.
“The Day I Tried To Live”si concentra su Bonnie. Sì, esattamente la strega rimasta intrappolata nella dimensione parallela, la migliore amica di tutti, ma che viene sempre dimenticata per volere di trama. Elena & co si sono ricordati di dover provare a riportarla in vita per la 6475864551 volta e chi appare magicamente nel salotto di casa Salvatore? Kai, l’ormai capo della congrega Gemini. Cosa aspettarsi da lui, a questo punto? Beh, tutto, tranne quello che si rivela essere in questo tredicesimo episodio. Un simpatico burlone che prova delle sensazioni a lui finora sconosciute. E su questo occorre soffermarci un attimo. Ormai è chiaro che Julie Plec ha la tendenza a umanizzare i bad guy, a dare loro un punto debole, qualcosa a cui tengono. L’ha fatto con Klaus, ma prima ancora con Katherine e dopo con Silas, lo sta facendo anche con Kai? La situazione sembra un po’ diversa. Sì, TVD ha bisogno come il pane di un cattivo come si deve, di un bad guy potente e inarrestabile, di quelli da non sottovalutare e da temere. Quindi è inevitabile storcere un po’ il naso a sentire Kai parlare di lacrime, rimorso e letterine alle sorelle, ma non si può nemmeno non ridacchiare perché vederlo alle prese con le emozioni umane è esilarante, vederlo esultare quando prova sensazioni familiari come il disgusto per gli amorevoli Delena è divertente. Quindi questa stramba condizione di Kai non è da vedere come l’ennesimo cattivo umanizzato dalla Plec, perché il Kai che conosciamo è sempre uno psicopatico senza cuore, tutte quelle emozioni che prova sono di Luke, e il miscuglio tra i due è davvero fantastico.
Purtroppo non è tutto rose e fiori: se tutto l’episodio fosse girato intorno a Kai avrebbe alzato la media del giudizio di questa tripletta di episodi, invece ci hanno dovuto inserire una prevedibilissima Liv che intraprende una missione suicida e l’inutile storyline della vendetta di Enzo nei confronti di Stefan. Enzo è un altro esempio di come la Plec possa creare personaggi interessanti con un bel potenziale e poi rovinarli totalmente e renderli insulsi. Non si vede l’utilità di approfondire la sua sete di vendetta, né tanto meno il coinvolgimento di Matt. Per non parlare di Sarah Salvatore, che spunta fuori come i cavoli a merenda.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Kai
  • Spiegazione dell’incurabilità del cancro
  • La fusione
  • L’episodio 6×11 nella sua interezza
  • Enzo e la sua vendetta
  • Recitazione scarsa
TVD sa davvero come perdersi in un bicchier d’acqua. Dopo un episodio disastroso come “Woke Up With A Monster”, riesce a correggere un po’ il tiro ma non riesce a garantire alla tripletta un giudizio sufficiente.
Christmas Through Your Eyes 6×10 1.82 milioni – 0.8 rating
Woke Up With A Monster 6×11 1.63 milioni – 0.8 rating
Prayer For The Dying 6×12  1.47 milioni – 0.7 rating
The Day I Tried To Live 6×13 1.67 milioni – 0.8 rating

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

Rispondi

Precedente

Better Call Saul 1×02 – Mijo

Prossima

The Big Bang Theory 8×14 – The Troll Manifestation

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.