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The Walking Dead 11×03 – HuntedTEMPO DI LETTURA 4 min

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THE WALKING DEAD 11x03 recensioneDopo la doppia premiere dell’ultima stagione (Acheron – Parte I  e Parte II), The Walking Dead torna con un episodio che sceglie di concentrarsi solo su alcuni archi narrativi, a discapito della storyline di Eugene & co. (forse attualmente la più intrigante) che non viene proprio presa in considerazione, e di quella di Daryl, anche lui non pervenuto. L’ambientazione è meno “cupa” rispetto ai primi due episodi, volti probabilmente ad evocare nello spettatore quella sensazione ravvisabile nel corso della lettura de La Divina Commedia, quando Dante deve attraversare il fiume Acheronte a bordo della barca di Caronte, traghettatore di anime. Questa volta ci si ritrova nei canonici “spazi aperti” e boschivi visti e rivisti nel corso di 10 stagioni, con i protagonisti ancora una volta divisi e alle prese con diverse gatte da pelare.

CAROL, CAROL, BLAH, BLAH, BLAH…


La parte dell’episodio che non entusiasma e che risulta la più forzata è quella legata a Carol, Kelly, Magna e Rosita che cercano di catturare dei cavalli per Alexandria. Sembra che il personaggio di Carol non abbia più nulla da dire, forse perché nel corso degli anni è stato (insieme a quello di Daryl) il character più approfondito psicologicamente: ha subito così tante trasformazioni ed evoluzioni che ogni suo sviluppo risulta spesso ridondante. Il minutaggio dedicato a lei e a chi l’ha accompagnata poteva essere evitato senza problemi.

L’ESSENZA DI TWD


La parte più tenera della puntata riguarda proprio la “new generation” composta da Judith, Rj, Hershel e Gracie, che si confrontano sulle loro esperienze e sulle perdite subite, bambini già cresciuti in un mondo che non promette apparentemente nulla di buono all’orizzonte. Sono i sopravvissuti, il futuro e la vera essenza di The Walking Dead. Fin dal primo episodio, la serie non ha mai voluto essere semplicemente horror, in quanto ha scelto di concentrarsi sul character development per far riflettere il suo pubblico. Che senso ha andare avanti e lottare in un mondo senza futuro? Ecco, i piccoli “figli di” sono la prova vivente che i fiori possono nascere dall’asfalto e che la voglia di sopravvivere può vincere su tutto.

MAGGIE E NEGAN


La maggior parte del minutaggio, tuttavia, è dedicata proprio al gruppo di Maggie, che è preso di mira dai Reapers ed è quindi costretto a separarsi. Padre Gabriel si ritrova ferito e solo a vagare per il bosco. Maggie, Alden e Negan cercheranno invece di sfuggire ai Reapers a modo loro.
Anche se ci si era già ampiamente soffermati sul rapporto conflittuale tra Maggie e Negan nei primi due episodi, in “Hunted” continua l’attenzione degli sceneggiatori su loro due. Sarà perché la chimica tra Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan è innegabile, o semplicemente perché passerà sicuramente un po’ di tempo (o forse non succederà mai) prima che i due possano trovare un punto d’incontro. La verità è che Negan probabilmente conosce Maggie meglio di quanto Maggie conosca se stessa. Si ha la prova nella decisione presa alla fine, quando Maggie, già incalzata da Negan più volte, acconsente a lasciare Alden da solo, per il bene superiore.
Negan è il personaggio più amato dai fan, probabilmente perché è quello che è cresciuto di più nel corso del tempo. Non è stato solo un “big bad”, poiché ha saputo mostrare anche il suo lato più fragile visto il suo passato doloroso, così come il suo lato più buono, con Carl e Judith. Ha ucciso Alfa e sta facendo tutto il possibile per integrarsi e per far parte di un gruppo, anche se continua a non essere accettato da Maggie. Il fermo immagine sul piede di porco insanguinato e sullo sguardo di Maggie è un palese riferimento a Lucille, come a testimoniare che nella mente di Maggie è ancora impressa l’immagine della mazza insanguinata dopo l’omicidio di Glenn davanti ai suoi occhi.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La new generation di TWD a confronto
  • La chimica tra Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan
  • Negan e il suo character development
  • L’inquadratura del piede di porco insanguinato
  • Basta Carol
  • Storyline sui cavalli facilmente evitabile
  • Ennesime scene nei boschi

 

The Walking Dead continua la prima parte del suo atto finale con un episodio che fa avanzare leggermente la storia ma che non brilla di luce propria. Ci sono alcuni elementi positivi, ma altri che avrebbero potuto tranquillamente essere omessi. Questa stagione sembra partita con il piede giusto: si spera che non si ricada troppo presto nella piattezza di certi archi narrativi che hanno rallentato molto il ritmo generale della serie.

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