Pensieri contrastanti pervadono la mente del recensore al termine della visione di “Date Of Death”. Pensieri che, ammettiamolo, poggiano la propria struttura portante su fondamenta minate dal germe del pregiudizio. Non siamo mai stati sostenitori dello spin-off più inutile d’America e, fin dalla primissima messa in onda del telefilm, non abbiamo nemmeno cercato di nasconderlo. Eppure, essendo noi recensori e dunque portatori sani d’oggettività, arriviamo, in questa particolare occasione, a riconoscere un significativo miglioramento dal punto di vista della scrittura e della messa in scena del dramma vissuto dalla famiglia Manawa/Clark. Il tutto, comunque, debitamente ridimensionato da sequenze talvolta noiose e prolisse, che di fatto invalidano il risultato complessivo e, di conseguenza, il nostro giudizio finale.
Partiamo con ordine. Esattamente come accadeva, e accade, in The Walking Dead, lo show nato dalla sua costola punta tutto sul lato umano, lasciando sullo sfondo, più che mai in questa occasione, il fattore Morto Che Cammina. Nulla di nuovo in fin dei conti, salvo per il fatto che in “Date Of Death”, finalmente, questa impostazione dà concretamente i suoi frutti. Tralasciando l’odio smisurato che lo spettatore è portato a provare per quel mentecatto ingrato occhi da pazzo di Chris, per alcuni ostacolo insormontabile al gradimento nei confronti del suo personaggio e, conseguentemente, al complesso rapporto con il padre, è innegabile come il percorso del character, anzi, a voler essere precisi, di entrambi i character, raggiunga qui il suo punto massimo, coincidente con quello di rottura, con ciò che rimane della sua “vera” famiglia e, più in generale, con il mondo così come lo conosciamo.
Il divorzio dei genitori, dolore che affligge Chris fin dall’infanzia, trova nell’epidemia e nella soppressione necessaria della madre una sorta di acceleratore emotivo, motivo principale del rapido sbloccarsi del rapporto con Travis e causa della rottura vista in questo episodio, frutto di un desiderio di indipendenza, oggettivamente prematuro considerata l’età del ragazzo, ma non inaspettato se visto in relazione alla sua evidente instabilità emotiva.
Se però, da una parte, la serie compie dei significativi passi avanti in merito alla questione padre-figlio, non si può dire lo stesso per quella madre-figlia, completamente priva di mordente e significativa solamente perché conseguenza di quanto appena accaduto tra Travis e Chris. Il dolore delle due famiglie – termine qui utilizzato al plurale consapevolmente nonostante si parli di un nucleo familiare unico – seppur legato a persone diverse, rivela, negli ultimi minuti della puntata, un’estrema consonanza: Chris e Nick, due personalità borderline, travolte dagli eventi e bisognose di libertà, hanno trovato nella fine del mondo l’occasione giusta per ricominciare, se non addirittura cominciare a vivere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Pillar Of Salt 2×12 | 3.6 milioni – 1.6 rating |
Date Of Death 2×13 | 3.4 milioni – 1.5 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.