Graceland 1×01 – GracelandTEMPO DI LETTURA 4 min

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C’è chi lo aspettava con ansia essendo il secondo genito di Jeff Eastin, padre di White Collar, e c’è chi fino a questo istante non sapeva nemmeno della sua esistenza. Graceland per un italiano medio non significa niente ma è nota negli USA per essere stata la casa di Elvis Presley e la sua attuale tomba. “Stai dicendomi che questa serie parla di Elvis
Presley? Perchè se è così mi sparo subito”, no per fortuna la serie è tutt’altro. Cos’è allora Graceland?
Graceland è una lussuosa residenza sulle spiagge californiane dove svariati agenti sotto copertura di FBI, DEA e Immigrazione si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto, costretti a fare buon viso a cattivo gioco per via della loro appartenenza ad agenzie diverse, cosa che negli USA non è vista di buon occhio. L’equilibrio costruito a fatica trai vari agenti è messo alla prova dall’arrivo di una nuova recluta appena uscita da Quantico, tale Tripp Van Der Bilt di Gossip Girl Mike Warren, ed affidata alla supervisione del più “vecchio” dei coinquilini, tale infermiere spasimante della Dottoressa Bailey di Grey’s Anatomy Briggs. Come ogni appartamento ci sono varie regole da rispettare per la sana e corretta convivenza, a Graceland ci sono le solite regole ma con l’aggiunta di qualche “no guns in the first floor” e di svariati “the food of D.J. is marked as D.J.”. Niente che non si possa sopportare comunque…
Delineati i punti base scendiamo più nel profondo dell’analisi di questo meraviglioso pilot andando a conoscere i vari character mentre sono in azione, anche perchè modo migliore per conoscere delle spie non ce n’è. L’episodio mette subito in chiaro cosa dovremo aspettarci da qui in avanti e tutto quello che vediamo è decisamente un bel diamante grezzo in attesa di essere lavorato. Fin da subito capiamo che il clima della casa è molto amichevole, ognuno si fa la sua vita e le sue missioni ed una volta messo piede in Graceland può finalmente ritornare ad essere una persona comune invece che uno spacciatore, un killer o un tossico. Insomma Graceland è un porto sicuro, una zona franca in cui poter essere sè stessi e al contempo avere potenzialmente degli amici che capiscono la tua situazione avendo la stessa vita. L’atmosfera da caserma non manca vista la provenienza dei vari coinquilini e viene da sè che non manchi anche del sano nonnismo praticato tramite intimidazioni e turni delle pulizie sul neo arrivato, così giusto per far capire chi comanda. In questo modo e tramite un paio di missioni conosciamo D.J., agente dell’Immigrazione, Johnny, collega nonchè cicerone di Mike, Charlie, ennesima collega di Mike e Briggs, ed infine Lauren, agente della DEA.
Come dicevo, l’entrata in “famiglia” di Mike non viene proprio presa molto bene all’inizio ma a fine puntata, dopo aver dimostrato il suo valore sul campo, viene accettato di buon grado da tutti, almeno fino a quando non riceve la solita chiamata clichè nella quale scopre il vero motivo per il quale è stato mandato a Graceland: scoprire se il suo superiore, Briggs, sta facendo il doppio gioco e cosa gli è successo. La chiamata ce la potevano risparmiare anche se, ammettiamolo, mette molto pepe alla storia, più di quanto già non ce ne fosse perchè, ok la storia della convivenza e bla bla bla, però una sorta di trama orizzontale non troppo marcata serve sempre.
Non c’è bisogno che vi spieghi come funziona il mondo delle spie e di agenti segreti di vario genere, le persone su cui ci si può fidare le conti sulle dita di una mano e i tradimenti sono sempre dietro l’angolo così come il sospettare di chiunque diventa la routine quotidiana. Quello che Eastin mette qui sul tavolo sembra la solita minestra riscaldata ma in realtà non lo è affatto, rifletteteci: prima missione della tua vita, nuovi colleghi, un ambiente poco consono ed un responsabile che lo è ancora meno, dopo le prime operazioni pensi che sia tutto lì, lavoro-Graceland-lavoro ed invece una chiamata compromette tutto quello a cui ti sei abituato nelle 48 ore precedenti e ti ritrovi a fare il doppio gioco da qui fino a quando non ti diranno di smettere. Non vincerà l’Emmy per la miglior sceneggiatura priginale ma quanto a tensione narrativa, cast e dinamiche da personaggi non ce n’è per nessuno e questo pilot ha dimostrato appieno tutto il potenziale della serie. Avete forse bisogno di altre motivazioni per continuare a seguirla?

 

PRO:

  • Casting impeccabile ed ottima regia
  • Missioni coese e ben intrecciate
  • Narrazione incalzante e ritmi abbastanza sostenuti che non fanno mai annoiare
CONTRO:
  • Mike Warren cambia il colore dei cardigan da quando è all’aeroporto a quando passeggia per Venice Beach e poi arriva a Graceland. Più attenzione ai particolari, grazie
  • Chiamata finale poteva non esserci ma è un clichè tutto sommato accettabile

Francamente penso di non potermi aspettare di più da questa serie, o meglio mi aspetto che prosegua su questo alto profilo perchè sono stati 60 minuti di puro piacere visivo e sarebbe un peccato se si fosse messo così tanto impegno solo sul pilot e non sul resto della serie. Ad ogni modo un pilot quasi ineccepibile che ti lascia quella voglia irrefrenabile di vedere un’altra puntata subito, segno che ha fatto il suo sporco mestiere molto bene.

 

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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