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Happy! 1×01 – 1×02 – Saint Nick – What Smiles Are ForTEMPO DI LETTURA 4 min

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Smoothie: “I am going to remove your penis in thin slices…like salami…just for starters.”
Nick: “That’s gonna take you a long time…if you know what I mean.”

Cosa succede quando ad una narrazione caratterizzata dalla pura e semplice adrenalina scenica viene aggiunta una venatura comica carica di black humor con scene e battute taglienti come rasoi? Ebbene, nascono prodotti come Happy!.
È davvero difficile poter inquadrare la nuova serie SyFy e cercare quindi di descriverla, ma per forza di cose il primo riferimento che corre alla mente è Crank, film del 2006 con Jason Statham. Tuttavia questo paragone collima fino ad un certo punto che in Happy! è fondamentale: un unicorno blu e cartonesco che durante l’episodio ricopre sia il ruolo di spalla di Sax (Christopher Meloni, apparso in Veep, Oz, True Blood), sia la coscienza dello stesso.
Leggendo questa recensione si potrebbe pensare: “azione, drammi e unicorni blu, ma che cosa diavolo vogliono farmi vedere quelli di RecenSerie?” Rimarrete stupiti nel vedere come tutti questi elementi, totalmente sconnessi tra di loro, riescano ad essere imbastiti e tenuti in piedi all’interno dello show. Il pilot, “Saint Nick”, forse riesce a funzionare in misura maggiore rispetto al secondo episodio, forte dell’elemento sorpresa che ovviamente in “What Smiles Are For” si perde, ma entrambi gli episodi svolgono in toto il loro compito e soprattutto hanno un incredibile pregio: presentare al proprio pubblico qualcosa di nuovo, fresco e di fuori dalle righe. L’abusato modus operandi di stampo seriale viene accartocciato e letteralmente gettato nello sciacquone del bagno: Happy! vuole giocare a tutti i costi con il proprio pubblico e lo fa su più livelli presentando drammi famigliari, scene e battute spinte, azione e sangue a profusione e l’immancabile dose di “morale della storia“, che silenziosamente si insinua nel racconto.
Poco fa si faceva menzione del compito completamente portato a compimento da questi due primi episodi, ma a cosa si fa riferimento esattamente?

“Uh-huh. Oh, come on. Ah. Oh, yeah, papi. You like that. Ahhhh.”

Il pilot, solitamente, viene inteso come una puntata a suo modo atipica utile a rompere il ghiaccio e presentare (a volte abbozzando molto) tutte le storie all’interno della trama che successivamente vedranno il loro approfondimento. Sempre se gli sceneggiatori sono validi e tengono traccia di cosa portano in scena ovviamente. Happy!, con il primo episodio, assolve a tale compito concedendosi anche il lusso di giocarsi in poco più di 40 minuti due potenti cliffhanger narrativi. Il primo è la comparsa di Happy, l’unicorno goffo; mentre il secondo è relativo al ruolo di padre che Sax allontana da sé e che rappresenterà il fulcro attorno al quale girerà l’intera narrazione della seconda puntata.
Per quanto concerne il reparto stilistico, la serie è basata su di una serie a fumetti creata ed ideata da Grant Morrison e Darick Robertson (Morrison ha preso parte alla sceneggiatura del pilot), mentre il regista di questi primi due episodi è niente di meno che Bryan Taylor. Il nome non vi dice niente? Il colpo di scena allora, gentilmente, viene offerto da RecenSerie: Bryan Taylor altri non è che regista, sceneggiatore e operatore di camera di Crank. Esplosioni, applausi, sipario. Per chi ha gli occhi attenti i richiami e lo stile erano davvero troppi per non pensare a qualche alta figura in comune tra questi due prodotti. Quindi, ecco scoperto l’elemento comune.
Non si tratta di un prodotto impeccabile, però, considerato che alcuni difetti li porta già in scena con questo inizio di stagione. Determinate scena, scollegate da quella che è la storia di per sé, appaiono eccessivamente diluite e protratte nel tempo senza una reale motivazione alla base (basti pensare alla partita di poker che nel secondo episodio ricopre quasi mezza puntata); tuttavia, messa da parte questa prolissità scenica che a volte porta lo spettatore a perdere leggermente il focus narrativo, la serie di per sé funziona davvero bene. E funziona davvero bene per un motivo ben particolare: riesce a tenere separate e distinte le connotazioni drama e comedy facendole sì influenzare tra di loro (inconsciamente), ma dando quasi la sensazione a chi sta guardando la serie di vedere due show completamente separati tra di loro. Non una cosa assolutamente semplice da portare in scena.
Nota a margine: a Patrick Fischler (Lost, Twin Peaks) hanno finalmente trovato una parte in cui il suo continuo sorridere non sfoci nell’ebetismo, ma nel sadismo. D’ora in avanti non riuscirà più a levarsi il ruolo di psicopatico di dosso probabilmente.
Insomma, Happy! è l’ennesima serie tratta da fumetti? Sì. Ma questa volta il marchio Marvel non compare nei titoli di coda prima dell’inizio di puntata, quindi questo dovrebbe bastare come presagio di qualità. Cattiveria gratuita? Ci ha influenzato Nick Sax.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dialoghi tra i vari personaggi
  • “I can explain.”
  • Nick Sax/Christopher Meloni
  • Le riprese-metafora
  • Stile di ripresa
  • Sparatorie e sangue in quantità
  • Happy
  • Nick Sax
  • Nick Sax
  • Prolissità in determinate scene, ma è davvero poca cosa

 

Happy! è una serie irriverente, fresca con battute e dialoghi taglienti, ma che non disdegna drammi famigliari (anche abbastanza complessi) e accenni di intimismo. La domanda ora è soltanto una: siete brave persone o riderete con noi di tutto il black humor qui presente? Nel caso siate cattive persone come noi, beh… benvenuti a bordo!

 

Saint Nick 1×01 1.10 milioni – 0.4 rating
What Smiles Are For 1×02 0.61 milioni – 0.2 rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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