Difficile, anzi impossibile fare meglio di “Shrimp“. Questo è un puro e semplice dato di fatto. Eppure, a conferma di una qualità incredibile – non solo stagionale – mostrata dalla serie, Man Seeking Woman questa settimana ci offre “Pad Thai”, puntata che ha come unica macchia quella di arrivare immediatamente dopo uno degli episodi qualitativamente migliori visti finora. Non un gran difetto dunque. Questa settimana il telefilm affronta una tematica molto comune alle coppie, diciamo così, sistemate: la routine. Da alcuni considerata elemento portante e necessario per la creazione, e soprattutto per il mantenimento di una solida e duratura vita di coppia; per altri invece male da evitare come la peste, l’inizio della fine di qualsivoglia genere di ardore sentimentale, insomma, il fatidico punto di non ritorno. In tal senso, appare abbastanza evidente da quale parte della barricata siano schierati Rich e colleghi, i quali, con la consueta verve creativa, ci mostrano le possibili derive e i maggiori rischi derivanti da una scarsa scrupolosità nella salvaguardia del giusto livello di passione amorosa.
Troviamo quindi le consuete interpretazioni allegoriche che contraddistinguono lo show, a partire dall’apertura che fa molto horror anni novanta, passando per l’organizzazione della “missione bisboccia” con tanto di contorsionista asiatico in stile Ocean’s Eleven, finendo poi con l’affascinante avventuriero Owen Quest, facilmente riconducibile al più celebre cercatore di tesori della storia del cinema anche senza frusta e ofidiofobia. Siamo pertanto di fronte all’ennesimo tentativo di far leva sullo spettatore non tanto sulla componente prettamente comica, quanto invece sulla sua capacità di ricondurre le varie situazioni a una particolare citazione cinematografica, televisiva oppure, più semplicemente, a un’estremizzazione di una normale situazione legata alla vita quotidiana.
Una scelta, quest’ultima, che denota certamente l’intenzione da parte degli autori di puntare su un umorismo intelligente, mostrando situazioni talmente familiari a chiunque da suscitare nello spettatore, volente o nolente, un’immedesimazione a dir poco totalizzante con Josh e colleghi. Il tutto reso possibile grazie al sensazionalismo visivo messo a disposizione dal medium televisivo e dalle sue infinite possibilità sceniche.
Volendo aprire una breve parentesi che esula dal contesto telefilmico, un paragone che potrebbe in qualche modo aiutare a comprendere il concetto appena esposto riguarda la vicinanza, almeno in termini di umorismo ed inventiva, con il fumettista Zerocalcare. Per coloro i quali hanno già avuto modo di leggere anche solo una delle sue strisce comiche, l’accostamento risulterà oltremodo esplicativo, mentre per tutti quelli che leggendo questo nome hanno subito pensato al Calfort, basti dire che, in entrambi i casi, l’effetto suscitato dalla lettura/visione delle due opere è il medesimo: un’intima partecipazione alla visione del mondo di qualcun’altro, che porta sistematicamente ad identificarsi con essa, causando un vero e proprio trasferimento ideale all’interno di vicende e situazioni psicologiche a noi familiari, il tutto impreziosito da un contesto contemporanemante realistico e non-sense.
Un bacino spettatoriale ridotto, purtroppo, finisce col penalizzare uno show che certamente meriterebbe sorte migliore. Fenomeno sempre più diffuso a causa della sconfinata offerta televisiva internazionale e difficilmente risolvibile se non grazie a qualche feroce passaparola tra binge-watcher professionisti o maniaci della serialità televisiva. Le campagne pubblicitarie totalizzanti difficilmente investono il settore comedy e, quando accade, il più delle volte coinvolge show costruiti attorno a idee originali che col tempo finiscono per adagiarsi sugli allori, diventando così prodotti mediocri e privi di mordente. Non è certo il caso di Man Seeking Woman, alla sua terza stagione più in forma che mai e potenzialmente in grado di andare avanti così per ancora molto tempo, considerato il numero infinito di tematiche ancora trattabili all’interno del telefilm. Noi di Recenserie possiamo fare ben poco per dare alla serie lo spazio che merita, dunque pensateci voi a diffondere il verbo, perché, noi qui ridiamo, ma The Big Bang Theory fa ancora 15 milioni di spettatori a episodio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Shrimp 3×05 | 0.19 milioni – 0.1 rating |
Pad Thai 3×06 | 0.19 milioni – 0.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.