Marvel’s Jessica Jones 2×07 – AKA I Want Your Cray CrayTEMPO DI LETTURA 4 min

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Netflix ha, ormai da tempo, abituato lo spettatore seriale a un nuovo tipo di consumo: il binge-watching. Modalità che ha avuto i suoi effetti anche nella scrittura stessa delle puntate, molto più legate alla linea orizzontale degli eventi che non a quella verticale. Grazie a questo mutamento epocale, infatti, è stato possibile avere un certo tipo di puntate che altrimenti sarebbero state impensabili per un normale show via cavo.
Questa modalità si esplica perfettamente nelle cosiddette puntate “sul viale dei ricordi” (termine coniato per un episodio di Altered Carbon, molto simile alla puntata in questione). Si potrebbe bollare questo tipo di puntata come “di raccordo”, in quanto il suo scopo principale è soprattutto quello di mettere in pausa, per un attimo, gli eventi narrati secondo la cronologia consueta.
Ma, in realtà, l’episodio ha anche un’altra funzione, di gran lunga più importante: serve a riempire i tasselli mancanti e a rispondere a tutti i dubbi e le domande circa il passato del/dei protagonista/i.
E, in effetti, la sensazione che lo spettatore ha in seguito alla visione di “AKA I Want Your Cray Cray”, dopo aver assistito per 50 minuti a un unico grande flashback, è quella di una vera e propria completezza d’insieme su quanto visto finora, sia in questa seconda stagione che nella prima.
Si viene così a sapere dove Jessica ha preso per la prima volta il suo famoso giubbotto e dove probabilmente viene il nome della sua agenzia investigativa (Alias Investigations). Elementi di contorno certamente, e buoni per il fan-service, però comunque essenziali per capire meglio il personaggio e la sua evoluzione psicologica. E soprattutto si fa luce sul passato di Alisa Jones rivelando dove fosse finita dopo tutti questi anni (questo sicuramente è quello che interessava di più lo spettatore dopo il cliffhanger finale del precedente episodio).
Viene però da chiedersi se si possa considerare utile una puntata del genere ai fini della trama e, soprattutto, ai fini dell’interesse dello spettatore stesso. Anche perché la tentazione potrebbe essere quella di skippare in avanti la narrazione fino ad arrivare alla scena finale dove si ritorna al presente (e dove viene lanciato un altro buon cliffhanger per i futuri episodi).
Sicuramente ai fini della trama orizzontale, come già detto, può essere utile per colmare i tasselli mancanti di quel grande puzzle che è il passato di Jessica Jones, ammesso e non concesso che tutto quanto narrato corrisponda al 100% alla verità (bisogna ricordare che è solo il punto di vista soggettivo di Alisa e che sia lei che il dr. Karl sono abituati a mentire per i propri tornaconti).
Ma la sensazione è che questo tipo di puntata avvantaggi soprattutto gli sceneggiatori che possono, in questo modo, condensare molto comodamente tutti i flashback in una sola puntata evitando poi di ripetersi nelle altre. Come a volersi togliere una preoccupazione in meno per poi concentrarsi su altro, salvo il fatto che poi ci sono alcune incongruenze cronologiche che non tornano (Alisa si risveglia dopo cinque anni e Jessica sembra che abbia dieci anni in più).
Utile per loro, dunque, ma non per lo spettatore che, come già detto, potrebbe percepire il tutto come un semplice “raccordo” e saltare avanti senza dare il giusto peso alla puntata in questione.
Rimane comunque una grande prova di make-up con Krysten Ritter e Rachael Taylor capaci di sembrare di dieci anni più giovani o più vecchie con un semplice taglio di capelli diverso.  E allo stesso modo una brillante prova attoriale per Janet Mcteer nei panni di Alisa Jones, personaggio controverso e carismatico come pochi, vera colonna portante della puntata e della stagione in generale.
Il lungo flashback si conclude regalando una citazione cinematografica sulla parete all’aperto della famosa scena d’apertura di L’infernale Quinlan, certamente non casuale visto i temi comuni che la pellicola di Orson Welles e la serie di Melissa Rosenberg hanno tra di loro.
Una conclusione degna per anticipare il cliffhanger finale che ribalta tutto ancora una volta e che offre la scossa giusta per ripartire. Dopo 50 minuti però.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Risposta a (quasi) tutte le domande sul passato di Jessica
  • Alisa Jones
  • L’Infernale Quinlan di Orson Welles proiettato sulla parete
  • Cliffhanger finale
  • Tutta una puntata di solo flashback? Mossa azzardata
  • Sfasamento temporale poco chiaro

 

Puntata “sul viale dei ricordi” che non solo offre una pausa alle vicende narrate ma riesce a rispondere a queasi tutti i dubbi e interrogativi sul passato di Jessica. Forse non occorreva tutto un episodio solo per quello, ma l’effetto finale rimane comunque devastante.

 

AKA Facetime 2×06 ND milioni – ND rating
AKA I Want Your Cray Cray 2×07 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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