0
(0)
“I miss Satan. Really, I do. Satan used to be somebody…the Prince of Fucking Darkness. Pilgrims knew him. They burned witches because Satan’s got some evil goddamn friends out there. The worst crime that my generation ever committed is that we murdered Satan. Now nobody’s evil. They’re damaged, they’re misunderstood, they’re unloved, but they’re not evil. God forbid you say that.
But here’s a problem. If there is no Satan, then there is no God. And where there’s no God, there’s Mr. Mercedes plowing into a bunch of innocent people looking for jobs. It was proof that Satan lives and we are all just too fucking weak to admit it.”
But here’s a problem. If there is no Satan, then there is no God. And where there’s no God, there’s Mr. Mercedes plowing into a bunch of innocent people looking for jobs. It was proof that Satan lives and we are all just too fucking weak to admit it.”
Cinquantacinque minuti a puntata ed un immobilismo narrativo che oltre a far storcere il naso continua a far calare interesse verso un prodotto seriale che, per quanto di nicchia, era riuscito a catturare la sua fetta di pubblico ed una buona dose di attenzione. Inutile fingere o cercare scusanti: il vero punto debole di questa stagione è la totale assenza di Brady all’interno della storia. Per quanto il personaggio rimanga coinvolto, per ovvi motivi, all’interno della storia (banalmente il processo di Lou), la sua assenza fisica in scena ha portato ad un declino evidente la serie stessa. Un processo di decadimento che già era stato palesato a più riprese durante la seconda stagione (ma in quel caso era un’assenza a livello di trama, visto e considerato che Brady ancora vegetava nel suo letto di ospedale).
La differenza quindi è evidente: durante la seconda stagione il ritorno di Brady, nonostante abbia rappresentato nel suo piccolo un colpo di scena, è sicuramente da considerarsi un elemento prevedibile dal momento che il risveglio rappresentava il carburante necessario per la storia per poter giungere alla sua naturale conclusione; questa terza stagione, invece, non può contare sullo stesso elemento considerata la violenta morte proprio di Brady. Elemento questa volta non negoziabile in alcun modo. E’ possibile che in qualche flashback ritorni a tormentare Lou, ma a livello di trama il tassello su cui questa terza stagione si trova a non poter fare affidamento è davvero enorme.
E gli effetti negativi sono sotto gli occhi di tutti. L’aver tentato di spostare l’attenzione ed il focus su di un nuovo caso allevia leggermente il dolore, ma è paragonabile ad un voler arginare un’emorragia con un cerotto: un disastro senza fine. Mr. Mercedes continua a perdere pezzi e messa da parte la nuova trama riguardante i manoscritti poco rimane tra gli elementi da salvare: i pochi sketch che rimpolpano la venatura comica della serie sono diventati ancora più rari e meno coinvolgenti; le fasi del processo continuano ad essere confusionarie e tediose anche da un semplice punto di vista visivo; un triangolo d’amore che oltre a non appassionare non riesce ad interessare.
Unico vero elemento che scuote una monotonia ormai sedimentata è l’apparente progressiva perdita di sanità mentale in carcere da parte di Lou. Se ci si ferma a riflettere si può notare come anche in questo caso sia l’influenza di Brady a rendere interessante questo sviluppo: nonostante l’eliminazione fisica dalla storia, il killer della Mercedes continua a permanere in scena protratto come il parassita mentale che lentamente sta portando Lou alla pazzia. Una scelta di sceneggiatura accurata, bisogna riconoscerlo, ma bisogna ancora una volta notare come l’unico fattore degno di sufficienza sia, in definitiva, sempre e comunque Brady Hartsfield.
La differenza quindi è evidente: durante la seconda stagione il ritorno di Brady, nonostante abbia rappresentato nel suo piccolo un colpo di scena, è sicuramente da considerarsi un elemento prevedibile dal momento che il risveglio rappresentava il carburante necessario per la storia per poter giungere alla sua naturale conclusione; questa terza stagione, invece, non può contare sullo stesso elemento considerata la violenta morte proprio di Brady. Elemento questa volta non negoziabile in alcun modo. E’ possibile che in qualche flashback ritorni a tormentare Lou, ma a livello di trama il tassello su cui questa terza stagione si trova a non poter fare affidamento è davvero enorme.
E gli effetti negativi sono sotto gli occhi di tutti. L’aver tentato di spostare l’attenzione ed il focus su di un nuovo caso allevia leggermente il dolore, ma è paragonabile ad un voler arginare un’emorragia con un cerotto: un disastro senza fine. Mr. Mercedes continua a perdere pezzi e messa da parte la nuova trama riguardante i manoscritti poco rimane tra gli elementi da salvare: i pochi sketch che rimpolpano la venatura comica della serie sono diventati ancora più rari e meno coinvolgenti; le fasi del processo continuano ad essere confusionarie e tediose anche da un semplice punto di vista visivo; un triangolo d’amore che oltre a non appassionare non riesce ad interessare.
Unico vero elemento che scuote una monotonia ormai sedimentata è l’apparente progressiva perdita di sanità mentale in carcere da parte di Lou. Se ci si ferma a riflettere si può notare come anche in questo caso sia l’influenza di Brady a rendere interessante questo sviluppo: nonostante l’eliminazione fisica dalla storia, il killer della Mercedes continua a permanere in scena protratto come il parassita mentale che lentamente sta portando Lou alla pazzia. Una scelta di sceneggiatura accurata, bisogna riconoscerlo, ma bisogna ancora una volta notare come l’unico fattore degno di sufficienza sia, in definitiva, sempre e comunque Brady Hartsfield.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
giudizio molto generale per una cosa ancora generale che in generale non è che abbia conquistato il parere generale del pubblico, ma nemmeno quello del Generale.
Madness 3×02 | ND milioni – ND rating |
Love Lost 3×03 | ND milioni – ND rating |
Trial And Terror 3×04 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.